Praticare un’attività autoerotica, ovvero masturbarsi, significa stimolare i propri organi genitali ed altre parti del nostro corpo, non solo per procurarsi piacere. La masturbazione, infatti, oltre che per raggiungere un orgasmo, può essere praticata anche per alleviare la tensione erotica che si è intesificata per l’aumento di desiderio sessuale o per ridurre lo stress quotidiano sia delle persone single che di quelle che vivono in coppia.
Inoltre, la masturbazione può avere una funzione “adattiva”, non solo ludica ed edonistica (ovvero, utilizzata per darsi piacere): migliorando, in certe situazioni individuali e relazionali, la soddisfazione sessuale con i partner più intimi, favorendo uno stato di rilassamento emotivo e fisico.
Ce ne parla il dott. Andrea Ronconi, sessuologo clinico e psicoterapeuta di coppia all’ambulatorio Humanitas Medical Care Milano De Angeli e specialista del centro di Sessuologia Medical Care, che ce ne parla come comportamento comune a quasi tutti gli esseri umani che ha di fatto anche significati relazionali.
Perché masturbarsi viene considerato ancora un tabù?
Sebbene la masturbazione possa entrare in conflitto con alcuni precetti religiosi o culturali, praticare sesso con sé stessi raramente ha conseguenze negative. Anche per questi motivi, le persone possono trovare difficile parlare di masturbazione, tendendo a vergognarsi e provando sensi di colpa.
Alcune culture e religioni insegnano ai bambini piccoli che è sbagliato toccarsi i genitali anche quando potrebbero farlo in un luogo sicuro e naturalmente non sotto gli occhi di estranei. Ma al giorno d’oggi, la comunità scientifica meno condizionata da questi miti e dogmi, sembra sostenere il ruolo della masturbazione come un modo per conoscere il proprio corpo, per apprendere cosa e quali comportamenti possono procurare piacere e anche cosa si preferirebbe evitare di fare.
Quando la masturbazione è eccessiva, può divenire un problema?
Oggi si considera assolutamente normale che le persone si masturbino da sole o in presenza di un partner consenziente, quindi nel totale rispetto per l’altra persona. Tuttavia, se la frequenza con cui una persona si masturba interferisce con il lavoro, le relazioni o altri aspetti della vita quotidiana, allora potrebbe essere un segnale di masturbazione eccessiva o compulsiva, eventualmente di “ipersessualità”. In situazioni simili sarebbe opportuno decidere di rivolgersi a un Sessuologo Clinico Psicoterapeuta da soli e/o in coppia.
Questa condizione può essere aggravata qualora ci fosse l’abitudine di masturbarsi per lo più con video o immagini pornografiche di vario tipo, che spesso può essere definita clinicamente come una dipendenza (porno-dipendenza).
Spesso la masturbazione, quando compulsiva, viene agita per calmierare forti emozioni negative, come ansia, rabbia, tristezza oppure per reagire – in maniera disfunzionale – alla noia del quotidiano, ai problemi personali e ai pensieri negativi. La cosa importante è che la persona riconosca gli effetti negativi che un comportamento caratterizzato da eccessiva masturbazione, possa provocare sulla qualità della propria vita individuale e relazionale. L’incapacità di riconoscere tali comportamenti eccessivi come un problema allontanerebbero la possibilità della persona a chiedere un aiuto specialistico.
Quando la masturbazione eccessiva diventa un problema di coppia?
Nella coppia adulta possono verificarsi situazioni nelle quali la masturbazione può togliere esperienze di intimità, sessualità e comunicazione condivisa, rendendo meno disponibile uno dei partner rispetto all’altro. La masturbazione molto frequente può essere un sintomo di scarsa comunicazione sui bisogni sessuali. Alcune persone trovano più facile darsi piacere piuttosto che avere un dialogo trasparente con il proprio partner su ciò che li eccita o su cosa, al contrario, li inibisce, spegnendo il proprio desiderio sessuale.
La masturbazione può essere usata anche per evitare di affrontare problemi di relazione o per nascondere delle abitudini autoerotiche presenti già prima che iniziasse la relazione di coppia esistente. Il modo in cui le persone sono abituate a masturbarsi prima di sperimentare una sessualità condivisa con un partner, può costituire un fattore negativo predisponente problematiche di natura sessuale nella vita di coppia.
Uno degli esempi più frequenti riscontrati dal Sessuologo Clinico e/o Psicoterapeuta di Coppia, è la masturbazione idiosincrasica dei maschi, conosciuta anche come “Sindrome masturbatoria traumatica” (1998, Lawrence Sank). Semplificando, essa si caratterizza nell’apprendimento di una modalità “atipica” di masturbarsi che nel tempo diventa un’abitudine. Per esempio: questi uomini possono masturbarsi in posizione prona e spesso utilizzando cuscini o lo stesso materasso per stimolarsi e quindi procurarsi piacere. Questa modalità “idiosincrasica” può contribuire a ritardare l’esperienza del coitarca (la prima volta che si fa l’amore con penetrazione) ed essere con-causa di disfunzione erettile o eiaculazione ritardata/assente nei rapporti di coppia.
Quando la masturbazione può essere parte integrante di una Terapia Sessuale più complessa?
Tuttavia, la masturbazione può essere richiesta anche come prescrizione comportamentale dal Sessuologo Clinico. In alcune specifiche situazioni terapeutiche, in seguito ad una consulenza sessuologica approfondita, gradualmente e solo in un certo momento del trattamento, la masturbazione (a casa propria quindi in un ambiente sicuro e privato), può costituire una parte della Terapia Sessuale molto utile per apprendere sicurezza personale, contrastare ansia da prestazione sessuale (e anticipatoria) nella prospettiva di migliorare i rapporti sessuali.
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