Che cos’è la visita angiologica?
La visita angiologica è la valutazione medica del circolo venoso e arterioso, allo scopo di diagnosticare e/o monitorare eventuali patologie.
A che cosa serve la visita angiologica?
La visita angiologica viene prescritta quando è necessario diagnosticare e curare una patologia già manifesta o per prevenire eventuali complicazioni riguardanti la circolazione arteriosa e venosa (aneurisma, embolia, aterosclerosi, trombosi, dissecazione dell’aorta).
I soggetti che, in particolare, dovrebbero effettuare una visita angiologica sono coloro che:
- soffrono di diabete;
- necessitano di controlli periodici a livello vascolare nelle zone delle gambe, dei vasi del collo e dell’aorta addominale;
- hanno superato i cinquant’anni d’età;
- soffrono di ipertensione arteriosa;
- sono a rischio di eventi cardiaci;
- hanno varici o ulcere.
Sono previste norme di preparazione?
L’esecuzione di una visita angiologica non necessita di particolari preparazioni. Nel caso si sospetti di una patologia vascolare a livello addominale e sia necessario eseguire un ecocolordoppler degli arti è preferibile seguire una dieta povera di scorie nei due giorni precedenti l’esame.
Come si svolge la visita angiologica?
L’angiologo parte dalla storia clinica del paziente (anamnesi) per individuare i fattori di rischio (stile di vita, familiarità per diabete, ipertensione, fumo, colesterolo ecc.), evidenzia le terapie farmacologiche in corso e la presenza di sintomi caratteristici di patologia che potrebbero non essere evidenti per il soggetto.
Successivamente, il medico effettua l’esame fisico mediante la palpazione delle sedi vascolari più accessibili e l’osservazione di alcuni distretti corporei per evidenziare varici o zone di arrossamento anomale. Quindi, con il fonendoscopio, egli procede con l’auscultazione per verificare che la pulsazione sia corretta e per rilevare la presenza o meno di “soffi vascolari”. Questi ultimi potrebbero far sospettare una dilatazione dell’aorta (aneurisma), grave patologia del vaso che, nella maggior parte dei casi, resta asintomatica fino a che non determina la rottura del vaso con esito potenzialmente fatale.