Il bicipite è un muscolo situato nella parte anteriore del braccio, che consente di flettere e supinare l’avambraccio. Viene utilizzato durante attività quotidiane come sollevare un peso o portare la mano al viso. È composto da due ventri muscolari e due tendini: il capo lungo, che origina dal tubercolo sovraglenoideo, e il capo breve, che origina dalla coracoide. Le lesioni al tendine del capo lungo del bicipite omerale sono frequentemente causate da movimenti ripetitivi con le braccia sopra la testa o traumi accidentali. Le sollecitazioni croniche, inoltre, possono provocare la rottura improvvisa del tendine, causando dolore e un rigonfiamento visibile del muscolo. Questo accade perché il tendine si retrae, il muscolo si accorcia e si allarga. Un fenomeno descritto come segno di Popeye (“braccio di ferro”), facendo riferimento al personaggio del cartone animato famoso per il suo bicipite prominente.
Il dottor Andrea Lisai, medico ortopedico e chirurgo, specializzato nelle patologie della spalla, presso Humanitas San Pio X e l’ambulatorio Humanitas Medical Care di Monza, ci spiega come riconoscere queste lesioni e intervenire.
Quali sono i sintomi di un problema al tendine del bicipite?
I principali sintomi includono dolore nella parte anteriore della spalla, specialmente durante movimenti sopra la testa, e dolore alla digitopressione lungo il percorso del tendine. In alcuni casi, il paziente può avvertire crampi nel muscolo bicipite.
Paradossalmente, in molti casi, la rottura del capo lungo del bicipite porta a una risoluzione di un dolore presente da tempo: per tale ragione viene anche definita “rottura salvatrice”.
Come si diagnostica la tendinite del capo lungo del bicipite?
La valutazione clinica prevede un’ecografia, che può rivelare segni di infiammazione, come raccolte di liquido, o instabilità del tendine.
Quali trattamenti sono disponibili per la tendinite del capo lungo del bicipite?
Il trattamento della tendinite del capo lungo del bicipide (CLB) si basa su:
- Fisioterapia: per migliorare il dolore e ridurre l’infiammazione
- Terapie fisiche: come tecarterapia e laser
- Modifica dell’attività fisica: evitando movimenti ripetitivi e il sollevamento di pesi
- Farmaci antinfiammatori: per ridurre il dolore
- Infiltrazioni ecoguidate: in caso di tendinite o tendinopatia.
Quando è indicato l’intervento chirurgico per le patologie del capo lungo del bicipite?
L’intervento chirurgico sul capo lungo del bicipite è relativamente raro. Solitamente, viene eseguito solo se durante una riparazione artroscopica della cuffia dei rotatori viene riscontrata una lesione del CLB. In questi casi, si procede con una tenotomia (sezione del tendine) o una tenodesi (sezione e fissazione del tendine all’osso):
- Tenotomia del capo lungo del bicipite: è una procedura artroscopica che prevede il taglio del tendine a livello della sua inserzione intra-articolare, in corrispondenza del labbro glenoideo superiore. Questo intervento, nella maggior parte dei casi, allevia il dolore senza compromettere la funzionalità della spalla o la forza del braccio. Tuttavia, il paziente deve essere informato che, a seguito della tenotomia, può verificarsi un “rigonfiamento” nel muscolo del bicipite, noto come segno di Popeye. Questo effetto è di natura estetica e non limita il movimento o la forza.
- Tenodesi del capo lungo del bicipite: in alcuni casi, dopo aver sezionato il tendine, si procede a reinserirlo sull’osso omerale. Questo tipo di intervento è più indicato nei pazienti più giovani con particolari esigenze funzionali o estetiche. Tuttavia, la tenodesi può comportare una non rara persistenza del dolore nella zona dove il tendine è stato fissato.
Quanto durano il ricovero e la convalescenza di tenotomia/tenodesi?
Gli interventi vengono eseguiti in anestesia loco-regionale e il paziente può tornare a casa il giorno successivo.
In caso di tenotomia, non è necessario immobilizzare il braccio, e la fisioterapia può iniziare subito dopo l’intervento. La ripresa delle normali attività, compresi lavoro e sport, dipenderà dalla gestione del dolore.
Per la tenodesi, invece, è necessario immobilizzare il braccio con un tutore per tre settimane, per proteggere il tendine e favorire la guarigione nella nuova posizione. Durante questo periodo, il braccio può essere usato per attività leggere, come scrivere o usare il computer, ma non è consentito sollevare attivamente il braccio. La fisioterapia inizia solitamente una settimana dopo l’intervento, mentre l’uso attivo del braccio è possibile dopo tre settimane. Il rinforzo muscolare e il ritorno all’attività sportiva avvengono in media a tre mesi dall’intervento.
Lesione SLAP: che cos’è e quali sono i sintomi?
La lesione SLAP (Superior Labrum Anterior to Posterior) riguarda il labbro glenoideo, la struttura a cui il tendine del bicipite si ancora. Questa condizione può essere causata da un trauma, una caduta, una lussazione della spalla o il sollevamento di un peso eccessivo, che provocano lo stiramento del tendine e la disinserzione del labbro glenoideo.
I sintomi più comuni includono dolore alla spalla durante i movimenti del braccio sollevato davanti al corpo, accompagnato a volte da un “click” o scatto. In caso di instabilità della spalla, può essere presente una sensazione di “spostamento” dell’articolazione.
Come si tratta una lesione SLAP?
La diagnosi di lesione SLAP richiede un’artro-risonanza magnetica con mezzo di contrasto intra-articolare, poiché non è visibile con radiografie convenzionali o ecografie.
Il trattamento può includere:
- Tenodesi del capo lungo del bicipite: fissazione del tendine all’osso
- Riparazione artroscopica: reinserimento del labbro glenoideo con l’uso di ancorette.
L’intervento per la riparazione della lesione SLAP (lesione del labbro glenoideo superiore) viene eseguito in artroscopia, con dimissione prevista il giorno successivo. Il braccio deve rimanere immobilizzato in un tutore per quattro settimane, per consentire la guarigione del labbro glenoideo.
Quali sono i tempi di recupero dopo la riparazione della lesione SLAP?
La settimana dopo l’intervento, è importante iniziare la fisioterapia per evitare la rigidità della spalla, eseguendo una mobilizzazione passiva. Durante le prime quattro settimane, il paziente può usare il braccio per piccoli gesti quotidiani, evitando però il sollevamento attivo. A quattro settimane, il tutore viene rimosso e il braccio può essere utilizzato per le attività quotidiane, mentre il rinforzo muscolare dei muscoli della cuffia dei rotatori inizia a otto settimane. Il ritorno allo sport è solitamente permesso a 16 settimane dall’intervento.
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