Anche se l’età prevista varia a seconda delle zone d’Italia – La decisione spetta agli enti amministrativi regionali – lo screening contro il tumore al seno coinvolge in linea di massima le donne comprese tra i 45 e i 75 anni, fascia d’età in cui l’incidenza di questo tumore è più alta.
È un’arma fondamentale di prevenzione, che prevede l’esecuzione di una mammografia ogni due anni e che riesce a intercettare la maggior parte delle donne considerate a rischio.
«Ciò non toglie che patologie che riguardano il seno possano sorgere anche al di fuori di questo range e riguardare donne molto più giovani o anziane di quanto previsto» sottolinea la dottoressa Mara Costa, senologa che esegue visite senologiche di prevenzione e di diagnosi precoce in Humanitas Medical Care di Bergamo.
Dottoressa Costa quali sono le patologie al seno che riguardano le donne giovani, per cui è consigliabile sottoporsi a una visita senologica?
«Alcuni disturbi si possono presentare già in età adolescenziale, pensiamo ad esempio ai noduli benigni che in genere le ragazze individuano da sé, mentre fanno la doccia. Possono essere tolti chirurgicamente ma non destano grossa preoccupazione dal punto di vista clinico, anche se procurano un certo spavento. Progressivamente, a partire dai 30 anni, la sorveglianza senologica è indicata perché cominciano a presentarsi disturbi di vario genere. In considerazione del fatto che l’età della prima gravidanza – e quindi anche del primo allattamento – si è negli ultimi anni alzata sensibilmente, ci sono tante donne che attorno a questa età soffrono di patologie infiammatorie, mastiti, ingorgo mammario, situazioni che devono essere sottoposte a un senologo per essere risolte. Anche in questo caso sono patologie che non hanno un’evoluzione maligna ma che possono essere molto dolorose e non vanno per questo ignorate».
Torniamo all’età adolescenziale. Può avere senso sottoporsi a una visita preventiva anche in assenza di sintomi particolari?
«Un’adolescente in genere non ha indicazioni di andare dal senologo. Detto questo ci sono tante mamme ammalate di tumore che quando fanno i loro controlli per verificare se le terapie stanno funzionando chiedono se sia il caso che le loro figlie si facciano visitare. Il consiglio è sempre quello di fare una chiacchierata con un senologo, soprattutto se si hanno tra i 20 e i 30 anni. Quello che dico sempre a tutte loro è che ogni donna deve avere confidenza del proprio corpo, deve imparare a conoscersi guardandosi allo specchio e toccando il seno seguendo le regole dell’autopalpazione. Ogni occasione deve essere buona per verificare che tutto sia a posto: quando ci si lava, quando si mette una crema, la mano a contatto con il seno si rende immediatamente conto se è cambiato qualcosa rispetto al passato. Già il fatto che una donna dica di avere la sensazione che qualcosa sia cambiato può essere per noi senologi un’informazione preziosa, che ci spinge a verificare con attenzione il grado di salute generale del seno».
Per sua esperienza, questo succede spesso?
«Le donne sono molto brave in questo. Ma ci sono aspetti che spesso non vengono presi in considerazione come si dovrebbe. Una delle domande cui le pazienti non sanno quasi mai rispondere riguarda il capezzolo. Questo non ha la stessa forma per tutte, può essere naturalmente retratto e non è necessariamente il segnale della presenza di una patologia. Ma per noi è importante sapere se è sempre stato così e molte donne non sanno rispondere perché non ci hanno mai prestato attenzione. Da questo punto di vista, lo sottolineo ancora, è molto importante il supporto dello specchio che, dal punto di vista senologico, è il migliore amico della donna: è fondamentale controllare la forma del proprio seno, se la cute è integra o se ci sono abrasioni o eczemi, segnali che non necessariamente sono sintomi che devono mettere in allarme ma che comunque lo possono diventare nel tempo e per questo devono essere tenuti sotto controllo».
Quali segnali devono spingere con una certa urgenza a sottoporsi a una visita senologica?
«Meglio sottoporsi a un controllo, anche con una certa urgenza, se si nota la presenza di buccia d’arancia sulla pelle del seno. La cellulite sulla mammella non si forma, in condizioni normali, se la si nota è importante quindi farsi visitare. Lo stesso nel caso in cui si abbiano perdite di sangue dal capezzolo o se si individuano noduli, di qualsiasi dimensione essi siano, inutile e pericoloso rimandare una visita di controllo».
Visita che, peraltro non è assolutamente dolorosa o invasiva…
«No, nel modo più assoluto. Consiste, nella sua prima parte, in un colloquio nel corso del quale il senologo raccoglie informazioni sulla storia clinica della paziente – perché si fa visitare, qual è il suo problema, quali le visite o gli esami in precedenza fatti – cui fa seguito l’esame obiettivo, cioè la visita vera e propria in cui si controllano nel dettaglio le mammelle. Esami strumentali quali l’ecografia ì, la mammografia e , in casi selezionati, la risonanza magnetica vengono eseguiti solo su richiesta del senologo, quando vuole approfondire situazioni che a suo parere richiedono un’attenzione più dettagliata».
-
12.000.000 Visite
-
1.000.000 pazienti
-
7.300 professionisti
-
190.000 ricoveri
-
12.000 medici