Miopia nei bambini: i segnali da non sottovalutare

La miopia è un vizio di refrazione che non permette di vedere oggetti lontani in modo nitido: i bambini miopi, quindi, sforzano la vista, spesso stringendo gli occhi per cercare di vedere meglio in lontananza.  

Ne parliamo con la dottoressa Giovanna Vella, specialista oculista presso Humanitas Medical Care De Angeli (Milano). L’oculistica Humanitas Medical Care di Milano è diretta dal dottor Fabrizio Camesasca.

Miopia: che cos’è

La miopia è un disturbo della vista causato dal fatto che i raggi luminosi provenienti dall’ambiente non sono messi a fuoco sulla parte centrale della retina, come dovrebbe accadere, ma anteriormente a essa. Questo è il risultato di uno squilibrio tra il sistema di lenti dell’occhio – cornea e cristallino – che permette di vedere le immagini provenienti dal mondo esterno, e la lunghezza del bulbo oculare. In genere le persone miopi hanno un occhio più lungo della media. 

Si distinguono due forme principali di miopia, una forma lieve-moderata, definita “semplice” e una forma grave, definita “patologica” o “degenerativa”.  Questa è in realtà una convenzione, peraltro basata sul fatto che gli occhi con 6 o più diottrie di miopia (miopia grave) più spesso nel corso della vita andranno incontro a problemi.

La miopia nei bambini

La miopia è sempre più diffusa tra bambini e adolescenti, al punto che si parla di “epide-miopia”, neologismo nato per descrivere l’incremento di questo difetto della vista che insorge nella stragrande maggioranza dei casi in età scolare. Accanto alla predisposizione genetica (la popolazione asiatica è sicuramente più predisposta) e alla familiarità (i bambini con uno o entrambi i genitori miopi hanno una maggiore probabilità di sviluppare il disturbo rispetto ai loro coetanei), è stato ipotizzato il ruolo di fattori ambientali, del livello di scolarizzazione (associato alla prolungata visione da vicino durante lo studio) e dell’ipocorrezione del soggetto miope (deprivazione sensoriale).

In particolare, la scarsità di luce sembrerebbe incidere sul difetto perché una maggiore esposizione alla luce comporta la liberazione di dopamina, un neuromodulatore che inibisce l’allungamento dell’occhio. Dato che in moltissimi casi la miopia è caratterizzata da un occhio più lungo della media, si può pensare come la scarsità di luce incida sulla comparsa del disturbo.

In relazione invece alla scolarizzazione, tenere libri, oltre che tablet, videogiochi e pc, a un palmo di naso può favorire l’insorgenza della miopia: quest’abitudine infatti porta a regolare il sistema di focalizzazione dell’occhio su una distanza ravvicinata, come è caratteristico appunto della miopia.

Miopia nei bambini: i segnali 

La miopia deve essere sospettata quando il bambino riferisce una visione sfocata da lontano o quando genitori, nonni, maestre ed educatori si accorgono che il bambino “strizza gli occhi “ o tende ad avvicinarsi agli oggetti (es. il televisore) o a portare gli oggetti molto vicini a sé (per esempio un libro), in modo da poterli vedere meglio. Per confermare la diagnosi è necessario un esame oculistico completo che comprende anzitutto l’esame dell’acuità visiva, prima e dopo la somministrazione di gocce oculari che dilatano le pupille e bloccano il sistema di messa a fuoco (cicloplegici). L’instillazione dei cicloplegici consente di confermare il disturbo e quantificarlo. L’esame viene completato con la valutazione del fondo oculare che fornisce informazioni aggiuntive sullo stato di salute degli occhi, della retina e del nervo ottico. 

Cosa fare in caso di miopia nei bambini

Non esiste una cura per la miopia, ma esistono sicuramente degli strumenti utili per ridurne la progressione, dallo stile di vita alle scelte terapeutiche. 

La correzione si basa sull’utilizzo di lenti negative, cioè occhiali o lenti a contatto, che consentono di mettere a fuoco le immagini sulla retina e, laddove il sistema oculare sia normalmente sviluppato, una corretta visione per lontano. 

Da qualche anno una letteratura consolidata dimostra come l’atropina in collirio (per ora disponibile solo come preparato galenico) a bassissimo dosaggio, somministrata ogni sera, abbia un’efficacia elevata (intorno al 60-70%) nel ridurre la velocità di progressione della miopia. Tale efficacia è stata inoltre riscontrata nell’uso di occhiali con lenti a defocus periferico che hanno un’indicazione per il controllo della progressione miopica. 

Altrettanto importante è cercare il più possibile di cambiare le abitudini di vita dei piccoli. Per esempio alternare gli impegni scolastici con passeggiate all’aria aperta: bastano 40 minuti al giorno all’aperto per ridurre l’incidenza della miopia del 20%. Utile anche evitare che il bambino resti troppo a lungo davanti a videogame, smartphone, tablet, tv e computer: sarebbe opportuno limitarne il tempo di esposizione al massimo a due ore giornaliere, cercando quindi di evitare che nelle pause di studio il bambino usi i videogiochi. Bisogna inoltre insegnare ai bambini a tenere gli schermi a distanza di almeno un metro dagli occhi e a non usarli da sdraiati, in quanto la posizione supina spinge ad avvicinare i dispositivi agli occhi. Una visione ravvicinata sotto i 25 centimetri è un fattore predisponente verso lo sviluppo della miopia. Bisogna infine evitare che i bambini usino i dispositivi elettronici di sera: oltre ad affaticare la vista possono essere dannosi per la qualità del sonno. 

Il controllo visivo preventivo già dai 3 anni è la prima azione da compiere per diagnosticare la miopia. Risulta fondamentale l’interazione congiunta tra medico oculista e genitori: un loro lavoro sinergico sarà essenziale per seguire al meglio il giovane paziente e trovare le soluzioni più idonee ai suoi bisogni, anche durante lo sviluppo.

Dottoressa Giovanna Vella

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