Prevenzione del tumore alla mammella

Tra i tumori che colpiscono il sesso femminile quello della mammella è il più frequente, con un numero di casi ancora in aumento. In Italia si stima che nel 2021 verrà diagnosticato ad oltre 55.000 le donne e che, circa un terzo di queste, avrà meno di 50 anni di età.  Negli ultimi anni i progressi della ricerca hanno permesso di capire molti dei meccanismi con cui la malattia cresce e progredisce e ciò ha portato allo sviluppo di terapie innovative sempre più efficaci. La mortalità rimane tuttavia ancora elevata e occorrono pertanto ulteriori sforzi per riuscire a ridurla in modo significativo.

Ne abbiamo parlato con il dottor Claudio Andreoli, Direttore della Scuola Italiana di Senologia e senologo presso l’ambulatorio Humanitas Medical Care di Lainate.

Cosa possiamo fare oggi per riuscire a contrastare il tumore al seno?

“Abbiamo imparato come il tumore al seno sia una patologia complessa ed eterogenea, caratterizzata da tante variabili biologiche che ne condizionano in modo molto diverso l’evoluzione e la pericolosità. Per tutte le forme, dalle più alle meno aggressive, rimane tuttavia valida un’osservazione: minori sono le dimensioni al momento della diagnosi, maggiori saranno le possibilità di guarigione definitiva

Incrementare il numero di casi precocemente scoperti è quindi fondamentale e deve rappresentare un obiettivo prioritario per il Sistema Sanitario che va perseguito continuando a investire nel potenziamento delle strutture diagnostiche, nel rinnovamento delle tecnologie, nella formazione ed aggiornamento del personale medico e tecnico e nel favorire una più omogenea diffusione dei programmi di screening in tutto il territorio nazionale”.

Quali sono gli esami diagnostici più utili?

“I più importanti sono senz’altro la mammografia e l’ecografia. Sono indagini complementari che se utilizzate in modo integrato, eventualmente associate alla visita senologica, permettono di evidenziare la stragrande maggioranza dei tumori ancora prima che abbiano dato sintomi percepibili dalla donna stessa e, spesso, che abbiano acquisito la capacità di diffondersi al di fuori della mammella dando origine a metastasi. 

I miglioramenti tecnologici nel settore della diagnostica senologica sono stati straordinari: i mammografi di ultima generazione – come quelli in dotazione presso i Centri Medical Care di Humanitas – offrono la possibilità di ottenere immagini tridimensionali della mammella e i moderni ecografi sono in grado di cogliere minime anomalie strutturali e di effettuare prelievi bioptici precisi e minimamente invasivi”.  

A che età è bene cominciare a controllarsi il seno?

“L’opportunità di eseguire controlli periodici deve tener conto dell’entità del rischio di poter sviluppare il tumore.  I dati epidemiologici più recenti dimostrano la tendenza ad una diminuzione dell’età di insorgenza, per cui è consigliabile che le donne, anche se non avvertono alcun sintomo, si sottopongano, a partire dai 35 anni, a un’ecografia e una visita senologica ogni 12-18 mesi.

Nei rari casi di documentata predisposizione ereditaria su base genetica o, comunque, di conclamata familiarità per tumore mammario e/o ovarico è tuttavia opportuno che i controlli vengano anticipati adottando protocolli di sorveglianza più intensi che prevedano, ad esempio, anche l’esecuzione della risonanza magnetica mammaria”.

Quando iniziare con la mammografia?

“La mammografia è in assoluto l’indagine più efficace essendo la sola in grado di rivelare alcuni tra i segni iniziali più comuni del tumore come la presenza di gruppi di piccole calcificazioni e/o di lievi distorsioni della struttura della mammella.

È consigliabile effettuarla a partire dai 40 anni e ripeterla periodicamente con un intervallo stabilito dal medico radiologo in funzione delle caratteristiche del seno che, in ogni caso, non dovrà mai essere superiore ai due anni. Poiché sulla mammografia sono state diffuse notizie del tutto prive di fondamento, che hanno dissuaso molte donne dall’effettuarla, è sempre bene ricordare che si tratta di un esame totalmente privo di pericolosità e solo in casi eccezionali moderatamente fastidioso”.

Che ruolo ha oggi la pratica dell’autopalpazione?

“Sono purtroppo ancora moltissimi i tumori che oggi vengono scoperti dalle stesse donne per aver avvertito, in modo più o meno casuale, un nodulo o un’anomalia nella cute e nella forma della mammella.

Questa è la ragione per la quale l’auto-controllo periodico del seno continua a essere raccomandato e vengono insegnate le modalità per eseguirlo al meglio. Non si può tuttavia considerarlo come uno strumento utile alla diagnosi precoce: le lesioni scoperte con l’autopalpazione si sarebbero infatti potute evidenziare con maggior anticipo se le donne si fossero sottoposte ai controlli clinico strumentali con regolarità.

Tenuto inoltre conto del fatto che, essendo la mammella un organo complesso ricco di noduli, la pratica dell’autoesame è spesso fonte di forti e per lo più ingiustificate ansie, per questo non vanno certo colpevolizzate le donne che preferiscono non eseguirlo”.

Cos’altro possiamo fare per difenderci da questo tumore?

“Sono ormai diverse decine gli studi clinici che dimostrano come l’adozione di un corretto regime alimentare, il controllo del peso corporeo e la pratica di una moderata ma costante attività fisica siano in grado di diminuire in modo considerevole le probabilità di sviluppare la malattia. Ciò è stato dimostrato non solo nella popolazione generale ma anche nelle donne che già si sono ammalate: quelle che adottano questo stile di vita riducono infatti di ben il 30% il rischio di sviluppare una recidiva del tumore

Servono sforzi e iniziative per far crescere la cultura della prevenzione e per far sì che le donne siano sempre più consapevoli del ruolo importante che possono avere per la salvaguardia della propria salute e del loro futuro”.

Specialista in Senologia ed Oncologia
Dott. Claudio Andreoli
Visite ed Esami
Visita senologica

Sedi

Humanitas Medical Care
Lainate
Via Alfonso Lamarmora, 5, 20020 Lainate, MI, Italia
I numeri di Humanitas
  • 12.000.000 Visite
  • 1.000.000 pazienti
  • 7.300 professionisti
  • 190.000 ricoveri
  • 12.000 medici