Siamo abituati a pensare alla rinoplastica come tecnica di chirurgia estetica volta a perfezionare l’aspetto del nostro naso ma non è sempre così. Questa operazione permette anche di migliorare la respirazione, nei casi in cui fosse compromessa da traumi o dal setto nasale deviato.
Ne abbiamo parlato con il dottor Simone Grappolini, chirurgo plastico presso il centro Humanitas Medical Care di Lainate.
Intervento estetico e funzionale, qual è la differenza?
Oggi la rinoplastica va intesa sia come un miglioramento estetico della piramide nasale, sia come una stabilizzazione della dinamica respiratoria o un miglioramento della stessa. In altre parole quando ci si accinge a eseguire una rinoplastica occorre prima fare un’accurata valutazione della respirazione del paziente. Se questo non ha problemi respiratori occorre eseguire un intervento che miri a correggere le alterazioni del naso, ma anche a evitare con molta attenzione alterazioni alla dinamica respiratoria, se invece il paziente ha, oltre a una deformità un’estetica del naso, delle alterazioni che ne limitano la respirazione occorre correggerle contestualmente.
È quindi implicito che il chirurgo che si presta a eseguire questo intervento sia in grado di eseguire una precisa diagnosi e padroneggiare le tecniche chirurgiche adatte nei vari casi.
Si può vivere respirando male?
Sicuramente la difficoltà respiratoria nasale può dare dei problemi nell’immediato e nel lungo periodo. Si può passare da una semplice predisposizione alle infezioni rinofaringee, a sinusiti ricorrenti con ricorrenti cefalee, roncopatie notturne (russare), che a lungo andare possono essere la concausa di apnee notturne. Queste sono situazioni cliniche che possono portare danni cardiorespiratori anche di gravi entità.
Respirare meglio grazie alla rinoplastica, quali sono gli interventi possibili?
Come abbiamo già accennato, quando facciamo una rinoplastica dobbiamo correggere contestualmente anche eventuali problematiche legate alla respirazione.
Molto spesso si pensa che le difficoltà respiratorie siano legate esclusivamente al naso storto, ossia a una deviazione del setto che ostruisce le vie respiratorie. Niente di più sbagliato. Certo, una deviazione del setto riduce la respirazione, ma occorre valutare l’ispessimento delle mucose dei turbinati (ossicini a forma di uncino posti alla base delle cavità narinali ricoperti di mucosa) che servono a convogliare meglio l’aria che respiriamo. Oltre a queste caratteristiche puramente anatomiche, la respirazione nasale ha un’importante componente dinamica.
In estrema sintesi la posizione e le caratteristiche delle cartilagini alari (quelle che delimitano le narici) e di quelle triangolari (quelle poste ai lati del dorso del naso) condizionano enormemente la dinamica respiratoria. Durante la respirazione, specie se forzata, queste strutture possono ostacolare con i loro movimenti il flusso dell’aria inspirata. Quindi è anche a questi livelli che bisogna agire modificandone la forma e contestualmente migliorandone la funzione.
Possiamo concludere che un naso bello e proporzionato respirerà anche meglio se si seguono questi determinati principi.
Quanto dura la convalescenza?
Normalmente un intervento di rinosettoplastica o rinoplastica necessita di anestesia generale; il giorno successivo vengono rimossi i tamponi (oggi sono spugnette che vengono estratte con molta facilità senza i dolori di un tempo) e dopo circa una settimana si rimuove il gessetto contenitivo e il paziente normalmente è già molto sgonfio in faccia. La piramide nasale si stabilizza dopo circa 15 giorni e normalmente il risultato è apprezzabile al 90% dopo due/quattro settimane.
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