Onde d’urto: cosa sono e a cosa servono?

Le onde d’urto sono una terapia che sfrutta le onde sonore, simili a quelle prodotte durante un tuono, per il trattamento di diverse patologie. Contrariamente a quanto si possa pensare, però, le onde d’urto non traumatizzano i tessuti.

Ne parliamo con la dottoressa Patrizia Capacchione, fisiatra di Humanitas Medical Care Lingotto e San Luca.

Come agiscono le onde d’urto?

Le onde d’urto, contrariamente al loro nome, hanno un’azione non traumatica che stimola le cellule e i tessuti a livello profondo.

Il loro meccanismo si avvale in primis di un’azione meccanica diretta responsabile prevalentemente di un effetto antidolorifico attraverso il rilascio di endorfine.

Secondariamente di un’azione biologica antinfiammatoria e antiedemigena sui tessuti molli sede del trattamento.

In particolare migliorano la microcircolazione locale che, aumentando l’apporto di ossigeno, nutrienti e fattori di crescita ai tessuti, stimola la rigenerazione tendinea, ossea e cutanea e accelera il processo di guarigione di piaghe, ulcere e ferite.

In quali casi vengono utilizzate le onde d’urto?

Le onde d’urto sono state utilizzate in ambito medico per la prima volta negli anni ’90 per la disgregazione dei calcoli renali, in un trattamento chiamato litotripsia.

Negli anni successivi hanno trovato largo impiego nella cura delle patologie legate all’apparato muscolo-scheletrico.In ortopedia, infatti, le onde d’urto sono utilizzate per trattare le infiammazioni dei tendini (tendiniti croniche), spesso refrattarie ad altre terapie, per favorire la guarigione ossea in caso di fratture che tardano a consolidarsi, e per facilitare il recupero in caso di distrazioni muscolari, contratture, dolore da fibrosi e ossificazioni post-traumatiche, soprattutto a seguito di traumi sportivi.

Non tutte le onde d’urto sono uguali: esistono le onde d’urto focali extracorporee e le onde d’urto radiali (o balistiche). Le onde d’urto focali, più precise e profonde, sono utilizzate per il trattamento di patologie ossee, tendinee e muscolari come:

  • patologie infiammatorie e degenerative dei tendini (con o senza calcificazioni) a livello di
  • spalla: cuffia dei rotatori
  • gomito: epicondilite, epitrocleite
  • ginocchio: tendine rotuleo, zampa d’oca
  • anca: entesopatie/tendinopatie del t. gluteo medio, borsite trocanterica
  • caviglia: tendinopatie del tendine di Achille
  • piede: fascite plantare, con o senza spina o sperone calcaneare
  • complicanze di fratture (ritardo di consolidamento e pseudoartrosi, necrosi avascolare)
  • algodistrofie
  • ipertono spastico nelle patologie neurologiche
  • patologie cutanee (ulcere, ustioni non circonferenziali, ritardo di guarigione di ferite)

Generalmente, un ciclo di terapia con onde d’urto focali prevede tre sedute con cadenza settimanale. La durata di ogni seduta può variare dai 10-15 minuti nel caso di applicazioni sui tessuti “molli” (tendini, muscoli e cute), a tempi maggiori per i trattamenti sull’osso.

Durante tutta la durata della terapia il paziente è sotto costante e diretto controllo medico, in modo da modificare il livello di energia anche in funzione della sensibilità del paziente.

Le onde d’urto radiali, invece, sono impiegate principalmente per il trattamento di trigger point del dolore, contratture muscolari e alcuni tipi di tendinopatie. In alcuni casi, e su particolari indicazioni degli specialisti, possono anche favorire il riassorbimento di eventuali calcificazioni ossee.

Inoltre, le onde d’urto possono essere impiegate come terapia complementare per favorire un più rapido recupero dopo un intervento, anche in modo integrato con altre terapie fisiche e riabilitative, al fine di ottimizzare i risultati terapeutici.

Il trattamento con le onde d’urto è doloroso?

Le onde d’urto focalizzate, se eseguite in accordo con i protocolli terapeutici codificati e utilizzando apparecchiature idonee, vengono generalmente ben tollerate dal paziente nonostante il trattamento possa essere anche leggermente doloroso, soprattutto se effettuato sui tessuti molli. 

Durante il ciclo di terapie è importante, se possibile, non utilizzare farmaci antinfiammatori al fine di non contrastare i processi rigenerativi innescati.

Come viene effettuato il trattamento con onde d’urto?

Il trattamento richiede un ciclo di 3 settimane (1 seduta a settimana), ma è buona norma attendere 30-45 giorni per valutare l’efficacia del trattamento e i risultati ottenuti.

I benefici in genere si manifestano infatti con il passare delle settimane, per permettere ai processi biologici innescati di effettuare la loro azione terapeutica.

Il ciclo è ripetibile in caso di miglioramento parziale della sintomatologia.

Le onde d’urto focalizzate possono agire in modo sinergico con altre terapie, per esempio potenziando e accelerando i risultati di un intervento chirurgico, o favorendo il recupero in associazione con il trattamento fisioterapico.

È da tenere in considerazione che i benefici delle onde d’urto non sono immediati, e possono servire più sedute per ottenere i risultati sperati. Inoltre, tra una seduta e l’altra del ciclo di trattamento è possibile che si verifichi una riacutizzazione del dolore che rappresenta una risposta temporanea alla stimolazione dei processi di guarigione.

Quando il trattamento con onde d’urto non è indicato?

Il trattamento con onde d’urto, nonostante non sia invasivo, non è indicato nei seguenti casi:

  • quando il campo focale è vicino a encefalo, midollo spinale, gonadi oppure organi cavi come polmone e intestino;
  • in caso di presenza nella zona da trattare di patologie tumorali o infettive;
  • presenza di cartilagini ancora in fase di accrescimento (bambini/adolescenti) nell’area di trattamento;
  • paziente portatore di alcuni tipi pacemaker in prossimità del punto da trattare;
  • gravi malattie della coagulazione del sangue;
  • presenza di feto nell’area di trattamento.
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