L’incontinenza urinaria è una condizione caratterizzata dalla perdita involontaria di urina che colpisce in prevalenza (ma non esclusivamente) il sesso femminile. Si può manifestare con vari gradi di gravità, in relazione alla frequenza ed alle modalità.
Le perdite possono essere: esigue, presentandosi sporadicamente in occasione di una semplice risata o di uno starnuto; frequenti e copiose, tanto da diventare parte della quotidianità di chi ne soffre.
Ce ne parla il dottor Roberto Musci, urologo e andrologo presso Humanitas San Pio X e gli ambulatori Humanitas Medical Care di Domodossola, Murat, De Angeli a Milano.
Tipologie di incontinenza urinaria
L’incontinenza urinaria è una disfunzione che si può manifestare in molte forme:
- Incontinenza da stress: perdita causata da uno stimolo, quale un colpo di tosse, uno starnuto, uno sforzo, che esercita una pressione sulla vescica.
- Incontinenza da urgenza: improvvisa esigenza di urinare, determinata da una contrazione improvvisa e incontrollabile della vescica che rende impossibile trattenere lo stimolo.
- Incontinenza ostruttiva (o iscuria paradossa): si caratterizza per un alto residuo vescicale con difficoltà a svuotarlo completamente durante la minzione.
Quali sono le cause dell’incontinenza urinaria?
Le cause dell’incontinenza possono essere molteplici.
Nelle femmine, ad esempio, i cambiamenti fisici derivanti dalla gravidanza, dal parto, dalla menopausa, dalla chirurgia dello scavo pelvico, dalla presenza di prolasso, possono provocare l’incontinenza.
Nei maschi, può accadere in presenza di una prostata ingrossata con residuo vescicale o dopo interventi chirurgici complessi, specialmente in caso di rimozione totale della prostata o della vescica per neoplasie infiltranti.
L’incontinenza da urgenza può essere causata da infezioni del tratto urinario, dalla presenza di calcoli in vescica, da problemi intestinali (stipsi), patologie che alterano la funzionalità nervosa (vescica iperattiva o ipoattiva con residuo vescicale) derivate da Parkinson, Alzheimer, ictus, lesioni o danni al sistema nervoso. In altri casi, la mancanza di controllo della vescica può derivare dai danni ai nervi causati da diabete, sclerosi multipla o lesioni del midollo spinale.
Anche infiammazioni vescicali ricorrenti o cistiti importanti e croniche possono indurre alterazioni strutturali della parete vescicale e degli sfinteri uretrali, alterandone la percezione dello stimolo e provocando, quindi, l’aumento sia della frequenza minzionale che dell’urgenza urinaria con perdite di urina.
Come viene diagnosticata l’incontinenza urinaria?
Per inquadrare l’incontinenza urinaria occorre eseguire un’attenta anamnesi (peso , abitudini alimentari, malattie avute in passato, terapie in atto, interventi chirurgici pregressi), un esame obiettivo accurato, un diario minzionale (volume di liquidi assunti, numero di minzioni , quantità di urina, perdite urinarie), un Pad test (misura la variazione di peso dell’assorbente e quantificando la perdita di urina), esami clinici (esame urine con urinocoltura, ecografia apparato urinario, uroflussimetria e, se necessario, esame urodinamico).
Come si cura l’incontinenza urinaria?
Se l’incontinenza è dovuta ad una infezione delle vie urinarie occorre impostare una terapia medica e comportamentale (antibioticoterapia e terapie per evitare le re-infezioni, dieta, comportamenti e regolarizzare l’evacuazione intestinale).
Esistono farmaci che possono migliorare la continenza, come: anticolinergici, imipramina, inibitori della ricettazione della serotonina ed estrogeni topici (questi ultimi previa valutazione ginecologica).
Se l’incontinenza è dovuta a un disturbo pelvico e/o perineale, anatomico o funzionale (prolasso pelvico e dissinergia addomino pelvica), il primo step è quello di tentare di riabilitare il pavimento pelvico con esercizi fisici (esercizi di Kegel), elettrostimolazione biofeedback che, tramite delle sonde endocavitarie, permette alla paziente di riacquisire un fisiologico controllo dell’attività muscolare sfinterica e migliorare quindi la continenza sia urinaria
Se la situazione strutturale e funzionale pelvica e degli organi in essa contenuti è notevolmente compromessa o se fallisce la riabilitazione del pavimento pelvico, la chirurgia rimane la scelta più indicata.
In base la situazione anatomica della paziente, si possono utilizzare: sospensione del collo vescicale, slip pubo-vaginali, iniezione endoscopica a livello del collo vescicale di collagene, sino al posizionamento di sfinteri artificiali.
In caso di vescica iperattiva, che non risponde alle terapie è possibile utilizzare la neuromodulazione sacrale, utilizzando uno stimolatore (simile ad un pace-maker) delle radici sacrali nervose che afferiscono alla vescica ed altri visceri pelvici. La stimolazione elettrica delle fibre nervose comporta risultati positivi sia nella sindrome della vescica iperattiva, sia in situazioni di ritenzione urinaria cronica.
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