Lo strabismo non è solo un’anomalia estetica ma, nella maggioranza dei casi, può essere indice di un disordine più o meno grave della vista. Per questo è necessario, fin dalla sua prima comparsa (che può avvenire sia in età pediatrica che in età adulta), fissare subito un esame oculistico per valutare, insieme allo specialista, la gravità della situazione.
Ne abbiamo parlato con il Dottor Lorenzo Fuscaldo, Ortottista presso l’ambulatorio Humanitas Medical Care De Angeli a Milano, diretto dal Dott. Fabrizio Camesasca, Medico Oculista. Per la precisione, l’Ortottista è la principale figura tecnica di ausilio ai medici oculisti, e si occupa anche di diagnosi e cura dei problemi di allineamento oculare.
Perché insorge lo strabismo?
Lo strabismo è un disturbo della visione caratterizzato dal disallineamento dei due occhi che non sono orientati in maniera sincrona. In altre parole, uno dei due occhi punta in una direzione diversa rispetto all’altro. Tale asincronia genera uno sdoppiamento dell’immagine percepita. Ogni occhio, infatti, è una “telecamera” a sé stante, e fornisce al cervello un’immagine distinta. Il cervello, tramite il corretto allineamento dei due occhi, fonde in una le due immagini, fornendo al contempo la stereopsi, cioè la percezione della profondità.
Per esempio, nel soggetto strabico un occhio può guardare dritto e l’altro deviare verso l’interno (strabismo convergente, esotropia), verso l’esterno (strabismo divergente, exotropia) oppure verso l’alto o verso il basso (strabismo verticale, rispettivamente ipertropia ed ipotropia). Questo difetto ostacola una corretta visione binoculare.
Nei pazienti più piccoli, se non diagnosticato e curato, può progredire in ambliopia: il bambino, infatti tende spontaneamente a sopprimere una delle due immagini, usando un solo occhio, perdendo però il senso della profondità (visione stereoscopica). Se il processo di soppressione è costante, l’occhio deviato non viene più utilizzato, poiché crea confusione, e non si sviluppa adeguatamente l’acuità visiva.
Lo strabismo può manifestarsi a qualunque età. In età adulta, l’insorgenza di strabismo causa direttamente diplopia, cioè visione doppia: il cervello, abituato a utilizzare a pieno le immagini provenienti da entrambi gli occhi, non è in grado di sopprimere l’immagine dell’occhio deviato. L’effetto è gravemente invalidante.
Le cause dello strabismo non sono sempre note, ma le principali sono:
· Ereditarietà (predisposizione genetica).
· Malattie oculari (cataratta, ptosi palpebrale, ecc.): si tratta di disturbi che impediscono all’occhio di vedere correttamente e di fissare con esattezza gli oggetti.
· Difetti refrattivi (ipermetropia, miopia, astigmatismo): un difetto visivo non corretto può impedire una buona visione, ostacolando lo sviluppo del movimento oculare.
· Paresi cerebrale: è il cervello a coordinare i movimenti dell’occhio, pertanto lo strabismo è piuttosto frequente in caso di disturbi a livello cerebrale.
· Paresi di uno o più muscoli oculari.
· Patologie sottostanti come le malattie neurologiche, traumi, diabete, ipertensione, ecc.
Quando è necessario rivolgersi a uno specialista?
La visita oculistica e la visita ortottica sono lo strumento più importante per la diagnosi. I bambini, fin dai primi mesi, dovrebbero quindi essere esaminati periodicamente per valutare la vista e rilevare un eventuale strabismo.
L’iter diagnostico prevede:
· Visita oculistica completa con esame dell’acuità visiva
– Esame dei riflessi luminosi corneali
· Cover test
· Esame della stereopsi (capacità di visione tridimensionale)
· Studio della motilità oculare
Nel caso di paralisi di un nervo cranico è invece necessario eseguire esami di diagnostica per immagini, come la tomografia computerizzata (TAC) o la risonanza magnetica per immagini (RM).
L’occhio e le sue strutture anatomiche, grazie alle nuove strumentazioni, possono essere esaminati con accuratezza. Ciò comporta diagnosi precise e trattamenti adeguati in base alla patologia o al disturbo riscontrato.
Come si corregge lo strabismo?
L’approccio terapeutico può essere chirurgico e non chirurgico.
L’approccio non chirurgico si basa principalmente su:
· Correzione di un eventuale difetto refrattivo.
· Occlusione (cioè esclusione) dell’occhio che vede meglio, per costringere il soggetto a utilizzare l’altro occhio, quello più debole. Questo tipo di terapia prevede di chiudere per qualche ora l’occhio migliore durante la giornata affinché l’occhio “pigro” possa recuperare la sua capacità visiva. Si può usare una benda-tampone oculare o una lente opaca. Una volta raggiunta un’uguale acuità visiva nei due occhi, si riduce progressivamente l’occlusione, controllando però che il risultato ottenuto rimanga stabile nel tempo.
· Lenti prismatiche, per restituire al paziente una visione binoculare si utilizzano delle lenti dette prismatiche, che applicate all’occhiale aiutano l’occhio a modificare la sua posizione.
· Esercizi ortottici che hanno la funzione di ridurre uno squilibrio muscolare degli occhi.
L’approccio chirurgico, invece, è il trattamento migliore nei casi in cui le procedure non chirurgiche (correzione ottica, esercizi ortottici, occlusione) non si siano rivelate efficaci.
È possibile prendere in considerazione l’intervento chirurgico per correggere lo sbilanciamento dei muscoli oculari, mantenendo una situazione il più possibile vicino alla normalità.
In alcuni casi, si interviene solo sui muscoli dell’occhio deviato, in altri sui muscoli di entrambi gli occhi. L’obiettivo è consentire un riallineamento più preciso possibile e correggere la capacità di azione di uno o più muscoli oculari. Possono, tuttavia, essere necessarie diverse operazioni per arrivare al risultato (anche estetico) prefissato.
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