L’orgasmo è una componente importante della soddisfazione sessuale che ha implicazioni psicologiche, relazionali e biologiche.. Tuttavia, a molte donne, in alcuni momenti della propria vita è capitato di fingere di provare l’orgasmo, anche solo per paura di ferire il partner o farlo sentire inadeguato. Ma in questo modo si protegge davvero la persona o la si inganna? Quali conseguenze possono esserci sulla relazione di coppia?
Ne abbiamo parlato con il dott. Andrea Ronconi, sessuologo clinico e psicoterapeuta di coppia all’ambulatorio Humanitas Medical Care Milano De Angeli e specialista del Centro di Sessuologia Medical Care.
Quale può essere la causa della mancanza di orgasmo?
Non riuscire a provare l’apice del piacere durante un rapporto sessuale – nonostante il partner abbia messo in atto una stimolazione adeguata – può essere vissuto con un intenso disagio emotivo e relazionale.
In alcuni casi, si può parlare di “anorgasmia” (o disturbo dell’orgasmo femminile) che può essere permanente, quando presente dall’inizio delle esperienze sessuali, o acquisita, quando esordisce in un preciso momento della vita e solo dopo un periodo caratterizzato dall’assenza di questo problema.
Tuttavia, se la donna prova un orgasmo attraverso la stimolazione diretta o indiretta del clitoride e non, per esempio, attraverso la penetrazione, non è possibile parlare di disturbo dell’orgasmo. Questa opportunità può essere considerata come una variante comportamentale della sessualità umana e non come un disturbo da curare.
Ciò nonostante, queste persone potrebbero vivere con disagio emotivo e relazionale per il semplice fatto di riuscire a godere con sé stesse ma non con il partner.
Fra le diverse cause ricordo i miti legati alla prestazione e alle aspettative sociali, ovvero cosa è considerato normale e cosa invece no.
Ad ogni modo, se il partner manifestasse disfunzione erettile e/o un’eiaculazione precoce, la qualità della stimolazione ricevuta potrebbe non essere adeguata e quindi costituire una delle cause determinanti il mancato orgasmo da parte della donna. In simili situazioni prima di vedere lo specialista, la stimolazione potrebbe essere migliorabile adottando comportamenti alternativi alla penetrazione peniena, decisi in comune accordo, meglio se con l’aiuto di un sessuologo clinico psicoterapeuta (psicosessuologo o psicosessuologa).
In queste situazioni è importante comunque che siano entrambi i partner, non solo lui o lei, ad intraprendere un percorso comportamentale.
A chi rivolgersi se non si riesce ad avere un orgasmo?
Sia nella fase di valutazione sessuologica con la donna che lamenta “anorgasmia”, sia in quella di trattamento, è consigliato un approccio multidisciplinare con il coinvolgimento di altre figure professionali oltre al sessuologo clinico psicoterapeuta, come il/la ginecologo/a, l’endocrinologo/a, l’ostetrica/o e un/a fisioterapista esperta in sessualità e in riabilitazione del pavimento pelvico.
Le difficoltà orgasmiche spesso coesistono con problemi correlati al desiderio all’eccitazione sessuale, disinteresse per comportamenti più intimi, carenza di fantasie erotiche, eccessiva conflittualità con la persona/partner.
Le donne mostrano una maggiore variabilità legata all’età del primo orgasmo e alla modalità attraverso la quale possono fare questa esperienza. La storica concezione per cui la donna può avere solo 2 tipi di orgasmi, quello clitorideo e quello vaginale, è considerata come superata dalla comunità scientifica.
In realtà ci possono essere tanti tipi di orgasmi quante sono le differenze individuali e relazionali di ciascuna donna/coppia. Fatta questa premessa però, sembra che un numero cospicuo di donne apprendano a raggiungere l’apice del piacere sessuale perché favorite da una varietà di stimolazioni ed esperienze, acquisendo confidenza con il proprio intimo sentire, affermandolo come un proprio diritto al piacere e quindi alla promozione della salute sessuale personale e al benessere della coppia. Fare l’amore con sé stessa e con altre persone/partner costituiscono importanti ingredienti facilitanti la possibilità di fare esperienze sessualmente più gratificanti.
Fondamentale rimane la comunicazione tra partner, nelle diverse situazioni di frequentazione sessuale non soltanto nelle coppie più stabili. Spesso fanno da ostacolo le ritrosie sulla loro capacità di riconoscere i propri bisogni, fantasie e preferenze più intime e riuscire a comunicarle in maniera chiara al partner. Il timore di essere valutate come troppo esigente o “perversa” può inibire i propri bisogni e/o indurre a evitare di parlarne con la persona/partner.
Perché alcune donne fingono l’orgasmo?
La soddisfazione sessuale nel suo complesso, non è necessariamente legata solo al raggiungimento dell’orgasmo. Molte donne riferiscono alti livelli di soddisfazione sessuale, nonostante non abbiano mai raggiunto l’orgasmo o l’abbiano raggiunto raramente. Le donne con difficoltà nel provare l’orgasmo possono allo stesso tempo percepire il timore di essere lasciate, abbandonate o di non poter realizzare il sogno o desiderio di vivere una sana vita di coppia e fare eventualmente una famiglia. La cultura di appartenenza e la storia personale, ancora una volta, sono gli aspetti che più condizionano tali paure.
Alcune di loro arrivano a fingere di raggiungere l’orgasmo, chiudendosi in loro stesse e negando il loro sentire genuino, in altre parole evitando di affrontare un problema che non è mai solo sessuologico.
Spesso il partner non possiede gli strumenti conoscitivi per riconoscere se la donna ha provato o meno un orgasmo, ciò manterrebbe il problema cronicizzandolo nel tempo.
L’imbarazzo della donna insieme alla sua difficoltà nel lasciarsi andare durante il coito ed altri scambi sessuali con il partner, possono favorire il fenomeno dell’autosservazione eccessiva dall’esterno detto “spectatoring”. Come capita agli uomini, anche le donne possono provare ansia da prestazione sessuale e anticipatoria.
Questo fenomeno non solo aumenterebbe la distanza nel sentirsi insieme, presenti e vicini fra partner emotivamente e fisicamente coinvolti facendo l’amore, ma contribuirebbe a inibire anche le sensazioni percepibili con sé stessa. Nella donna l’ansia può avere l’effetto di ritardare o inibire totalmente l’orgasmo; perché sposta l’attenzione ai pensieri negativi, allontanandola, attimo dopo attimo, dalle percezioni piacevoli. Più cercherà di accelerare questo momento e più allontanerà la possibilità di lasciarsi andare al piacere sessuale.
Cosa può fare il sessuologo?
Lo specialista sessuologo (o la specialista), attraverso prescrizioni comportamentali da realizzare a casa fra una seduta e l’altra, lavorerà insieme alla donna con questi problemi per far sì che possa non concentrarsi più sull’orgasmo, ma focalizzarsi sui propri desideri (anche quelli considerati più “proibiti”) e sulle proprie sensazioni, mettendo da parte pensieri e giudizi – dimenticandosi di cosa potrebbe pensare il/la partner- e arrivando a provare liberamente emozioni e percezioni di piacere anche molto forti, comunque naturali.
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