Perché i bambini si ammalano spesso con l’inizio della scuola?

Dopo il periodo delle vacanze estive, in cui i bambini generalmente stanno bene, giocano, si divertono, traggono benefici dall’esposizione al sole (che favorisce la sintesi della vitamina D), inizia la scuola. Durante la stagione autunnale e i primi freddi, alcuni bambini cominciano tuttavia a presentare le prime infezioni dell’apparato respiratorio. Qual è il motivo e cosa si può fare per prevenirle?

Ce ne parla il dott. Gualtiero Leo, pediatra, allergologo e pneumologo presso Humanitas Medical Care di Murat e Premuda Milano.

Perché i bambini si ammalano più facilmente?

Il motivo è da attribuire all’immaturità del sistema immunitario che, nel bambino piccolo, non è ancora in grado di difendersi efficacemente dalle infezioni.

Nell’ambiente intrauterino, il feto è protetto e può fare affidamento sugli anticorpi materni attraverso la placenta. Ma dopo la nascita, il bambino inizia a vivere in un mondo completamente diverso, dove ci sono numerosi microrganismi che possono causare infezioni e deve cominciare a difendersi autonomamente. La difesa dalle infezioni diventa il principale compito del suo sistema immunitario.

In che modo il sistema immunitario può sviluppare la funzione di difesa?

Generalmente, si è portati a considerare i microrganismi come degli agenti dannosi per il nostro organismo, ma vi è uno straordinario numero di essi che ha effetti benefici e che è rappresentato dal microbiota.

Il microbiota è formato principalmente da batteri, oltre che da virus e funghi, che si sono evoluti con la specie umana per millenni instaurando un rapporto di reciproco beneficio. In particolare, il microbiota ha un ruolo chiave nello sviluppo e nella corretta funzione del sistema immunitario.

I microrganismi del microbiota cominciano a colonizzare il bambino già dalla nascita distribuendosi su tutte le superfici esposte all’ambiente esterno, come la cute e gli apparati respiratorio e gastrointestinale. È stimato che alla nascita il bambino venga colonizzato da migliaia di miliardi di microbi provenienti dal microbiota materno vaginale, intestinale e cutaneo. Tutte le numerosissime specie di microrganismi che compongono il microbiota sono necessarie per formare un microbiota “sano”, cioè in grado di svolgere le sue azioni benefiche.

La maggior quantità di essi si localizza nella parte distale dell’intestino, cioè il colon, dove non a caso è presente anche il maggior numero di cellule del sistema immunitario. Il microbiota presente nel colon ha anche la capacità di digerire alcuni componenti alimentari presenti nella dieta producendo sostanze, definite metaboliti, in grado di avere effetti benefici sul sistema immunitario.

I metaboliti che hanno dimostrato il maggior beneficio sul sistema immunitario sono quelli che derivano dalla fermentazione delle fibre alimentari contenute negli alimenti di origine vegetale, come verdure, legumi, noci, semi, frutta e cereali integrali.

Perché i bambini si ammalano spesso di infezioni respiratorie?

Questo avviene perché i numerosi microrganismi presenti nell’aria, e che sono in grado di causare infezione, hanno un facile contatto con il naso che è la prima parte delle vie respiratorie.

La superficie del naso è formata da un epitelio composto da diversi tipi di cellule con funzioni diverse. Alcune, dette cellule mucipare, producono il muco che ricopre tutto l’epitelio, mentre altre, dette cellule ciliate, posseggono le ciglia che si muovono in modo sincrono sotto il muco facendolo scorrere dal naso verso la cavità orale. In questo modo il muco allontana tutte le particelle, inclusi i microbi patogeni, che si depositano su di esso. Questa attività di depurazione viene definita clearance mucociliare.

Inoltre, sullo strato di muco ci sono i batteri del microbiota che da un lato inibiscono la crescita dei microbi patogeni e dall’altro stimolano il sistema immunitario a produrre sostanze immunologiche in grado di ucciderli o eliminarli.

Lo sviluppo di un microbiota maturo avviene verso la fine del terzo anno di età dove la sua composizione si avvicina a quella dell’età adulta, pur continuando poi a modificarsi nel tempo soprattutto per effetto della dieta e dei farmaci assunti.

Molti bambini quando si ammalano sviluppano catarro, tosse che a volte persistono per molto tempo.

Perché alcuni bambini sembrano sempre ammalati?

