La riapertura delle scuole e il ritorno alla didattica in presenza sono stati – e sono ancora – tra i temi più dibattuti di questi ultimi mesi. La recente seconda ondata di contagi, infatti, sta mettendo a dura prova il sistema scolastico e tutto ciò che vi ruota intorno.
Spesso però non ci si chiede a sufficienza quale sia stato l’impatto della pandemia sul morale dei ragazzi e come questi ultimi abbiano reagito al ritorno a una “quasi” normalità.
Ne abbiamo parlato con la dottoressa Marcella Mauro, specialista in Neuropsicologia dell’apprendimento in Humanitas Medical Care Milano via Domodossola.
I principali sintomi del post Covid in bambini e ragazzi
Dai primi studi effettuati gli esperti hanno rilevato nei ragazzi alcuni deficit nella capacità di concentrarsi, memorizzare e mantenere l’attenzione a lungo. La causa è da attribuirsi a un eccesso di tensione emotiva: ansia, stress, preoccupazione sono fattori che incidono negativamente e in maniera diretta sulla concentrazione e sulla motivazione dei ragazzi.
Nei più piccoli si sono notati comportamenti di attaccamento e regressione – mettersi il dito in bocca, piangere frequentemente di fronte all’insuccesso o alla frustrazione, richiedere la presenza dei genitori – mentre gli adolescenti hanno manifestato un umore altalenante, irritabilità e difficoltà di concentrazione.
Alcuni dati e studi a supporto
Da un’indagine del Gaslini di Genova sull’impatto della pandemia Covid-19 risulta che nel 65% dei bambini in età prescolare e nel 71% dei bambini e ragazzi tra i 6 e i 17 anni sono insorte problematiche comportamentali, ansie, disturbi del sonno, irritabilità e sintomi di regressione durante il lockdown.
In un altro studio dell’IRCCS Medea, che ha preso in esame bambini con disturbi dell’attenzione, del linguaggio, dell’apprendimento, deficit motori, disturbo dello spettro autistico si è riscontrato un incremento significativo di alcuni “comportamenti problema”, indice di una maggiore difficoltà di regolazione delle emozioni: sono aumentati i comportamenti di ritiro, i comportamenti ansioso-depressivi, i problemi di attenzione e i comportamenti aggressivi.
Post Covid o ADHD?
Da questa analisi emerge chiaramente l’importanza del ruolo degli adulti di riferimento: ancor più che in passato è richiesta una presenza attiva e attenta da parte di genitori, insegnanti e specialisti.
I comportamenti sopra descritti non sono da confondere con disturbi di altra natura come, per esempio, l’ADHD (Disturbo da Iperattività e Disattenzione).
I sintomi dell’ADHD
Di seguito una lista dei principali sintomi legati all’ADHD.
· Distrazione continua e necessità di ripetute sollecitazioni.
· Compiti svolti frettolosamente e pieni di errori.
· Stato di noia quasi immediata di fronte a un compito assegnato.
· Incapacità di stare in silenzio e irruenza nel rispondere, ancor prima di aver ascoltato tutta la domanda.
· Incapacità di aspettare il proprio turno in coda o in un gruppo di lavoro.
· Scarso impegno nonostante le buone capacità cognitive.
· Disordine generale e mancanza di organizzazione (frequente dimenticanza del materiale scolastico).
· Fatica nel tollerare la frustrazione.
· Difficoltà a rimanere seduto sulla sedia o a non giocherellare con matite e gomme.
· Presenza dei sintomi da più di sei mesi e comparsi prima dei 7 anni di età.
L’importanza di un consulto specialistico
Nella valutazione occorre innanzitutto prendere in considerazione la soggettività del singolo in relazione alla storia scolastica pregressa e ai cambiamenti avvenuti nell’ultimo anno.
Per capire se iperattività e distrazione sono sintomi da attribuire al post Covid o a disturbi differenti si consiglia tuttavia di ricorrere al consulto di uno specialista della salute mentale dell’età evolutiva con specifiche competenze sull’ADHD e sugli altri disturbi che possono mimarne i sintomi o che possono associarsi a esso.
Per una corretta valutazione devono essere coinvolti anche genitori e insegnanti, in modo da avere una panoramica completa sull’ambiente di vita del bambino e sui suoi comportamenti in relazione a esso.
-
12.000.000 Visite
-
1.000.000 pazienti
-
7.300 professionisti
-
190.000 ricoveri
-
12.000 medici