Che cos’è la pachimetria corneale?
La pachimetria corneale è un esame che consente di misurare lo spessore della cornea.
A che cosa serve la pachimetria corneale?
La conoscenza dello spessore corneale permette di valutare alcune patologie della cornea, come il cheratocono, l’edema corneale e il glaucoma. L’esame è anche indicato nei soggetti che devono sottoporsi a un intervento di chirurgia corneale (cross linking, trapianto di cornea) o di chirurgia refrattiva.
Sono previste norme di preparazione?
Non sono previste norme di preparazione specifiche.
Se l’esame viene eseguito con pachimetro ultrasonico è necessario instillare una goccia di collirio anestetico nell’occhio da esaminare per evitare la sensazione di dolore o fastidio mentre si sfiora con una piccola sonda la superficie corneale; il pachimetro ottico, invece, non richiede alcun collirio in quanto non c’è alcun contatto tra lo strumento e l’occhio del paziente.
In che cosa consiste la pachimetria corneale?
Esistono due tecniche di indagine. Con il pachimetro ottico è possibile disporre di una mappa pachimetrica della cornea che evidenzia lo spessore corneale in ogni suo punto e permette di individuare la localizzazione e il valore del punto più sottile. Con il pachimetro ultrasonico, invece, la misurazione avviene mediante una sonda, simile a una piccola penna, appoggiata sulla superficie della cornea, che esegue una serie di scansioni mentre il paziente fissa una sorgente luminosa in modo continuo per pochi secondi. Un computer dedicato esegue poi le analisi morfologiche e morfometriche.
È un esame doloroso o pericoloso?
La pachimetria corneale non è un esame invasivo e può essere effettuato da pazienti di tutte le età (anche bambini), che comunque garantiscano una discreta collaborazione per ottenere un risultato attendibile.