Stile di vita corretto? Te lo dicono gli esami del sangue

Un semplice, ma non banale, prelievo del sangue può emettere questo verdetto: è ora di cambiare stile di vita.

Gli esami del sangue, infatti, sono in grado di fotografare il funzionamento del nostro organismo e possono raccontarci se le nostre abitudini siano corrette o meno, specialmente quelle alimentari.

Stiamo mangiando bene o male? Ce lo dicono alcuni parametri che, più di altri, sono un efficace indicatore a riguardo: perciò, vengono spesso richiesti in fase di check up o da uno specialista della nutrizione.

Trigliceridi

trigliceridi sono grassi – più precisamente lipidi – presenti nel sangue e derivano dall’alimentazione, in particolare dal consumo di grassi animali. Il livello dei trigliceridi ci dice la qualità e il tipo di cibi che privilegiamo: valori superiori a 170 mg/dl indicano il sospetto che la persona assuma molta carne rossa e insaccati; invece, valori intorno a 65/70 lasciano presupporre un’alimentazione ricca di verdure.

Inoltre, se il livello dei trigliceridi nel sangue – e del colesterolo – è ridotto, si può dedurre un’alimentazione ricca di pesce azzurro (sgombri, salmone, tonno, sardine): questi alimenti contengono omega 3, grassi “buoni” fondamentali anche per il metabolismo e per il funzionamento del sistema immunitario, endocrino e nervoso.

Omocisteina

Stile di vita e alimentazione: l’omocisteina è un importante indice del rischio cardiovascolare, segnalando quindi eventuali pericoli per il nostro cuore. Livelli elevati di omocisteina nel sangue, infatti, sono un vero e proprio alleato dei tradizionali fattori di rischio quali fumo, sedentarietà, diabete e ipertensione.

Inoltre, un alto dosaggio di omocisteina significa che la nostra dieta è squilibrata, con un’alimentazione povera di verdure, specialmente a foglia verde.

Transaminasi

Spesso si sente parlare di “fegato grasso”, nome con cui in gergo comune si indica la steatosi, malattia del fegato più diffusa tra gli italiani e spesso associata a sovrappeso. Se il nostro fegato non funziona, un primo campanello d’allarme può arrivare già dagli esami del sangue con una rilevazione di livello elevato delle transaminasi GPT/ALT.

Laddove legato a cattive abitudini alimentari, occorre una revisione della propria dieta: un grande alleato per la disintossicazione del fegato è il cardo mariano – parente del carciofo – nonché il tarassaco.

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