La colposcopia è l’esame che consente, mediante il colposcopio, di ingrandire la visione della cervice uterina e di analizzare a fondo i tessuti dei genitali femminili, alla ricerca di eventuali anomalie delle cellule, di lesioni pre-neoplastiche e neoplastiche.
Come viene eseguito questo esame? Ne parliamo con la dottoressa Gabriela Cecchetti, medico chirurgo specialista in ostetricia e ginecologia, che svolge attività per il nuovo servizio di colposcopia di Humanitas Medical Care di Bergamo.
Dottoressa Cecchetti, quali sono le indicazioni che devono spingere a eseguire una colposcopia?
«La prima e più frequente indicazione è data dai risultati anomali forniti dall’esecuzione di un precedente pap-test. Se il pap-test è l’esame di primo livello utile a verificare la presenza di lesioni o anomalie del collo dell’utero, la colposcopia è l’esame di secondo livello, quello che permette di approfondire ulteriormente la condizione dei tessuti. È il caso inoltre di eseguire un esame colposcopico in presenza di specifiche situazioni, come ad esempio la positività all’HPV test, perdite o sanguinamenti vaginali anomali, presenza di un polipo cervicale o di lesioni sospette per HPV».
La paziente che si deve sottoporre a una colposcopia deve prima osservare comportamenti specifici?
«Sì, per prima cosa deve segnalare al medico se ha allergie o se usa farmaci in modo costante. Nelle 48 ore precedenti all’esame, inoltre, non deve avere rapporti sessuali e non deve utilizzare creme, ovuli o lavande vaginali. Per poter eseguire una colposcopia è necessario non ci sia presenza di mestruazioni, di perdite ematiche o perdite vaginali anomale in atto. L’esame non è eseguibile, infine, in presenza di infezioni vaginali».
In che cosa consiste, nello specifico, l’esame della colposcopia?
«È un esame eseguito a livello ambulatoriale, che non è generalmente doloroso e ha una durata di circa 20 minuti. Con la paziente in posizione ginecologica il medico introduce lo speculum e con il colposcopio osserva a ingrandimento la cervice uterina dopo l’applicazione di reagenti come l’acido acetico e il Lugol. Se durante la colposcopia viene individuata una zona anomala della mucosa cervicale si procede a biopsia, cioè a un piccolo prelievo di tessuto che verrà inviato in laboratorio per essere sottoposto ad approfondimento istologico».
Quali conseguenze fisiche ha la paziente a seguito dell’esecuzione della colposcopia?
«Dopo la colposcopia o la “colposcopia più biopsia” la paziente non ha bisogno di riposo, può tornare immediatamente alla normale attività quotidiana. Solo l’esecuzione della biopsia – che può provocare un leggero fastidio mentre viene eseguita – può comportare alcune piccole perdite di sangue per qualche giorno, destinate quindi a scomparire presto».
E dopo la colposcopia, quali passi preventivo/diagnostici devono essere eseguiti?
«Dipende dall’esito dell’esame. Se non è stato riscontrata alcuna anomalia il medico consiglia il follow-up. Nel caso di una biopsia positiva, invece, consiglia il tipo di intervento da eseguire».
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