La preeclampsia è una condizione che si manifesta nel 3-5% delle gravidanze, caratterizzata da ipertensione di nuova insorgenza dopo la 20a settimana, spesso accompagnata da elevati livelli di proteine nelle urine (proteinuria) e ritenzione idrica (improvviso aumento di peso, gambe gonfie). Rappresenta dal 2% all’8% delle complicanze legate alla gravidanza.
La preeclampsia può essere classificata in 2 sottotipi principali:
- preeclampsia a esordio precoce (o placentare) prima della 34a settimana
- preeclampsia a esordio tardivo (o di origine materna)
Ce ne parla la dottoressa Maddalena Bozzo, ginecologa presso l’ambulatorio Humanitas Medical Care De Angeli a Milano.
Quali sono le cause della preeclampsia?
Le cause esatte della preeclampsia non sono completamente comprese, ma si ritiene che uno sviluppo insufficiente della placenta e dei vasi sanguigni che la alimentano possano contribuire alla sua insorgenza.
La preeclampsia precoce è legata alla trasformazione della placenta e alla trasformazione delle pareti dei vasi che portano il sangue all’utero, processo che inizia a partire dalle prime settimane di gravidanza e si conclude intorno a 24-25 settimane di gestazione: le pareti dei vasi uterini devono trasformarsi per far sì che maggior flusso di sangue arrivi alla placenta e ossigeno e nutrienti al feto. Se questo processo è compromesso, il feto può sviluppare un ritardo di accrescimento (iposviluppo fetale) e, successivamente, può arrivare alla sofferenza per carenza di ossigenazione.
L’organismo materno reagisce all’insufficienza della placenta con l’ipertensione, che a sua volta danneggia le pareti dei vasi placentari con l’attivazione della coagulazione; questo comporta il rischio di infarti placentari (aree della placenta che non funzionano) fino al distacco prematuro della placenta stessa con sofferenza fetale acuta; inoltre, nel sangue materno si possono formare piccoli trombi (coaguli) con danni agli organi materni, soprattutto alla circolazione cerebrale epatica e renale (per esempio, con comparsa di convulsioni, insufficienza renale con peggioramento dell’ipertensione). Si verifica un circolo vizioso e l’unico modo per interromperlo è l’espletamento del parto.
La preeclampsia tardiva (o maternogenica) è legata ad eccessivo aumento ponderale materno (maggiore di 15 Kg a termine in una donna normopeso) ed eccessiva crescita fetale; si verifica un aumento della pressione arteriosa (PA) materna per l’incremento delle richieste nutrizionali del feto. E, come abbiamo visto, l’ipertensione materna danneggia i vasi placentari innescando le alterazioni della coagulazione che compromettono la placenta stessa e gli organi materni.
È possibile prevenire la preeclampsia?
Oggi è possibile identificare, alla fine del primo trimestre, le donne a rischio di preeclampsia con il test preeclampsia precoce, Bi test, la flussimetria delle arterie uterine e la storia personale della paziente. Questi esami consentono di individuare le donne a rischio, permettendo di attuare una profilassi con basse dosi di aspirina e pianificare un attento monitoraggio della gravidanza, riducendo significativamente il verificarsi della preeclampsia.
Fattori di rischio di sviluppare preeclampsia sono:
- Storia familiare di preeclampsia
- Obesità
- Età materna (molto giovane o oltre i 40 anni)
- Gravidanze multiple
- Condizioni mediche preesistenti (ipertensione, diabete o malattie renali)
- Tecniche di fecondazione in vitro
- Carenze nutrizionali
- Malattie autoimmuni (lupus eritematoso sistemico e sindrome da anticorpi antifosfolipidi).
Preeclampsia: quali sono i sintomi?
Ad ogni controllo ostetrico è importante che venga controllata la pressione arteriosa (PA), che normalmente in gravidanza tende ad essere più bassa che fuori gravidanza.
Segnali d’allarme che necessitano controllo della PA e valutazione clinica sono:
- mal di testa di nuova insorgenza che non risponde ai farmaci
- disturbi visivi
- dolore al quadrante superiore destro o epigastrico, spesso accompagnato da nausea o vomito associati
- respiro corto
- aumento del gonfiore rispetto ai sintomi normali della gravidanza.
Come viene diagnosticata la preeclampsia?
La diagnosi della preeclampsia si basa su una combinazione di anamnesi dettagliata, esame fisico e test di laboratorio. Gli esami includono:
- Misurazione della pressione arteriosa (non deve essere superiore a 135/85)
- Analisi delle urine per valutare la presenza di proteinuria (≥ 2+ nelle urine, un campione di urine delle 24 ore con ≥ 300 mg, o rapporto proteine/creatinina pari o superiore a 0,3)
- Emocromo completo per la valutazione della trombocitopenia (definita come conta piastrinica <100 K/mm3)
- Pannello metabolico completo per valutare la funzionalità epatica compromessa (con enzimi epatici superiori a 2 volte il limite superiore della norma) e l’insufficienza renale (concentrazione della creatinina sierica ≥ 1,1 mg/dl).
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