L’ecografia dei linfonodi è un esame non invasivo che tramite ultrasuoni, fornisce informazioni utili sui noduli linfatici presenti nel collo, nelle ascelle e nell’inguine.
Ne abbiamo parlato con il dott. Nicola Magarelli, radiologo presso l’ambulatorio Humanitas Medical Care De Angeli a Milano.
Cosa sono i linfonodi?
I linfonodi sono piccoli organi dalla forma tondeggiante (simile a un fagiolo) che si trovano lungo le vie linfatiche (quelle che trasportano la linfa), ognuno di noi ne ha circa 600, situati nel collo, nelle ascelle, nell’inguine o nell’addome. Sono costituiti principalmente da linfociti e hanno il compito di filtrare le sostanze che viaggiano attraverso il fluido linfatico, aiutando il corpo a combattere le infezioni e le malattie.
Cosa vuol dire avere i linfonodi ingrossati?
I linfonodi ingrossati (linfoadenomegalia), possono avere diverse cause, come infezioni o stati di infiammazione acuti o cronici (pensiamo alla tonsillite batterica, a infezioni da citomegalovirus o da virus di Epstein Barr): in questo caso i linfonodi appaiono di consistenza soffice e possono essere dolenti. Inoltre, la linfoadenomegalia può verificarsi anche in associazione a patologie linfoproliferative e localizzazione secondaria di malattie tumorali.
Tuttavia, in alcuni casi, l’ingrossamento dei linfonodi può essere provocato da piccole lesioni (per esempio a causa del rasoio), da un profumo o un deodorante, o un indumento troppo stretto.
Che caratteristiche possono avere i linfonodi ingrossati?
Nel caso di infezioni e infiammazioni sono generalmente soffici e dolenti; nel caso di patologie linfoproliferative o malattie tumorali, possono avere una consistenza più dura (simile ad un sasso).
Da quali altri sintomi possono accompagnarsi i linfonodi ingrossati?
I sintomi possono cambiare in base alla patologia sottostante. Nel caso di tonsillite, possono essere associati a febbre e mal di gola; se invece la causa è di natura infettiva, possono essere dolenti.
Quando consultare uno specialista?
È importante rivolgersi al medico se ci si accorge di avere un linfonodo con una dimensione maggiore del dovuto, se dura per più di due settimane o se peggiora, se i linfonodi appaiono duri o ruvidi, o sono associati a sintomi come febbre continua, sudorazioni notturne, mal di gola, difficoltà a deglutire e a respirare, o ad una perdita di peso.
Successivamente, sarà lo specialista a valutare l’esigenza di un’ecografia.
A che cosa serve l’ecografia dei linfonodi?
L’ecografia consente di valutare i linfonodi attraverso lo studio della morfologia e delle dimensioni; inoltre, consente un’accurata valutazione dell’ultrastruttura midollare e paracorticale (ecostruttura), il tipo di vascolarizzazione attraverso un punteggio (PV) ed il calcolo delle resistenze intranodali (RI). Ne consegue, attraverso l’analisi di tutti questi parametri, una maggiore accuratezza nella diagnostica differenziale tra linfoadenomegalia di natura reattiva e linfoadenomegalia di natura linfoproliferativa e/o neoplastica secondaria.
Come si svolge l’ecografia dei linfonodi?
Dopo aver applicato una piccola quantità di gel sulla pelle del paziente, lo specialista appoggia la sonda ecografica muovendola sulla parte anatomica in esame.
Chi può effettuare l’ecografia dei linfonodi?
Data l’assenza di controindicazioni, chiunque può sottoporsi a questo esame.
L’ecografia dei linfonodi è dolorosa o pericolosa?
L’esame non è considerato né doloroso né pericoloso.
Quanto dura l’ecografia dei linfonodi?
La durata dell’esame è di circa 15 minuti.
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