La visita oncoematologica è una visita orientativa per una eventuale neoplasia dell’apparato linfoemopoietico: generalmente viene richiesta dal medico di base per confermare o smentire un sospetto di malattia ematologica, cioé del sangue.
La visita oncoematologica, inoltre, è utile a controllare l’evoluzione della malattia, anche in assenza di specifiche terapie.
Ne parla la dottoressa Daniela Lambertenghi, ematologa in Humanitas Medical Care Domodossola.
Come si svolge la visita
“Dopo un’accurata anamnesi, anche della storia famigliare e indagando nel passato, il medico specialista eseguirà l’analisi degli esami attuali e del passato, per poi procedere con un esame obiettivo, prestando particolare attenzione agli organi che potrebbero essere interessati dalla neoplasia ematologica, come il fegato, la milza o i linfonodi superficiali”, ha spiegato la dottoressa.
Naturalmente, durante la visita il medico, in equipe se necessario con altri specialisti, esegue anche una valutazione internistica completa in caso di patologie concomitanti, frequenti soprattutto nei pazienti più anziani.
“Nel sospetto della presenza di una neoplasia verranno richiesti poi esami ulteriori sia del sangue che radiologici (TAC, PET ecografia). “Per alcuni esami particolari, come ad esempio l’esame del midollo, il paziente viene consigliato e inviato nei Centri ematologici di eccellenza”.
I risultati dei normali esami del sangue e quelli radiologici arrivano in tempi brevi, mentre gli esami specifici che vengono inviati nei laboratori associati ai Centri ematologici richiedono tempi variabili, anche di alcune settimane.
Ci sono eventuali controindicazioni?
“In caso, purtroppo, di un’evidenza di un tumore del sangue, è opportuno un coinvolgimento dei famigliari”, suggerisce la dottoressa.
La visita non richiede nessuna preparazione particolare da parte dei pazienti.
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