Il 13% degli italiani, circa tre milioni di uomini, soffre oggi di problemi legati all’erezione. Ma studi epidemiologici statunitensi molto accreditati parlano addirittura di un uomo su due che, nella fascia d’età compresa tra i 40 e i 70 anni, denuncia una difficoltà – lieve, media ma anche grave – di disfunzione erettile.
La buona notizia è però che, per fortuna di chi ne soffre, quello della disfunzione erettile è un problema che è sempre risolvibile, come spiega il dottor Edoardo Pescatori urologo e andrologo, specializzato in problematiche sessuali maschili, che svolge la sua attività in Humanitas Gavezzeni e Humanitas Medical Care di Bergamo.
Dottor Pescatori, da cosa dipendono, principalmente, le difficoltà erettive?
«Le problematiche dell’erezione dipendono fondamentalmente da un’inadeguata situazione del sistema circolatorio. Si può dire che tutto ciò che fa male al sistema cardiovascolare faccia male anche all’erezione. Anzi, fa male all’erezione ancor prima che all’intero sistema cardiovascolare, perché quello che riguarda il pene è un meccanismo molto sofisticato, che richiede un’efficienza estremamente elevata. Per questo i problemi di erezione vengono oggi considerati importanti campanelli d’allarme di qualche problematica che potrebbe presentarsi più avanti dal punto di vista vascolare».
È solo una questione di inefficienza vascolare, quindi?
«No, per essere ottimale l’erezione richiede anche l’integrità del sistema metabolico e di quello ormonale. Non è raro che in persone che soffrono di difficoltà di questo genere si scoprano condizioni di ipertensione o di diabete fino a quel momento non curate perché ancora ignorate. Poi c’è l’aspetto neurologico, che riguarda due aspetti. Il primo, la presenza di eventuali lesioni nervose capaci di danneggiare il meccanismo dell’erezione, come ad esempio quelle che fanno seguito all’esecuzione di interventi per tumore alla prostata. Il secondo, legato al sistema cervello/midollo spinale/pene che fa capo agli aspetti psicologici che possono influire negativamente sulla perfetta efficienza del pene dal punto di vista erettivo. Nello specifico, per potersi manifestare, l’erezione richiede che la persona sia adeguatamente rilassata».
Perché è importante, da questo punto di vista, essere rilassati?
«Fino a 30-40 anni fa si riteneva che il pene diventasse rigido in seguito a una contrazione della muscolatura. Oggi sappiamo invece che questo processo avviene a seguito del rilasciamento di alcune sue strutture. Immaginiamo il tessuto all’interno del pene come se fosse una spugna: quando questa è contratta non riceve sangue, quando invece si rilascia accetta e trattiene sangue, provocando l’indurimento dell’organo. Perché ci sia un’erezione adeguata è necessario che la struttura interna del pene, che è formata da muscolatura involontaria, sia ben rilasciata e lo è quanto più la persona è rilassata. Al contrario, una non adeguata rilassatezza – dovuta per esempio a stress, ansia di prestazione, timore, disagio, senso di inadeguatezza – può essere un motivo sufficiente per non avere un’erezione valida».
Le difficoltà erettive riguardano solo gli uomini in età avanzata?
«Non solo e non necessariamente. È vero che i problemi di origine organica, vascolare, diabetica si presentano più di frequente con l’avanzare dell’età, ma è altrettanto vero che i problemi di origine emotiva, soprattutto quelli dettati da ansia prestazionale, sono più frequenti nelle persone più giovani. Detto questo, bisogna anche sottolineare che ci sono uomini settantenni, ma anche ottantenni, che non sono ipertesi, in condizione di sovrappeso, non usano farmaci e svolgono un’adeguata attività fisica che hanno un’attività sessuale normale, adeguata alla loro età».
Quali sono i rimedi per la disfunzione erettile?
«Per quanto grave sia la difficoltà di erezione, abbiamo sempre una soluzione. Quando la problematica non è troppo avanzata e il tessuto del pene è ancora in grado di rispondere a interventi farmacologici, è possibile utilizzare farmaci per le erezioni – prescritti da un medico – che agiscono quando c’è il desiderio, amplificando l’erezione presente. Se la difficoltà inizia a essere un po’ più evidente, invece, si utilizzano iniezioni da eseguire a livello del pene in vista del rapporto sessuale. Sono iniezioni del tutto indolori, che possono dare ottimi risultati».
E quando invece la situazione è più grave, come si può intervenire?
«Quando i tessuti non rispondono più alle sollecitazioni farmacologiche si può procedere con un intervento chirurgico di installazione di una protesi del pene. Si tratta di un dispositivo che permette alla persona di avere, quando lo desidera, un’erezione di ottima rigidità, con la stessa sensibilità e la stessa capacità di eiaculazione che aveva prima dell’intervento, oltre a un aspetto visivo indistinguibile da quello di un pene senza protesi».
Gli uomini in genere hanno più “freni psicologici” quando si tratta di farsi visitare. Che cosa si sente di consigliare a chi soffre di problemi di erezione?
«Il suggerimento è quello di non vivere una disfunzione erettile come se si trattasse di qualcosa di cui vergognarsi e di non aspettare troppo prima di rivolgersi a uno specialista. Bisogna farsi visitare appena si ha qualche dubbio di disfunzione per tre principali motivi. Il primo perché, come ho detto prima, qualsiasi difficoltà di erezione può essere curata. Il secondo perché è importante capire che cosa c’è alla base di questa difficoltà: potrebbe trattarsi di un problema vascolare anche grave, che potrebbe incidere negativamente sulla salute generale della persona. Il terzo perché può servire a prevenire danni che potrebbero sorgere in un secondo tempo in altri distretti, come ad esempio quello coronarico».
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