Malattie infiammatorie intestinali: cause e rimedi

Le malattie infiammatorie croniche intestinali (in inglese IBD, inflammatory bowel disease) sono il morbo di Crohn e la rettocolite ulcerosa.

Negli ultimi 10 anni, in Italia i nuovi casi sono aumentati di circa 20 volte.

Ne abbiamo parlato con gli specialisti di gastroenterologia di Humanitas Medical Care.

Diagnosi

Le IBD non sono malattie ereditarie. Colpiscono con la stessa frequenza i due sessi, con un esordio clinico che in genere si colloca fra i 15 e i 45 anni.

  • Gli esami strumentali che consentono una corretta diagnosi delle IBD sono le seguenti: colonscopia con eventuale ileoscopia retrograda;
  • definizione del quadro anatomo-patologico delle biopsie intestinali mediante esame istologico;
  • ecografia addominale e dell’intestino con radiografia del tenue, tac enteroclisi o risonanza magnetica addominale;
  • esami ematici (emocromo ed indici di infiammazione).

Trattamento

Le IBD possono essere curate ricorrendo a una stretta sorveglianza clinica e a un appropriato regime terapeutico.

Le eventuali complicanze possono sfociare in terapie di tipo chirurgico (come nel caso delle stenosi intestinali).

Grazie ai recenti studi scientifici si è scoperta l’importanza della proteina JAM-A nel mantenere unite le cellule che compongono la barriera intestinale.

In pazienti affetti da malattie infiammatorie croniche dell’intestino questa proteina è scarsamente presente.

Questi risultati consentono di mettere a punto farmaci in grado di reintegrare questa fondamentale proteina nell’organismo, così da rafforzare la barriera intestinale, prima vera barriera difensiva contro il mondo esterno.

Al momento è infatti allo studio una nuova classe di farmaci che agirebbero in questo modo nei pazienti affetti da malattia di Crohn.

Nuove proteine difensive

Sulla rivista Nature è apparso un articolo in cui veniva resa nota la scoperta di NEMO, una proteina presente nell’epitelio dell’intestino, in grado di riconoscere e combatte i batteri presenti nella flora intestinale, prevenendo la malattia di Crohn e la rettocolite ulcerosa.

Questa scoperta potrebbe schiudere importanti scenari clinici, come la creazione di un farmaco che reintegri l’attività di questa proteina fondamentale.

L’azione di NEMO è inoltre direttamente correlata all’azione patogenica della molecola TNF (Tumor Necrosys Factor), presente nella mucosa intestinale e citochina chiave nei processi infiammatori.

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