La lesione al menisco è uno degli infortuni più comuni, soprattutto tra gli sportivi. La causa più frequente è solitamente un trauma distorsivo (come può accadere durante uno sport con cambi di direzione repentini e/o di contatto come ad es calcio, padel, basket) ma può anche avere un origine degenerativa dovuto all’uso dell’articolazione. Il dolore e la limitazione del movimento sono i primi segnali d’allarme che potrebbero indicare la presenza di questa condizione. Cosa fare e a chi rivolgersi?
Ne abbiamo parlato con il dott. Antonio Giardella, capo sezione Ortopedia e Traumatologia dello sport di Humanitas Mater Domini e specialista in ortopedia e traumatologia presso l’ambulatorio Humanitas Medical Care De Angeli a Milano.
Che cosa sono i menischi?
I menischi sono dei piccoli “cuscinetti” di fibrocartilagine che hanno lo scopo di attutire i traumi e quindi ridurre le sollecitazioni meccaniche causate dal movimento del ginocchio e della gamba.
Come si può rompere il menisco?
Le lesioni del menisco sono un problema frequente tra gli atleti e gli anziani. Molti sport presentano un alto rischio di traumi da impatto o distorsioni, così come movimenti di rotazione improvvisi al ginocchio, che possono danneggiare il menisco.
Con l’avanzare dell’età, l’usura naturale delle articolazioni può portare ad una maggiore incidenza di degenerazione meniscale, nota come meniscosi, incrementando il rischio di lesioni.
Le lesioni meniscali si distinguono in base alla loro posizione (corno posteriore, corno anteriore, corpo meniscale, radici meniscali) e alla direzione della lesione (longitudinale, orizzontale e radiale).
Quali sono i sintomi delle lesioni al menisco?
I sintomi delle lesioni al menisco vengono diagnosticati durante un esame ortopedico effettuato da uno specialista in Ortopedia e Traumatologia sportiva. Durante l’esame clinico, lo specialista valuterà e raccoglierà i sintomi riferiti dal paziente, che tipicamente sono:
– blocco articolare (di natura episodica)
– difficoltà nell’estensione e flessione dell’articolazione
– dolore, specialmente durante il carico di pesi
– gonfiore nell’area interessata
– riscontro positivo a test specifici che implicano torsione e rotazione dell’articolazione.
Di solito, per confermare la diagnosi di una lesione meniscale e per determinare la tipologia e la gravità, il medico prescrive una risonanza magnetica.
Menisco rotto: cosa fare?
In caso di rottura, le lesioni periferiche che interessano l’area vascolarizzata del menisco spesso possono guarire da sole, senza necessità di interventi specifici. Per le lesioni di tipo degenerativo, il trattamento conservativo può includere infiltrazioni di acido ialuronico e fisiokinesiterapia. Per le lesioni post-traumatiche in individui che non presentano alterazioni di carattere degenerativo, è spesso consigliabile optare per un intervento chirurgico.
L’obiettivo della chirurgia è, dove possibile, la sutura del menisco e/o la riparazione delle sue radici, o, se la natura della lesione lo permette, la rimozione della parte lesionata del menisco. Si possono presentare anche casi di disinserzioni capsulari della struttura meniscale (lesioni RAMP), che vengono trattate con suture intrarticolari tra le due strutture.
Il recupero post-operatorio varia a seconda del tipo di intervento effettuato. Solitamente, nei primi 5-7 giorni, il paziente può deambulare con l’ausilio di due stampelle e con un carico parziale sul ginocchio operato. Questo periodo si estende a 2-3- settimane in caso di sutura meniscale o reinserzione della radice meniscale, con attenzione anche alla ripresa graduale della flessione dell’articolazione.
La riabilitazione fisiokinesiterapica è essenziale, sia in seguito a trattamento conservativo, sia dopo l’operazione chirurgica, iniziando già nei primi giorni successivi all’intervento e mirando al ripristino del tono muscolare normale e della capacità di movimento.
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