Televisita ematologica per la prevenzione della trombosi

A causa di difetti trombofilici, alcune persone possono avere maggior predisposizione alla trombosi, una condizione che può evolvere in modo diverso (a seconda del tipo di difetto), e la cui individuazione precoce può consentire una maggior efficacia terapeutica. Nelle forme severe, infatti, la trombofilia, può portare a conseguenze anche gravi, come ictus, infarto o embolia polmonare

Tramite la televisita ematologica, è possibile stabilire, allo stesso modo che in presenza, il corretto inquadramento diagnostico del paziente, individuando i fattori di rischio e trovando la migliore terapia per prevenire questa condizione.

Ne abbiamo parlato con la dott. Daniela Lambertenghi, ematologa presso l’ambulatorio Humanitas Medical Care De Angeli a Milano.

Che cos’è la trombofilia?

La trombofilia, chiamata anche iper-coagulabilità, è un’alterazione della normale coagulazione del sangue che porta ad un aumento della possibilità di trombosi: ictus ischemici, trombosi venose profonde, embolia polmonare.

Che cos’è la televisita ematologica per trombofilia?

La televisita ematologica, nell’ambito della prevenzione delle trombosi, permette di valutare la presenza o meno di predisposizioni genetiche agli eventi trombotici, in base ad un’accurata anamnesi personale e familiare, definendo le strategie e le terapie più adeguate per il paziente.

A cosa serve la televisita ematologica per trombofilia?

Grazie alla televisita ematologica per trombofilia, lo specialista sarà in grado di:

–   Prescrivere esami di approfondimento

–   Istruire il paziente sul percorso di cura più idoneo

–   Impostare una strategia di prevenzione

–   Programmare, se necessari, controlli periodici e rivalutazioni strumentali

Come si svolge la televisita ematologica per trombofilia?

La televisita si svolge attraverso un colloquio con il paziente, tramite il quale lo specialista raccoglie tutte le informazioni sulla storia personale e medica del paziente (anamnesi) e su eventuali esami del sangue o strumentali eseguiti in precedenza. Tutti i documenti possono essere condivisi all’interno della piattaforma in modo che il medico possa consultarli prima della visita. Una volta terminato il colloquio il paziente riceve il proprio referto con le indicazioni di eventuali approfondimenti diagnostici e/o consigli terapeutici anche di prevenzione.

Quali sono i fattori di rischio per la trombofilia?

I fattori di rischio per uno stato trombofilico si distinguono in: 

  • Fattori genetici: comprendono alcune alterazioni genetiche del sistema emocoagulativo, dovuti a deficit dei sistemi anticoagulanti naturali  (per esempio deficit della Proteina C o S) o a mutazioni sui geni che codificano per alcuni fattori della coagulazione (Fattore V di Leiden o Fattore II della protrombina) determinando uno stato di ipercoagulabilità.
  • Fattori acquisiti: comprendono alcune condizioni quali l’età avanzata, la gravidanza e il puerperio, l’obesità, l’uso di estroprogestinici. A queste si aggiungono alcune condizioni patologiche (neoplasie, sindrome da anticorpi anti fosfolipidi), gli interventi chirurgici e l’immobilizzazione prolungata dovuta a fratture ossee e/o malattie.

Questi fattori di rischio sono poi aggravati da uno scorretto stile di vita (il tabagismo, la sedentarietà, il sovrappeso).

Come viene diagnosticata la trombofilia?

Esistono dei test che determinano il rischio di trombosi acquisita e congenita, che possono essere fatti sia come screening in paziente con familiarità per eventi trombotici, sia come diagnosi per chi ha avuto un evento trombotico. 

Quando fare questi test?

 I test di screening trombofilico sono consigliati in:

–    Pazienti con storia clinica e/o familiare di tromboflebiti, trombosi venose profonde, tromboembolia polmonare;

–    Donne con storia di poliabortività;

Perché scegliere la televisita ematologica per trombofilia?

Con la televisita il paziente impossibilitato a raggiungere fisicamente lo specialista ematologo, sottopone allo stesso quesiti clinici inerenti la propria storia familiare o personale e/o esami ematici o strumentali (per esempio ecocolordoppler venoso) che necessitano di interpretazione medica specialistica garantendo la possibilità di scambiare in tempo reale il referto  medico  con informazioni necessari per la prevenzione e la diagnosi degli eventi trombofilici.

La televisita ematologica per la prevenzione della trombosi è efficace quanto la visita in presenza?

 Sì. Fino a quando il paziente è in una condizione clinica che non richiede la valutazione dell’esame obiettivo, ossia la visita in presenza.

Oncologia
Dottore Daniela Lambertenghi

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