Post-vacation blues, come affrontare la depressione post vacanze?

Si chiama post-vacation blues o post-holidays blues ed è una risposta psico-fisica al ritorno alla quotidianità diversa dai ritmi tranquilli e rilassati della vacanza. È un tipo di sindrome caratterizzata da sintomatologia depressiva e/o ansiosa che può presentarsi subito dopo il rientro dalle vacanze. Tornare al lavoro, a scuola o alla routine quotidiana non è semplice per nessuno ma per alcuni può essere ancora più difficile, sebbene a differenza della depressione vera e propria, il post vacation blues, è una condizione transitoria e facilmente trattabile.

Ne abbiamo parlato con il dott. Pietro Ramella, Psicologo e Psicoterapeuta presso gli ambulatori Humanitas Medical Care Domodossola e De Angeli a Milano e specialista del centro Psico Medical Care di Humanitas.

Perché siamo depressi dopo le vacanze?

Per molte persone le vacanze rappresentano l’unico momento di distanziamento dalla normale routine quotidiana – uno spazio di cui il nostro corpo e la nostra mente hanno bisogno per rallentare i ritmi e rilassarsi. Al rientro, il reimmergersi nella routine giornaliera e la repentina ripresa dei ritmi frenetici (sia dal punto di vista emotivo che fisico) con tutto ciò che essi comportano come le responsabilità, le preoccupazioni e i propri doveri, può portare ad un vero e proprio stato di malessere generale.

Sebbene si possa pensare che il post vacation blues tenda a presentarsi dopo un periodo prolungato di vacanza (i mesi di villeggiatura tipici degli anni ’80), questa condizione è ad oggi riscontrabile anche in persone che rientrano dopo poche settimane di vacanza (periodo di ferie più tipico del lavoratore medio di oggi). 

Quanto dura la depressione post vacanza?

Come dicevamo, il post vacation blues, è una condizione transitoria che in genere dura qualche settimana ma, in alcuni casi, potrebbe prolungarsi, arrivando talvolta ad evidenziare problemi latenti più seri e duraturi legati ad ansia e depressione, soprattutto in quelle persone più inclini a sviluppare tale sintomatologia (a causa di un’interazione tra la genetica e l’ambiente).

Quali sono i sintomi del post vacation blues?

I sintomi più comuni possono comprendere sia la sfera mentale che quella fisica (il (tutto potrebbe derivare dal sistema ipotalamo-ipofisi-surrene) e possono comprendere:

–   Sintomi mentali: apatia/appiattimento delle emozioni, sensazione di stordimento, difficoltà di concentrazione, mancanza di iniziativa,  irritabilità/nervosismo, incremento dei livelli d’ansia, a cui si può affiancare malinconia, demoralizzazione/tristezza, sbalzi d’umore, senso di vuoto.

–   Sintomi fisici: spossatezza, dolori o tensione muscolare, affaticamento (il tutto non giustificato da attività fisica intensa o altre attività), cefalee, calo della qualità del sonno/insonnia, problemi di digestione. 

È possibile prevenire il post vacation blues?

Per prevenire il post vacation blues è possibile adottare una serie di accorgimenti, alcuni dei quali possono essere messi in atto ancora prima di andare in vacanza:

–   Ritagliarsi dei giorni di preparazione alla vacanza, rallentando i ritmi qualche giorno prima della partenza così da poter migliorare l’organizzazione stessa del viaggio. Spesso una scarsa organizzazione rischia di favorire un periodo vacanziero meno rilassante caratterizzato da più imprevisti che non permettono di stare nel qui ed ora della vacanza stessa, favorendo quindi la sensazione di un rientro quasi improvviso e a cui non ci si sente “preparati”. 

–   Riprendendo ciò che si è detto sopra, può essere efficace non tornare il giorno prima di riprendere la propria routine, la scuola o il lavoro, ma più giorni prima così da potersi prendere qualche giorno di “assestamento” per avere quindi il tempo utile a organizzarsi e prepararsi sia fisicamente che mentalmente alla ripresa delle attività. In caso contrario ciò che può accadere è che durante gli ultimi giorni di vacanza possano comparire i primi sintomi di carattere ansioso legati alla previsione della ripresa immediata delle attività una volta rientrati. Ciò potrebbe portare ad utilizzare, in modo poco efficace e salutare, gli ultimi momenti di vacanza proprio per organizzare il rientro scolastico/lavorativo a discapito del riposo e del relax degli ultimi giorni

–   Lasciare la casa in ordine, in modo tale che il vostro rientro sia più simile a un “ben tornato”, oltre al fatto che dovremo impiegare meno tempo per eventualmente  riorganizzare il nostro ambiente ritrovato. Rientrare in una casa in disordine o con commissioni lasciate in sospeso, implicherebbe togliere tempo a quel momento di “assestamento” descritto sopra.

–   Riprendere una sana alimentazione, specialmente se durante le ferie questa è cambiata, o per il fatto che il posto in cui siamo stati proponeva cibi diversi da quelli a cui siamo abituati o perché si è fatto qualche strappo alla regola e ci siamo concessi di sgarrare un po’. L’alimentazione va di pari passo con la forma fisica e la qualità del sonno, curare anche questi ultimi due punti appare quindi di fondamentale importanza per sfavorire l’esacerbarsi dei sintomi sopra descritti. 

