Oggi, i metodi contraccettivi a disposizione per evitare una gravidanza indesiderata sono diversi, ognuno con le sue caratteristiche. Eppure, secondi molti sondaggi sono in tanti – uomini e donne – ad avere rapporti sessuali non protetti. Perché? E come è possibile scegliere il metodo contraccettivo più adatto?
Ne abbiamo parlato con la dott.ssa Concetta Leggieri, ginecologa presso l’ambulatorio Humanitas Medical Care di Varese.
Contraccezione: quando è giusto iniziare?
“Il counselling contraccettivo andrebbe effettuato in previsione dell’inizio dell’attività sessuale”, commenta la dott.ssa Leggieri. “A questo aggiungo che è giusto che i genitori approccino con gli adolescenti una discussione generale sul tema ‘sessualità’ per poi valutare insieme ai figli la programmazione di una visita ginecologica, in cui affrontare il significato di salute sessuale, di prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili e delle gravidanze indesiderate.
Inoltre ‘contraccezione’ può in alcuni casi significare anche terapia: esistono patologie ginecologiche che è possibile trattare con la pillola estro-progestinica, abbinando il vantaggio anticoncezionale al trattamento endocrinologico”.
Quanti tipi di contraccezione esistono?
“Una classificazione utile dei metodi anticoncezionali è la loro distinzione in base all’utilizzo in relazione al rapporto sessuale:
Prima del rapporto sessuale
- i contraccettivi ormonali, in cui distinguiamo la mini pillola, la pillola estroprogestinica, il cerotto e/o impianto transdermico, l’anello vaginale e gli impianti intrauterini medicati.
- i contraccettivi non medicati, quali gli impianti intrauterini al rame.
Durante il rapporto sessuale:
- i cosiddetti anticoncezionali “ barriera” , quali il preservativo o il diaframma (ormai quasi scomparso nell’utilizzo comune).
Dopo il rapporto sessuale:
- i contraccettivi di emergenza, che non costituiscono un regolare metodo anticoncezionale, ma devono essere utilizzati in maniera occasionale.
Qualcuno descrive anche metodi naturali attraverso la pianificazione del rapporto sessuale in periodi non fertili del ciclo mestruale, ma non rappresentano una metodica validata ed esente da errori”.
Perché siamo così imprudenti?
“Il trattamento anticoncezionale richiede responsabilità ed attenzione non solo nella prescrizione da parte del medico, ma anche nell’assunzione della paziente. Il counselling ginecologico deve tenere conto delle abitudini della donna e della sua attitudine personale e sessuale. Se la paziente ha una vita piena di impegni, di lavoro o studio, ha completato il suo programma riproduttivo o non pianifica una gravidanza per i prossimi anni, è utile proporle un impianto transdermico o la spirale medicata, rispetto alla pillola anticoncezionale, che capita di dimenticare.
Per questo parlo di counselling anticoncezionale: è sempre importante trovare un professionista di cui ci si fida, con cui valutare insieme il metodo più adatto alla propria vita. Come dico sempre “la terapia contraccettiva è come un bell’abito, quello che sta bene ad una paziente può non essere adatto ad un’altra. “
I metodi contraccettivi sono sicuri al 100 per cento?
“Si può dire che la sicurezza contraccettiva, con una assunzione compliante e i nuovi metodi formulati, raggiunge percentuali molto vicine al 100%”.
Contraccettivi ormonali: esistono effetti collaterali?
“Come tutti i farmaci, anche i contraccettivi orali possono avere alcuni effetti avversi, ma il rischio complessivo è effettivamente basso.
I contraccettivi orali possono causare spotting nel primo trimestre di utilizzo, o amenorrea, che di solito scompare con il tempo o cambiando pillola ormonale.
È possibile assistere ad un aumento ponderale fino a 2 kg, spesso accompagnato da una lieve ritenzione idrica ed edema degli arti inferiori. Anche questi disturbi sono transitori e di solito non vengono riferiti nelle pazienti con una vita non sedentaria e in leggera attività fisica. Come riportato nei foglietti illustrativi, esiste un aumento dell’incidenza di trombosi venosa profonda. Questo rischio può essere scongiurato da un’attenta anamnesi familiare e personale. ll rischio di cancro mammario non è aumentato dall’uso corrente di contraccettivi orali, né dall’uso pregresso, da recenti studi pubblicati in letteratura. Il rischio di tumore della portio è leggermente aumentato nelle donne che hanno usato contraccettivi orali per > 5 anni ma tale rischio torna ai valori di base 10 anni dopo la sospensione dei contraccettivi orali. Non è chiaro se questo rischio è correlato a un effetto ormonale o al comportamento (ossia, non utilizzo dei contraccettivi di barriera)”.
È più sicura la pillola o il preservativo?
“Ripeto e sottolineo che la prescrizione dei metodi contraccettivi si costruisce sulla donna e le sue abitudini. La contraccezione ormonale purtroppo non protegge dalle malattie sessualmente trasmissibili, per cui se la paziente non ha un partner fisso e non presenta patologie ormonali, la contraccezione di scelta è sempre il metodo barriera”.
Quando smettere se si desidera una gravidanza?
“Come il contraccettivo orale può essere iniziato in qualsiasi momento della vita della donna fino alla menopausa, così può essere sospeso in qualsiasi momento se si pianifica una gravidanza. Talora l’effetto di anovularietà può durare qualche mese dopo la sospensione, con amenorrea e/o irregolarità del ciclo mestruale, ma l’effetto è transitorio e non influenza negativamente la gravidanza”.
Ogni quanto è necessario fare dei controlli ginecologici?
“Di solito prescrivo una visita di controllo dopo 6 mesi dall’inizio della terapia estro-progestinica, avvisando le pazienti che lo spotting e la ritenzione possono essere normali per i primi 3-4 mesi. Questo follow up è importante per capire se il farmaco scelto è adeguato alle loro esigenze ed abitudini.
Invece, se il metodo contraccettivo è il dispositivo intrauterino, è importante valutare dopo un mese il suo corretto inserimento con ecografia transvaginale per proseguire con controlli annuali”, conclude la dott.ssa Leggieri.
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