La SLA (Sclerosi laterale amiotrofica) è una malattia neurodegenerativa progressiva che colpisce i motoneuroni, le cellule nervose centrali cerebrali e del midollo, e quelle periferiche che permettono i movimenti della muscolatura scheletrica. Generalmente la mente resta vigile ma i muscoli si bloccano progressivamente.
Ne abbiamo parlato con il dottor Alberto Lerario, neurologo presso il centro Humanitas Medical Care di Monza.
Quali sono le cause della SLA?
Le cause sono ancora sconosciute ma sono stati riscontrati dei fattori che ricorrono nello sviluppo di questa patologia:
– Predisposizione genetica (tuttavia, nella maggior parte dei casi la malattia appare senza alcun legame familiare noto).
– Fattori tossico-ambientale (es. traumi meccanici e/o elettrici, il fumo, i prodotti chimici agricoli, una varietà di metalli pesanti) .
– Stile di vita (es. alti livelli di attività fisica) .
Come si manifesta la SLA?
“I primi sintomi della malattia possono essere brevi e spontanee contrazioni di una parte del muscolo, accompagnate da debolezza, seguiti dalla difficoltà di movimento degli arti (inizialmente uno solo solitamente) fino a una progressiva paralisi di tutti i muscoli volontari. Quando i muscoli respiratori sono colpiti, alla fine, è necessario un supporto ventilatorio permanente per assistere la respirazione. Le manifestazioni cliniche presentano un andamento molto variabile che va da qualche mese fino a qualche anno”.
Quanti tipi di SLA esistono?
Oggi si conoscono due differenti tipi di SLA:
– La forma familiare di tipo ereditario
– La forma sporadica senza familiarità (più comune).
Come si diagnostica la SLA?
“La diagnosi è difficile perché deve prevedere l’esclusione di altre malattie con sintomi molto comuni. A oggi non esiste alcun test o procedura certa per confermare o meno la diagnosi di SLA. Gli strumenti a disposizione sono un esame clinico ripetuto nel tempo da parte di un neurologo e, una serie di esami diagnostici effettuati per escludere altre patologie, tra i quali un ruolo fondamentale lo riveste l’elettromiografia”.
Si può curare la SLA?
“Attualmente non esistono terapie farmacologiche efficaci in grado di arrestare o rallentare significativamente la progressione della malattia. Esistono due farmaci riconosciuti e indicati nel trattamento della SLA, il riluzolo e l’edaravone, che possono rallentare il decorso della malattia di pochi mesi. Numerosi sono i trial clinici in corso per testare nuove molecole potenzialmente efficaci nel modificare in qualche modo la progressione della patologia”.
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