–   Continuare a ritagliarsi momenti di relax e svago: ricordiamo che essere rientrati dalle ferie non significa che sia obbligatorio dedicare la nostra intera giornata a obblighi e doveri, uno spazio di cura per noi stessi è fondamentale per favorire un rientro caratterizzato da benessere continuativo. Sarà quindi utile prendersi cura non solo del proprio corpo ma anche della mente svolgendo attività piacevoli, gratificanti, sport, prendersi cura delle proprie relazioni con familiari e amici,  

–   Provare a ripartire a piccoli passi, senza voler fare tutto e subito (per esempio inizialmente prendendosi più pause durante l’attività scolastica/lavorativa per poi diminuire durante le settimane – darsi obiettivi realistici, “abbassando inizialmente l’asticella” a cui eravamo abituati): soprattutto, ma non solo, nei casi in cui si rientri a ridosso della ripresa delle attività, può capitare di sentire l’impellenza di partire subito a ritmo pieno. Dopo alcuni giorni/settimane di relax, sia il nostro corpo che la nostra mente si sono abituati a funzionare con ritmi a cadenza differenti. Chiedere a noi stessi un cambio repentino di ritmo sarebbe come cambiare marcia dalla seconda alla quarta mentre stiamo guidando, sicuramente raggiungeremmo la velocità di crociera ma più lentamente e con maggiori difficoltà.

Come intervenire quando i sintomi del post vacation blues sono già presenti?

I sintomi sopra indicati possono presentarsi anche durante gli ultimi giorni di vacanza, prima del rientro (in particolare se abbiamo fissato il rientro  il giorno prima della ripresa delle attività scolastiche/lavorative). In questo caso vi sono diverse opzioni:

  • Esercizi di rilassamento e meditazione possono aiutarci a ritornare nel qui ed ora della vacanza. Essi possono favorire sia il sonno che il rilassamento giornaliero. Una volta svolti durante il giorno essi potrebbero aiutarci a raggiungere uno stato favorevole ad analizzare il nostro stato d’essere così da capire quali decisioni prendere (Concentrarci sul rientro? Pianificare azioni una volta rientrati? Stare nel qui ed ora?). Non è sempre chiaro cosa sia più efficace fare in questo caso. Talvolta prenderci anche solo dei momenti serrati durante gli ultimi giorni di vacanza, per pianificare attività scolastiche/lavorative che si dovranno svolgere al rientro può favorire un rientro più soft. L’importante è che questi momenti siano appunto delimitati e ben definiti, concordati sia con noi stessi che con chi è con noi in vacanza

Se invece, al contrario, abbiamo predisposto un rientro con qualche giorno di anticipo dalla ripresa delle attività, potrebbe essere inefficace iniziare a pensare a tali attività già durante il viaggio.

Gli esercizi di rilassamento, meditazione e di mindfulness in particolare possono essere molto utili per ristabilire in noi un equilibrio che ci possa così permettere di capire quale decisione prendere tra quelle sopra descritte

  • Nel caso in cui stiamo già svolgendo un percorso psicologico, a seconda degli accordi presi con il nostro psicologo/psicoterapeuta, un’opzione potrebbe anche essere quella di contattare il professionista (ed eventualmente fissare anche un momento di incontro a distanza) al fine di poter far luce su come stiamo ed eventualmente chiarificare quali strategie possano essere più efficaci in quel momento, soprattutto se la sintomatologia della sindrome sopra descritta è già ben presente e interferente con le nostre giornate. 

Quando è necessario consultare uno specialista?

In caso di incertezza e di presenza di anche solo di alcuni dei sintomi sopra descritti, una prima visita psicologica può sempre essere un momento di confronto utile a chiarire alcuni nostri dubbi riguardo a come ci stiamo sentendo al rientro dalle vacanze. Non per forza questa “sindrome da rientro” è destinata a evolvere in qualcosa di più grave, ma come in ogni campo medico-sanitario la prevenzione favorisce la possibilità di individuare precocemente e repentinamente casi in cui alcuni sintomi siano invece degni di un eventuale approfondimento. 

Appare invece di fondamentale importanza consultare uno specialista quando ci accorgiamo che i sintomi sopra descritti appaiono in modo molto intenso e/o durano da più settimane, inficiando in modo importante la qualità delle nostre giornate . Quando per esempio cambia il nostro modo di dormire tanto da portarci a sonnolenza diurna o difficoltà nello svolgimento dei nostri compiti giornalieri, quando ci accorgiamo di non riuscire più a svolgere le nostre normali mansioni per calo di motivazione/voglia o per difficoltà a concentrarci, quando le nostre preoccupazioni iniziano a occupare gran parte della nostra giornata anche per elementi di minor importanza, quando il nostro umore rimane basso per la maggior parte del giorno o comunque proviamo malinconia/demoralizzazione/tristezza non completamente motivate da ciò che sta accadendo durante le nostre giornate o quando il nostro umore sale e scende con picchi di felicità e di tristezza repentini senza che vi siano eventi scatenanti comprensibili, quando cambia il nostro modo di relazionarci con gli altri, se per esempio notiamo che iniziamo a isolarci, quando notiamo sintomi fisici tra quelli sopra indicati come stanchezza, spossatezza, cefalee, sintomi gastrointestinali o altro, non comprensibili o giustificati da qualche malattia medica riscontrata. 

Ovviamente gli elementi fin qui elencati sono solo una parte degli esempi riportabili. Comunque sia, in caso noi ci accorgessimo di, o i nostri cari ci facessero notare, un cambiamento anomalo nel nostro comportamento o nel nostro umore, non comprensibile alla luce di quello che ci sta accadendo intorno e della durata di più giorni/settimane, in questo caso una prima visita psicologica sembra essere la via più efficace per trovare delle risposte.

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