Durante la gravidanza, con la progressiva espansione dell’utero, i muscoli verticali dell’addome si spostano verso i lati, per permettere al feto di crescere. Dopo il parto si pensa che tutto torni come prima ma non è sempre così. Quando la muscolatura retto-addominale centrale si sfibra o si assottiglia, può crearsi una diastasi addominale. Una condizione che riguarda circa il 30% delle neomamme e che oggi può essere trattata anche con la fisioterapia. In che modo?
Ce ne parla la dott.ssa Alessandra Russo, fisioterapista presso gli ambulatori Humanitas Medical Care De Angeli a Milano, Arese e Domodossola.
Quali sono le complicanze della diastasi addominale?
Le complicanze derivano specialmente dal grado di diastasi presente. Questa, generalmente, viene classificata in tre stadi:
1. Lieve (inferiore a 3 cm)
2. Moderata (tra 3 e 5 cm)
3. Grave (maggiore di 5 cm)
Non si tratta solo una questione estetica. Con il tempo, possono presentarsi diverse complicanze anche gravi legate a questa condizione, come:
· mal di schiena, dorsale o lombare
· ernia ombelicale e/o ernia epigastrica
· gonfiore addominale
· disturbi della digestione
· sensazione di pesantezza nella zona pelvica
· alterazioni della postura in iperlordosi (accentuata curva della colonna lombare)
Come può essere trattata la diastasi addominale con la fisioterapia?
L’intervento fisioterapico con approccio conservativo viene effettuato solitamente in caso di diastasi inferiore ai 3 cm e/o nel caso in cui per diversi motivi si escluda la possibilità di un intervento chirurgico. Consiste in un programma riabilitativo finalizzato a rinforzare i muscoli del pavimento pelvico e del trasverso addominale (muscolo profondo della parete addominale).
Prevede quindi l’insegnamento di esercizi di respirazione, esercizi posturali, esercizi di rinforzo della muscolatura addominale mediante l’utilizzo di esercizi ipopressivi ed infine esercizi di rinforzo dei muscoli del pavimento pelvico.
Obiettivo finale del percorso è ridurre la diastasi di lieve entità e soprattutto di risolvere la sintomatologia dolorosa.
In caso invece venga valutato l’intervento chirurgico è bene che questo percorso sia comunque associato anche ad un percorso fisioterapico: nel pre intervento l’obiettivo sarà migliorare la consapevolezza e la capacità di reclutamento della muscolatura addominale; nel post si interverrà nella risoluzione del drenaggio dei liquidi, nel trattamento della cicatrice chirurgica e nella rieducazione e rinforzo della muscolatura.
Quando è possibile iniziare a fare fisioterapia?
Di norma la separazione dei muscoli addominali si risolve spontaneamente dopo 8- 12 mesi dal parto. Quando la distanza tra le due fasce muscolari è superiore ai 2,5 cm e non si risolve fisiologicamente entro i 12 mesi, si parla di diastasi.
La valutazione clinica può essere effettuata dal fisioterapista mentre la diagnosi medica viene effettuata mediante ecografia, oppure tramite risonanza magnetica o TAC.
A volte però già dopo i primi 5-6 mesi dal parto possono comparire i primi sintomi. Ad esempio la persona affetta da diastasi noterà gonfiore addominale e la formazione di una cresta mediana, la cosiddetta “pinna”, che si forma in corrispondenza della linea alba. Spesso è presente un eccesso cutaneo nella regione periombelicale, possibile anche la presenza di ombelico estroflesso. Infine è molto comune la presenza di disfunzioni del pavimento pelvico con incontinenza urinaria o prolasso degli organi pelvici.
È importante quindi rivolgersi prontamente ad un fisioterapista che effettuerà una prima valutazione e consiglierà poi il percorso da intraprendere.
Quando è necessario l’intervento chirurgico?
Quando lo spazio tra i due retti addominali è > 3-4 cm e persiste una sintomatologia importante come mal di schiena, prolassi o incontinenza
Come è possibile prevenire la diastasi addominale?
A seguito di una gravidanza e nell’immediato post parto, sono da evitare esercizi che aumentano la pressione addominale (come i crunch addominali) e quelli che sollecitano eccessivamente il pavimento pelvico (come la corsa e i salti).
È consigliato, invece, effettuare esercizi di respirazione e di attivazione del muscolo trasverso dell’addome e, dal 3 mese, un percorso di ginnastica ipopressiva.
A circa 40 gg dal parto è importante effettuare una valutazione del pavimento pelvico e, in caso di taglio cesareo, una valutazione per il trattamento della cicatrice.
Come comportarsi se si vuole un secondo figlio?
Molte donne pensano che sia necessario aspettare a risolvere la diastasi se si desidera un secondo figlio, ma non è così. È necessario affrontare questa condizione tempestivamente, perché una seconda gravidanza genererà un nuovo aumento addominale, causando più apertura e separazione dei muscoli. Per il secondo bambino, può inoltre essere necessario eseguire degli esercizi che impediscano che ciò accada nuovamente, rafforzando i muscoli responsabili della spinta durante il travaglio.
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