Per chi soffre di insufficienza venosa, ma anche per chi, a causa dello smartworking o di una vita troppo sedentaria, si muove poco, il gonfiore a gambe e caviglie può diventare una patologia piuttosto diffusa e fastidiosa che può peggiorare con le alte temperature estive.
Ne abbiamo parlato con la prof.ssa Mariagrazia Bordoni, dottoressa specializzata in chirurgia vascolare presso l’ambulatorio Humanitas Medical Care di Monza.
Gonfiore alle gambe: quali i rimedi?
“Durante la stagione calda accade frequentemente di avere piedi e caviglie gonfie, specie la sera dopo una giornata di lavoro passata in piedi o seduti alla scrivania.
Evitare gli ambienti troppo caldi e muoversi appena è possibile sono rimedi semplici, facilmente attuabili ed efficaci. Mantenere una dieta equilibrata, con un buon livello di idratazione aiuta molto”.
Il riposo è sempre la soluzione?
“Riposare con gli arti inferiori un po’ sollevati aiuta a drenare più liquidi dalle nostre gambe. Tuttavia, un ottimo rimedio è il cammino: i muscoli del polpaccio funzionano come una “pompa” che rimuove i liquidi in eccesso dai piedi e dalle gambe. Non serve correre o fare esercizi particolari: una semplice camminata è sufficiente per farci sentire meglio”.
Quando è necessario rivolgersi ad uno specialista?
“Le cause che determinano l’edema, il gonfiore, delle caviglie sono diverse, alcune anche molto importanti. Quando il problema persiste e non è legato solo alla stagione calda, o si associa anche ad altri disturbi, è meglio rivolgersi al proprio medico o allo specialista vascolare: verranno suggeriti durante la visita gli eventuali esami di approfondimenti necessari, caso per caso”.
Come trattare l’insufficienza venosa?
“Non esiste un unico trattamento valido per tutti: in qualche caso è sufficiente qualche consiglio sullo stile di vita, in altri si aggiunge anche una terapia farmacologica di supporto, soprattutto quando è presente qualche sintomo come il senso di pesantezza. In altri casi è necessario consigliare calze elastiche adeguate (ne esistono diverse classi che devono essere prescritte dal medico); infine, può essere indicato un trattamento chirurgico. In tal caso, oltre alle tecniche di chirurgia classiche, utilizziamo oggi metodi meno invasivi come l’ablazione della safena, cioè la sua chiusura senza sfilarla”.
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