Sindrome del corridore: come riconoscerla e curarla

Un dolore continuo al ginocchio, che va distinto in articolare ed extra-articolare, diventa più acuto quando si corre o si cammina a passo svelto: è la sindrome del corridore.

Ne parla il dottor Pietro Banchini, ortopedico negli ambulatori di Humanitas Medical Care.

Come riconoscere la sindrome: i sintomi

Oltre alla presenza di dolore extra-articolare generalmente di origine

muscolare, uno dei sintomi più diffusi della sindrome del ginocchio del

corridore (non solo mentre si corre o si cammina ma anche a riposo), è anche il dolore articolare.

In presenza di questi sintomi, “è necessario prima di tutto ridurre se non addirittura interrompere l’attività sportiva e rivolgersi al medico specialista, che localizzerà il dolore percepito dal paziente e potrà valutare la forza e la flessibilità muscolari, l’anatomia degli arti inferiori e dell’articolazione del ginocchio (varo o valgo) ed anche la camminata e la conformazione del piede grazie ad alcuni test ed esami come radiografie, risonanze magnetiche ed una eventuale ecografia”.

Trattamenti 

“Solitamente, si inizia con trattamenti di tipo conservativo con crioterapia, farmaco terapia, terapia fisica ed un’ eventuale terapia infiltrativa con acido ialuronico – spiega Banchini – da abbinare ad esercizi di stretching della fascia lata e della bandelletta ileotibiale e di tutta la muscolatura dell’arto inferiore; anche l’adozione di plantari personalizzati da inserire all’interno delle scarpe durante

la pratica sportiva e della vita quotidiana, può portare benefici”.

Come spiegato dal medico, “la farmacoterapia serve per togliere il problema infiammatorio che si crea a livello articolare per uno stress eccessivo; la terapia fisica, invece, vascolarizza e sfiamma le strutture sofferenti mentre l’acido ialuronico lubrifica l’articolazione, riduce i carichi e nutre la cartilagine sofferente per gli stress ripetuti a cui è sottoposta”.

Infine, i plantari servono “per correggere il carico a cui è sottoposto il ginocchio e ribilanciare la distribuzione del peso allo stesso rimettendo in equilibrio la postura, il carico ed il peso consentendo in genere, se associato alle altre terapie, il ritorno alla pratica sportiva”. 

Quando è inevitabile l’intervento chirurgico?

“In alcuni casi, più rari, è necessario ricorrere all’intervento chirurgico – chiarisce il medico -: nel caso in cui la terapia conservativa descritta non sia sufficiente per risolvere il problema, dopo aver analizzato attentamente l’articolazione e gli esami strumentali si può ricorrere all’intervento chirurgico”.

Quali sport e movimenti si devono evitare?

“Una volta guariti, sia che si sia trattato il problema in modo conservativo che chirurgico, non vi sono controindicazioni alla ripresa dello sport – rassicura Banchini -. Ovviamente, più lo sport è traumatizzante per l’articolazione e maggiore può

essere il rischio di recidiva. In questo caso sarà allora opportuno modificare l’attività sportiva con una meno traumatizzante per l’articolazione”.

Ortopedia e Traumatologia
Dott. Pietro Banchini
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