Il tumore dell’endometrio è un tipo di cancro che colpisce il rivestimento interno dell’utero, noto come endometrio. È il tumore ginecologico più comune e si presenta prevalentemente nelle donne in post menopausa, tipicamente dopo i 60 anni. Tuttavia, circa il 20% dei casi si manifesta prima dei 50 anni e circa il 5% in età fertile, sotto i 40 anni.
Il tumore dell’endometrio è il tumore ginecologico con maggior tasso di crescita nei paesi industrializzati. Questo aumento è legato all’incremento dell’età media e a fattori che determinano un quadro di iper estrogenismo, come obesità, diabete, sindrome dell’ovaio micropolicistico (PCOS), terapia ormonale sostitutiva in menopausa.
Altre condizioni che aumentano il rischio sono la terapia ormonale con tamoxifene per la terapia del tumore della mammella e condizioni genetiche familiari quali la sindrome di Lynch, responsabile di molti casi ad insorgenza più giovanile.
I sintomi più comuni includono sanguinamento vaginale dopo la menopausa, presenza di irregolarità mestruali o perdite ematiche anomale in premenopausa e dolore pelvico.
Ce ne parla il dottor Mauro Signorelli, ginecologo oncologo presso Humanitas San Pio X e gli ambulatori Humanitas Medical Care di Murat a Milano e Monza.
Come può essere diagnosticato il tumore dell’endometrio?
La diagnosi precoce del tumore dell’endometrio è essenziale e può essere ottenuta attraverso controlli ginecologici di routine e valutazioni immediate in caso di sintomi. Ecco i principali strumenti diagnostici utilizzati:
- Esame clinico ginecologico ed ecografia transvaginale: permette di valutare lo spessore, l’omogeneità e la vascolarizzazione dell’endometrio.
- Isteroscopia: consente la visualizzazione diretta dell’interno dell’utero mediante uno strumento a fibre ottiche e include la biopsia endometriale che prevede un prelievo di un campione di tessuto endometriale per l’esame istologico e tipizzazione molecolare. Questi esami sono fondamentali per la definizione del rischio e dovrebbero essere eseguiti in centri altamente specializzati.
Gli esami successivi alla diagnosi, fondamentali per la pianificazione del programma di cura, sono:
- TAC del torace e dell’addome: valuta la presenza di metastasi a distanza.
- PET: identifica le cellule tumorali attive ed è utile in casi dubbi di localizzazioni metastatiche del tumore.
- Risonanza Magnetica della pelvi: in casi selezionati, fornisce dettagli anatomici dell’addome, valutando l’estensione del tumore
Come può essere trattato il tumore dell’endometrio?
La pianificazione della cura del tumore dell’endometrio deve essere gestita da un ginecologo oncologo in una valutazione multidisciplinare che includa anche gli specialisti dell’oncologia medica, radioterapia e anatomia patologica.
Chirurgia
La chirurgia è il trattamento principale del tumore dell’endometrio. Lo scopo è rimuovere il tumore e stadiare la malattia per valutare la necessità di una terapia adiuvante. Viene eseguita in oltre il 90% con tecniche mininvasive (senza il taglio sull’addome), come quella laparoscopica con eventuale ausilio del robot, per ridurre i rischi operatori.
L’intervento standard prevede l’isterectomia, l’asportazione delle tube e delle ovaie, e un prelievo dei linfonodi sentinella (i primi linfonodi che drenano dal tumore) o dei linfonodi sospetti/patologici pelvici e aortici. L’introduzione del linfonodo sentinella ha consentito di ottenere medesimi tassi di cura ma riducendo significativamente le complicanze chirurgiche
Durante l’operazione, può essere effettuato un esame estemporaneo intraoperatorio, per analizzare i tessuti asportati, in tempo reale e guidare le decisioni chirurgiche. In caso di malattia disseminata agli organi addominali è possibile eseguire interventi più complessi con l’obiettivo di asportare completamente le sedi interessate dalla neoplasia (chirurgia citoriduttiva) con un approccio che può coinvolgere anche altre figure professionali, quali il chirurgo urologo e intestinale.
Chemioterapia e immunoterapia
La chemioterapia può essere utilizzata dopo l’intervento chirurgico per migliorare la prognosi nei casi avanzati o ad alto rischio di recidiva.
L’immunoterapia si è dimostrata particolarmente efficace nella riduzione del rischio di recidiva, in particolare in alcuni sottogruppi di pazienti (MMRd o MSI).
Radioterapia
Generalmente, la radioterapia viene somministrata in 25-28 sedute con tecnica a intensità modulata (IMRT) per risparmiare i tessuti sani. È utilizzata principalmente come trattamento adiuvante, o in casi selezionati anche come trattamento primario, e può essere combinata con la chemioterapia. In alcuni casi, si utilizza la radioterapia vaginale (brachiterapia) per ridurre il rischio di recidive vaginali dopo la chirurgia primaria.
Terapia ormonale
Nelle pazienti con malattia avanzata e/o quando è controindicato il trattamento chemioterapico, può essere utilizzata l’ormonoterapia con progesterone.
Per donne giovani, che desiderano preservare la fertilità, è il trattamento di scelta, e può essere somministrata per via orale o locale (IUD o spirali medicate).
Prognosi
La prognosi del tumore dell’endometrio dipende dallo stadio alla diagnosi, dall’istotipo e dalla tipizzazione molecolare. Se diagnosticato in fase precoce, il tasso di sopravvivenza a cinque anni supera il 90%.
La presa in carico da parte di un team di esperti nella gestione delle patologie ginecologiche oncologiche è fondamentale per migliorare la possibilità di cura, offrendo strategie terapeutiche personalizzate e le novità derivanti da studi clinici sperimentali.
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