Il “gomito del tennista”: cause, sintomi e cura

“Il gomito del tennista” è una patologia che non riguarda soltanto chi gioca a tennis ma chiunque pratichi un’attività sportiva o lavorativa dove uno stesso movimento (della mano, del polso o del braccio) viene ripetuto in modo continuativo. 

È un disturbo cronico che provoca molto dolore e a volte persino difficoltà a muovere l’articolazione.

Ne abbiamo parlato con il dottor Paolo Rolla, medico ortopedico presso il centro Humanitas Medical Care di Varese.

Che cos’è il gomito del tennista?

È una tendinopatia che si verifica a carico dei tendini estensori del polso e delle dita che si inseriscono nella zona laterale dell’estremità distale dell’omero (epicondilo omerale). Il tendine presenta una zona di degenerazione, i muscoli si retraggono e ne consegue una situazione dolorosa che impedisce la completa funzione del polso e della mano. Per tale motivo la patologia è frequentemente chiamata epicondilite.

Quali sono le cause?

Il gomito del tennista è determinato di solito da un sovraccarico funzionale. Si manifesta quindi maggiormente in quei soggetti che, a causa di attività sportive o lavorative, sollecitano la muscolatura dell’avambraccio in modo ripetitivo oppure con vibrazioni prolungate reiterate.

In alcuni casi la patologia si manifesta in seguito a traumi diretti, anche banali, quali contusioni semplici in ambiente domestico.

Le attività praticate dai soggetti con epicondilite sono:

Attività lavorative:

–    Muratore

–    Carpentiere

–    Macellaio

–    Falegname

–    Casalinga

–    Sarto

–    Cuoco

–    Musicista

–    Mansioni da “scrivania”

Attività sportive:

–    Tennis

–    Scherma

–    Squash

–    Lancio del giavellotto o del disco

–    Pole Dance

–    Vela 

Quali sono i sintomi del gomito del tennista?

Il dolore a livello della zona laterale del gomito è il primo sintomo e si manifesta soprattutto afferrando oggetti. Se l’affezione non viene trattata, può irradiarsi lungo l’avambraccio e persistere anche a riposo, rendendo difficile stendere completamente l’avambraccio. Tale difficoltà peggiora con la flessione del polso. 

Si evidenzia dolore alla palpazione nel punto dove si inseriscono i muscoli estensori a livello del margine osseo laterale del gomito (cioè dell’epicondilo), o della porzione appena distale a tale area (cioè la aponeurosi degli estensori).

Oltre al dolore si possono dunque riscontrare:

–   Perdita di forza nella presa

–   Braccio debole

–   Difficoltà a compiere gesti delle comuni attività quotidiane

–   Difficoltà ad estendere il gomito

Come si previene?

La riduzione delle vibrazioni e delle sollecitazioni specifiche a carico dei muscoli estensori del polso e delle dita con inserzione all’epicondilo è fondamentale nella prevenzione di tale patologia.

L’utilizzo di attrezzi sportivi corretti per dimensioni e caratteristiche tecniche, il corretto gesto atletico, lo stretching adeguato e specifico dei muscoli estensori e l’adeguato periodo di riposo post allenamento, rappresentano il primo passo per evitare l’infiammazione e la degenerazione dei tendini.

Nelle attività lavorative è consigliabile l’utilizzo di strumenti motorizzati in sostituzione di quelli manuali, ad esempio preferire un avvitatore elettrico al cacciavite.

Come si cura?

Va distinta una fase acuta da quella cronica.

In caso di dolore acuto i trattamenti sono rivolti a controllare il dolore e attenuare l’infiammazione, oltre che interrompere le attività critiche.In questa fase si può utilizzare la crioterapia, antinfiammatori locali e sistemici o la terapia fisica  (TECAR, LASER).

Nel caso, invece, di patologia cronica, l’alterazione anatomo-patologica tipica è la degenerazione tendinea, quindi il dolore non è correlato all’infiammazione (per tale motivo spesso i farmaci antinfiammatori hanno scarsa efficacia). Nei casi cronici è preferibile eseguire degli accertamenti specifici, per meglio definire la causa di questo dolore laterale del gomito. Sappiamo infatti che ci possono essere altre patologie più o meno gravi che possono manifestarsi con questo sintomo doloroso.

Gli esami da eseguire sono la radiografia tradizionale in 2 proiezioni, l’ecografia e la risonanza magnetica del gomito.

Se si identifica la specifica area di degenerazione nel contesto dell’aponeurosi degli estensori, i trattamenti sono:

–   Impacchi caldi

–   Tutori notturni

–   Riduzione o astensione dalle attività critiche

–    Fisioterapia con apprendimento di esercizi di stretching e di potenziamento muscolare specifico

–   Onde d’urto

–   Infiltrazioni con anestetico locale e cortisonico

–    Cruentazione percutanea dell’area degenerata

–    Infiltrazioni con fattori di crescita di derivazione ematica 

–    Infiltrazioni con cellule staminali derivate dal tessuto adiposo

–       Intervento chirurgico in artroscopia o a cielo aperto

Le procedure chirurgiche sono da riservare ai casi cronici che non si risolvono dopo almeno 6 mesi di cure adeguate e specifiche, a meno che non si riscontrino altre origini del dolore, non correlate alla degenerazione tendinea degli estensori.

Specialista in Ortopedia e Traumatologia
Dott. Paolo Renato Rolla
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