A ogni donna capita abbastanza frequentemente che le mestruazioni non si presentino ogni ventotto giorni (cadenza considerata normale) o, addirittura, come si usa dire, “saltino”. Spesso si tratta di un fenomeno del tutto fisiologico, dovuto a un adattamento dell’organismo a un cambiamento momentaneo, e non rappresenta necessariamente il sintomo di una patologia. In ogni caso, in presenza di un ciclo mestruale irregolare – soprattutto se è troppo frequente o eccessivamente lungo – o di un flusso molto abbondante, è sempre bene rivolgersi al ginecologo per indagarne la causa.
Ne abbiamo parlato con il ginecologo dottor Domenico Vitobello, Specialista di Ginecologia in Humanitas Medical Care Milano, via Domodossola.
A quale età è più frequente l’irregolarità del ciclo mestruale?
“La regolarità del ciclo mestruale – ossia le mestruazioni si presentano ogni ventotto giorni – è più comune nel periodo dell’età fertile di una donna, quindi tra i 20 e i 45 anni”, afferma il dottore. E aggiunge: “Prima dei vent’anni, quando il motore uterino e l’assetto ormonale iniziano a funzionare, e dopo i quarantacinque anni, quando il motore uterino si avvicina la fine del suo ciclo di vita e l’assetto ormonale è alterato, invece, sono frequenti le irregolarità”.
Quali sono le alterazioni del ciclo mestruale?
Le alterazioni del ciclo mestruale possono riguardare la frequenza e la durata. In alcune donne le mestruazioni si manifestano dopo i canonici ventotto giorni, in altre ogni tre settimane. “Mentre la prima situazione, generalmente, non crea alcun problema, l’eccessiva perdita di sangue in chi ha cicli più ravvicinati, invece, può causare un’anemia cronica, con conseguenti disturbi come debolezza, capogiri, pallore, accelerazione del battito cardiaco”, spiega Vitobello. La stessa condizione può colpire le donne con flussi abbondanti o cicli particolarmente lunghi (8-10 giorni rispetto alla durata media di 5-6 giorni).
Quando è bene rivolgersi al ginecologo?
“In presenza di una qualsiasi disfunzione mestruale, è sempre bene rivolgersi allo specialista per una visita ginecologica e per eseguire il Pap-test – e un’ecografia, se ritenuto opportuno – al fine di escludere eventuali patologie, sia benigne sia maligne, che possono esserne la causa, come polipi, fibromi dell’utero, alterazioni ormonali, tumori del collo dell’utero o delle ovaie”, avverte il dottore.
E aggiunge: “Pur non rientrando tra i sintomi delle alterazioni del ciclo mestruale, tuttavia la comparsa di perdite tra un ciclo e l’altro deve indurre la donna a rivolgersi al ginecologo, perché ciò potrebbe anche essere la spia di possibili polipi uterini o, più raramente, di tumori del collo dell’utero”.
Quali sono le possibili terapie per regolarizzare il ciclo mestruale?
Una volta stabilito se l’irregolarità del ciclo è fisiologica o se è dovuta ad altre condizioni, il ginecologo valuterà la terapia più idonea per ogni paziente. Alle giovani donne in età fertile che non hanno il ciclo regolare è generalmente consigliata la terapia ormonale, la pillola anticoncezionale a base di estroprogestinici, perché, spiega il dottore: “un utero che non funziona tutti i mesi può avere delle conseguenze negative sulla fertilità della donna e quindi sulle sue possibilità di concepire”.
Le pazienti con mestruazioni abbondanti o troppo frequenti possono essere indirizzate verso una terapia a base di estroprogestinici o progesterone, al fine di regolarizzare il ciclo e, di conseguenza, scongiurare il rischio di anemia.
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