Il calazio, l’entropion, l’ectropion, la distichiasi e la ptosi sono tra le condizioni più comuni che possono interessare le palpebre. Il dottor Claudio Lucchini, oculista presso l’ambulatorio Humanitas Medical Care di Lainate, ci spiega come si possono riconoscere e come è possibile intervenire.
Calazio: quali sono le cause
Il calazio è una cisti causata dall’infiammazione cronica delle ghiandole del tarso, la parte cartilaginea delle palpebre. Si manifesta con gonfiore, fastidio e dolore sordo, spesso associato a rossore e ispessimento della palpebra. Se di grosse dimensioni, può anche provocare astigmatismo per compressione sulla cornea.
La sua formazione può dipendere da costituzionalità, disordini alimentari, patologie del tratto intestinale (come la colite spastica) e stati ansiosi.
Inizialmente, si può applicare calore sulla zona interessata, utilizzando sacchetti di gel riscaldabili o rimedi casalinghi come patate bollite o uova soda avvolte con pellicola d’alluminio.
Se non si risolve, possono essere prescritte pomate antibiotiche e cortisoniche per la durata di una settimana. Se il calazio non sparisce o rimane comunque infiammato è necessario asportarlo chirurgicamente.
Entropion ed ectropion: quando serve l’intervento
Si parla di entropion quando il margine della palpebra ruota verso l’interno, le ciglia possono entrare in contatto con la superficie della cornea. Il continuo sfregamento può portare da un lieve fastidio (come se ci fosse un corpo estraneo nell’occhio) a gravi ulcerazioni corneali. Altri sintomi includono: occhio rosso, lacrimazione e fotofobia si accompagnano spesso a questa condizione.
Questa condizione, tipicamente acquisita, colpisce spesso le persone anziane a causa del progressivo indebolimento delle strutture della palpebra. Può essere associata a blefarospasmo e, talvolta, può essere temporaneamente migliorata con iniezioni di sostanze miorilassanti. In altri casi è provocata da traumi chirurgici o malattie autoimmuni.
Può essere risolta con un intervento chirurgico che ha lo scopo di migliorare la funzionalità della palpebra ed evitare danni corneali da sfregamento.
L’ectropion indica quando il margine della palpebra inferiore ruota verso l’esterno e perde il contatto con il bulbo oculare, compromettendo la corretta lubrificazione e protezione della cornea. Le lacrime non vengono più incanalate verso i puntini lacrimali e bagnano costantemente la pelle della palpebra inferiore, causando irritazione e macerazione, fino alla contrazione della cute che peggiorerà l’ectropion.
I sintomi includono sensazione di corpo estraneo, occhio rosso e lacrimoso, eczema della cute palpebrale e cheratite da esposizione, causata dal mancato contatto della palpebra con il bulbo.
L’ectropion di solito è legato alla vecchiaia e si sviluppa a causa del progressivo indebolimento delle strutture della palpebra. Può essere anche causato da cicatrici da ustioni o pregressi interventi della zona palpebrale o per la presenza di neoformazioni voluminose che per il loro peso portano il bordo palpebrale verso l’esterno. In alcuni casi è provato da una forma paralitica per danno al nervo facciale.
Il trattamento chirurgico mira a ripristinare la posizione corretta della palpebra per garantire il contatto con il bulbo. In certe condizioni è necessario l’impianto di un lembo di cute.
Trichiasi: che cos’è e quali sono i sintomi
Quando le ciglia si rivolgono verso l’occhio anziché verso l’esterno, possono causare danni alla cornea.
I sintomi della trichiasi includono fastidio, dolore, occhio rosso e lacrimazione. Questa condizione colpisce principalmente la palpebra inferiore, ma a volte può coinvolgere anche quella superiore.
Il trattamento consiste in un intervento chirurgico delicato, che può essere complicato da precedenti e ripetute coagulazioni delle ciglia.
Ptosi palpebrale: che cos’è
Si definisce ptosi quando una o entrambe le palpebre superiori si abbassano, riducendo l’apertura oculare e limitando il campo visivo. Può essere congenita, quindi presente fin dalla nascita, o acquisita e manifestarsi in età adulta.
La prima è spesso causata da uno scarso sviluppo del muscolo elevatore, o da altre patologie associate. In questi casi è spesso necessario l’intervento chirurgico per permettere al bambino di avere un normale sviluppo della visione ed evitare l’ambliopia (occhio pigro) che, se non corretta precocemente, porterà ad una riduzione permanente della visione.
La seconda è provocata generalmente dal distacco o indebolimento dell’aponeurosi del muscolo elevatore. Le cause possono includere traumi oculari, interventi oculari tipo cataratta (traumatismo da blefarostato), tumori oculari, lenti a contatto rigide o semirigide, diabete o altre malattie. Il trattamento chirurgico varia a seconda delle cause sottostanti e può includere una plicatura del tendine o una resezione o una reinserzione.
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