Nell’immaginario collettivo si tende a credere che un ambulatorio di logopedia si occupi in particolare e soprattutto di correggere i difetti di pronuncia dei bambini. “Lo porto dal logopedista”, si dice di piccoli che pronunciano le parole con una forte “erre” moscia o una fastidiosa “esse” sibilante…
Vero, i logopedisti si occupano di questo, ma anche di molto altro.
L’Ambulatorio di Logopedia di Humanitas Medical Care di Bergamo si occupa in particolare della presa in carico di tutti i bambini e i ragazzi in età evolutiva che presentano difficoltà linguistiche e/o altre di natura scolastica, cognitiva ed emotiva, che possono consistere in disturbi della comunicazione, disprassie orali e verbali, difficoltà di apprendimento, deglutizione disfunzionale e disturbi della voce.
Com’è organizzato questo ambulatorio? Lo chiediamo alla responsabile, dottoressa Ilaria Patelli e alle dottoresse Michela Zana e Valeria Locatelli, logopediste.
«Fanno parte di questo ambulatorio diverse figure professionali –specialiste in logopedia, psicoterapia e psicologia – che garantiscono una presa in carico globale e multidisciplinare, dalla valutazione alla riabilitazione, dei pazienti che soffrono di disturbi di linguaggio e comunicazione. L’ambulatorio si occupa inoltre della cura dei piccoli cui è stata riconosciuta una certificazione di disturbi specifici dell’apprendimento (DSA)».
Che cosa sono i disturbi specifici di apprendimento?
«Sono disturbi che si presentano nei primi anni della formazione scolastica – e che possono spingersi anche fino ai primi anni delle scuole superiori – che si manifestano attraverso difficoltà di apprendere le abilità scolastiche di base, per cui si ha come conseguenza un rendimento scolastico poco soddisfacente e, spesso, un inserimento nella classe piuttosto difficoltoso. In termini tecnici vengono definiti dislessia, specifico della lettura, la disortografia, specifico della scrittura, la disgrafia, specifico della grafia e la discalculia, specifico delle abilità numeriche e di calcolo».
Come agite in presenza di disturbi di questo tipo?
«Il nostro compito è quello di pervenire a una diagnosi che deve essere più precoce possibile per riuscire a ottenere risultati ottimali. Una volta effettuata la diagnosi avviamo un percorso di presa in carico che aiuti il giovane paziente a potenziare le abilità risultate carenti nel contesto di valutazione. La diagnosi di disturbo specifico dell’apprendimento – di questa parte se ne occupa direttamente l’Ambulatorio di Logopedia di Humanitas Gavazzeni – può avvenire solo in presenza di difficoltà che persistono nel tempo e che definiamo resistenti alla riabilitazione, ovvero che rimangono fortemente deficitarie anche dopo un percorso logopedico di almeno sei mesi, trascorsi i quali si può giungere a una certificazione di DSA che è valida per l’intero percorso di studi del ragazzo e viene aggiornata ogni volta che si verifica un passaggio da un ciclo scolastico al successivo. La certificazione fa scattare alcune agevolazioni per lo studente all’interno dell’ambito scolastico, commisurate alla sua specifica condizione. Contestualmente l’Ambulatorio di Logopedia di Humanitas Medical Care di Bergamo si occupa della presa in carico del ragazzo, con l’applicazione di percorsi di supporto differenziati in base alla diagnosi e ai bisogni emersi durante la valutazione».
La vostra presa in carico riguarda unicamente giovani che hanno ottenuto la certificazione?
«No, i ragazzi con certificazione sono solo una parte dei nostri pazienti. Buona parte dei bambini e ragazzi di cui ci prendiamo cura presentano disturbi di matrice linguistica che non sono assimilabili per intensità a quelli specifici di apprendimento – che portano alla certificazione – ma che sono comunque in grado di incidere sui risultati scolastici oltre che sulla capacità di vivere una vita fatta di normali relazioni sociali. Ci occupiamo inoltre anche di pazienti che non dimostrano deficit così inficianti il percorso scolastico da rendere necessaria una certificazione, ma che presentano ugualmente difficoltà scolastiche».
Quali sono i primi segnali di possibili difficoltà di questo tipo?
«Sono evidenti difficoltà a carico della comprensione linguistica orale, che non passa cioè attraverso un testo scritto o la padronanza lessicale e la capacità di capire concetti astratti, espressi linguisticamente. Sono inoltre chiari campanelli d’allarme la difficoltà di comprensione e produzione linguistica e l’incapacità di imparare nuovi termini e di usarli in modo appropriato».
Sono tutte condizioni che richiedono un piano di cura specifico?
«Sì, sono forse i casi in cui la figura del logopedista è più importante. Si tende a pensare che i bambini che non hanno ricevuto una diagnosi di DSA non richiedano particolari attenzioni, ma non è per niente così. Le loro difficoltà possono essere recuperate. Le loro difficoltà possono significativamente migliorare: per loro si può parlare di riabilitazione e la presa in carico da parte di un’equipe di medici dedicati può produrre molti risultati positivi. Ma non solo loro hanno bisogno di un nostro supporto. Non dimentichiamoci che per ottenere una certificazione di DSA è necessario che i disturbi dell’apprendimento permangano per almeno sei mesi. In tutto quel periodo è importante che il piccolo paziente possa godere di un supporto che lo aiuti a recuperare almeno in parte il gap esistente tra lui e i suoi coetanei. Al termine dei sei mesi, se i problemi permarranno si arriverà a una diagnosi e anche in quel caso sarà importante che il giovane possa contare sull’aiuto di uno staff medico che conosce a perfezione la sua situazione e sa come aiutarlo per garantirgli un apprendimento adeguato, autonomo e sereno».
Quali tipi di strumenti adottate per supportare i vostri pazienti?
«Si dividono in due categorie: misure dispensative e strumenti compensativi. Le prime sono quelle misure che servono a proteggere il ragazzo dalle valutazioni scolastiche, che devono essere adeguate alla sua condizione particolare. I secondi corrispondono a tutti quegli strumenti che aiutano a ridurre la fatica del ragazzo: sintesi vocale, computer, correttore automatico, software deputati… Non tutti sono utilizzabili per tutti i bambini, è compito del logopedista individuare gli strumenti ad hoc per ogni singolo paziente e indicarli a genitori e insegnanti perché possano provvedere a fornirglieli».
Che cosa devono fare i genitori che sospettano che i propri figli soffrano di problematiche legate al linguaggio o all’apprendimento?
«Non devono perdere tempo e devono sottoporre i propri figli all’analisi di un team medico che possa farsene carico al più presto. È importante, in seguito, che ci sia grande collaborazione tra i medici, i genitori e la scuola. Nessuna di queste tre entità, da sola, può risolvere i problemi che riguardano questi adolescenti. È uno dei tanti casi, questo, in cui si può davvero dire che l’unione fa la forza».
L’equipe dell’Ambulatorio di Logopedia di Humanitas Medical Care di Bergamo è così composta:
Responsabile
Dott.ssa Ilaria Patelli – Logopedista
Equipe
Dott.ssa Michela Zana – Logopedista
Dott.ssa Valeria Locatelli – Logopedista
Dott.ssa Emilia Liconti – Logopedista
Sedi
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12.000.000 Visite
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1.000.000 pazienti
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7.300 professionisti
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190.000 ricoveri
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12.000 medici