Quando un bambino contrae un raffreddore dovuto a un virus, l’infiammazione non si limita al naso ma coinvolge anche i seni paranasali, configurandosi così come una rinosinusite virale.

I seni paranasali sono cavità situate vicino al naso che, in condizioni normali, contengono aria; queste cavità sono in contatto diretto con il naso attraverso piccoli canali, detti osti, e la loro mucosa è simile e in continuità con quella del naso. Alcuni seni paranasali iniziano a svilupparsi già dal terzo mese di gravidanza e sono pneumatizzati alla nascita.

Durante un raffreddore, il bambino produce una maggiore quantità di muco, poiché le cellule che lo producono aumentano di numero, mentre diminuisce il lavoro delle ciglia, sia perché si riduce il numero delle cellule ciliate sia perché il loro movimento diviene più lento. Di conseguenza il muco aumenta, scorre più lentamente verso la cavità orale e ristagna più a lungo nel naso e nei seni paranasali. Se poi il bambino contrae un altro raffreddore a poca distanza di tempo il muco aumenta ulteriormente.

Il muco che fuoriesce dai seni paranasali e dal naso tende a scorrere posteriormente verso la gola causando tosse che può essere catarrale o di tipo “abbaiante” in quanto le secrezioni irritano la laringe. La tosse è spesso più frequente di notte o al mattino al risveglio.

Inoltre, le infezioni virali possono alterare la composizione del microbiota facendo crescere in esso specie batteriche patogene che causano l’infezione del muco; questo diventa purulento, cioè denso e giallastro, e si forma così una rinosinusite batterica. Questa alterazione del muco può favorire lo sviluppo dell’otite media acuta, in quanto il muco infetto, scorrendo posteriormente lungo il naso, può entrare nell’orecchio medio attraverso la tuba di Eustachio.

Cosa si può fare per far ammalare meno frequentemente un bambino?

È necessario far sviluppare il più precocemente possibile un sano microbiota e cercare di non indebolire la mucosa nasale che è la prima barriera contro l’ingresso dei microrganismi patogeni.

La colonizzazione di un buon microbiota nel bambino è inizialmente favorita dalla presenza di un buon microbiota materno. La madre dovrebbe mantenere in gravidanza una dieta orientata al modello mediterraneo, e possibilmente evitare l’assunzione di farmaci antibiotici.

Successivamente, il parto per via naturale, l’allattamento al seno, la successiva introduzione di alimenti solidi con il divezzamento, favoriscono una buona crescita del microbiota nel bambino.

In caso di mancanza di latte materno è utile usare delle formule adattate di latte vaccino che contengono i probiotici e le fibre (oligosaccaridi) simili a quelli presenti nel latte materno.

I primi 2-3 anni di vita rappresentano un periodo critico per lo sviluppo del microbiota e deve essere fatto ogni intervento per favorirne la crescita ottimale cercando di evitare ciò che possa danneggiarlo.

La somministrazione di antibiotici e di cortisonici nei primi anni, specie se frequente, può avere un impatto negativo sul microbiota che può durare a lungo; per cui occorre valutare con attenzione la necessità di somministrali, seguendo le indicazioni del medico curante.

Anche i lavaggi nasali che vengono frequentemente usati già nei bambini piccoli andrebbero eseguiti solo in caso di necessità. È stato infatti dimostrato che le varie soluzioni saline, anche quelle fisiologiche, riducono l’effetto antimicrobico di alcune sostanze immunologiche presenti nel muco nasale.

È utile insegnare al bambino a soffiare il naso anche mediante piccoli esercizi divertenti, come far muovere piccoli pezzetti di carta attraverso l’aria che esce dal naso.

È importante abituare il bambino – dopo il divezzamento- ad una alimentazione sana, secondo il modello della dieta mediterranea. Una dieta ben equilibrata deve garantire l’apporto dei macronutrienti (carboidrati, proteine e lipidi), fibre alimentari, vitamine e minerali.

È noto che anche le carenze di vitamine A, D, E e di zinco possono avere un impatto negativo sulla funzionalità del sistema immunitario.

Per quanto riguarda la vitamina D, la dieta può non essere sufficiente per garantire un normale apporto nel periodo autunno/inverno in cui l’esposizione al sole è ridotta. Quindi può essere necessario aggiungere integratori a base di vitamina D. 

È di grande importanza evitare il contatto con il fumo passivo che riduce la clearance mucociliare a livello nasale.

Referenze

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