Quando si parla di peeling, in ambito di medicina estetica, ci si riferisce a tutti i trattamenti che vengono eseguiti in ambito viso con l’utilizzo di acidi o creme e che permettono di ottenere una nuova luminosità alla pelle oltre che la risoluzione di problematiche che si possono presentare in ogni fase della vita come l’acne, le macchie della pelle o il melasma, che è un’iperpigmentazione della pelle di origine ormonale.
Le soluzioni a disposizione sono varie e sono scelte dagli specialisti in base alle esigenze dei pazienti e del loro stato di salute generale.
Approfondiamo l’argomento con l’aiuto del dottor Maurizio Nudo, Responsabile Dermatologia di Humanitas Castelli e medico di Humanitas Medical Care di Bergamo.
Dottor Nudo, quali sono i principali trattamenti di peeling, quelli più richiesti ed eseguiti?
«Tra i principali c’è anzitutto il peeling che prevede l’utilizzo dell’acido salicilico. È un trattamento che viene eseguito soprattutto negli adolescenti e nei giovani che hanno, o hanno avuto, problemi di acne e ne hanno risolto parzialmente la sola forma acuta, oppure negli adulti che denunciano problemi di acne o di acne rosacea».
Qual è la durata e quali sono i benefici prodotti dal trattamento con acido salicilico?
«È un trattamento di veloce esecuzione, ogni seduta ha una durata di circa 10-15 minuti. Per ottenere risultati positivi è necessario sottoporsi a 4-5 sedute, distanziate 15-20 giorni l’una dall’altra. L’acido salicilico agisce sull’infiammazione che è alla base dell’acne con un intervento che interessa lo strato corneo, che viene rimosso, e a livello medio del derma, sul quale ha un’azione antinfiammatoria. Nei primi giorni dopo le sedute si forma un po’ di rossore e può esserci una leggera desquamazione della pelle, poi tutto ciò svanisce e il risultato finale consiste nell’ottenimento di una pelle più sana e luminosa».
Quali sono altri trattamenti peeling per il viso?
«Un altro trattamento viso è lo “Yellow Peel”, un mix di acidi che può essere utilizzato per “rimodellare” lo strato esterno dell’epidermide e intervenire sulle macchie più superficiali presenti sul volto. Il risultato è quello di una pelle rinnovata. È un trattamento che non può essere eseguito dopo il mese di aprile, perché il mix di acidi utilizzato è sensibile alle temperature più calde e alla luce del sole e per questo motivo il periodo estivo non è indicato per la sua esecuzione. Se non lo si vuole fare in questo periodo dell’anno, bisogna dunque aspettare i prossimi mesi di settembre/ottobre. Un ulteriore peeling capace di donare luminosità al viso è, inoltre, quello eseguito utilizzando l’acido mandelico. Si tratta di un trattamento molto delicato, soft ed efficace, che può essere eseguito anche d’estate. È bene sottolineare che tutti i peeling che prevedono l’uso di acidi sono oggi estremamente sicuri, non lasciano macchie e non ustionano la pelle, come poteva invece accadere in passato con trattamenti eseguiti con altri acidi».
La scelta dei trattamenti dipende anche dal fototipo della pelle, cioè se questa è più o meno scura?
«È fuori di dubbio che la pelle più chiara sia la più sensibile e che il fototipo scuro, olivastro, incorra invece in minori effetti collaterali. Proprio per i fototipi più scuri c’è un tipo di peeling particolare, chiamato “dermamelan”, che può essere utilizzato in presenza di macchie evidenti su alcune parti del volto o di melasma. In particolare, il “dermamelan” viene utilizzato quando si ritiene che l’uso del laser, in quella specifica situazione contingente, oltre a non permettere di raggiungere buoni risultati potrebbe addirittura contribuire a peggiorare la situazione. Si tratta di un trattamento un po’ più complesso e un po’ più lungo da applicare, rispetto agli altri. La “maschera” professionale ad uso esclusivo dello specialista dermatologo deve essere lasciata agire per 8 ore e una volta rimossa è necessario fare uso di determinate creme lenitive da alternare a nuovi trattamenti, per un processo che può avere una durata di circa due mesi. Se da una parte questo trattamento risulta essere un po’ lungo e complesso, dall’altra bisogna dire che permette di raggiungere risultati buoni ed evidenti, grazie al fatto che la crema utilizzata non si limita ad agire sullo strato più superficiale dell’epidermide, ma penetra pian piano sotto la pelle e agisce sui melanosomi che producono il pigmento, riducendone l’attività e, anche, la quantità».
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