Le epatiti sono tra le forme più frequenti di malattie acute e croniche del fegato. Possono avere differenti cause, sebbene le più comuni derivino da un’infezione virale.
Ne abbiamo parlato con la prof.ssa Ana Lleo De Nalda, epatologa presso l’ambulatorio Humanitas Medical Care Premuda a Milano.
Cos’è l’epatite?
Con il termine epatite si indica un’infiammazione al fegato causata da un agente tossico. La causa può variare dall’abuso di alcol (epatite alcolica), ad alcuni farmaci, da risposta errata del nostro sistema autoimmune (che riconosce il fegato come dannoso e lo attacca) e, nella maggior parte dei casi, da virus.
Le epatiti possono essere acute (e guarire spontaneamente in alcuni mesi) o croniche (una condizione a lungo termine).
Quali sono le epatiti che conosciamo?
Le epatiti virali: rappresentano le principali cause di epatite acuta e cronica in Italia. Sono causate da virus epatospecifici A, B, C, D, E, e da virus sistemici, come il citomegalovirus, herpes, il virus della mononucleosi, il Covid e altri.
– L’epatite A è altamente contagiosa e si manifesta come una malattia simil-influenzale con ittero e può essere contratta per via feco-orale, attraverso l’ingestione di acqua o cibo contaminati dal virus, o dal contatto con altre persone infette.
– L’epatite B nel 5% dei casi può cronicizzarsi e portare alla cirrosi (cicatrizzazione), al tumore del fegato (carcinoma epatico) ed all’insufficienza epatica (riduzione della funzione). Può essere trasmessa mediante sangue infetto, durante rapporti sessuali non protetti o al momento del parto, se la madre è infetta.
– L’epatite C, presenta casi di cronicizzazione più alti (in circa il 60-85% dei casi) e, come l’epatite B, può causare cirrosi, epatocarcinoma ed insufficienza epatica. Il contagio può avvenire nello stesso modo dell’epatite B.
– L’epatite D può essere trasmessa sessualmente ma, per replicarsi, necessita della presenza di un altro virus (quello dell’epatite B), di cui aggrava i sintomi. I pazienti con epatite D hanno un rischio triplo di sviluppare un tumore al fegato.
– L’epatite E, è simile all’epatite A e avviene per trasmissione oro-fecale, assunzione di carne di maiale cruda e acqua contaminata. Può essere particolarmente pericolosa nelle donne in gravidanza.
Le epatiti non virali possono essere causate da sostanze chimiche, problemi metabolici o dall’assunzione di alcuni farmaci. Le epatiti autoimmuni: si verificano quando il nostro sistema immunitario attacca il fegato, provocando l’infiammazione, che può condurre alla cirrosi e a danni permanenti. Tendono a colpire maggiormente le donne (circa il 70% dei pazienti è di sesso femminile).
Quali sono i sintomi dell’epatite?
L’epatite, nella maggior parte dei casi, non presenta sintomi evidenti; tuttavia, quelli più comuni, possono includere
· dolori muscolari e articolari
· febbre
· nausea e vomito
· sensazione di stanchezza e malessere
· perdita di appetito
· urina scura
· feci chiare
· pelle pruriginosa
· ittero (ingiallimento degli occhi e della pelle)
Come vengono diagnosticate le epatiti?
La diagnosi di epatite avviene tramite una visita specialistica, per studiare l’anamnesi completa del paziente e della sua famiglia, l’esecuzione di esami del sangue mirati e un’ecografia dell’addome.
Per ricostruire la storia del paziente, il medico deve tenere in considerazione i tempi di latenza differenti delle epatiti: quello dell’epatite A può durare da 2-3 settimane fino a un massimo di due mesi; l’epatite B richiede da 1-2 mesi fino a un massimo di 6 mesi per la comparsa dei sintomi; l’epatite C ha da uno a sei mesi di incubazione.
Come vengono trattate le epatiti?
La terapia differisce a seconda del tipo e della fase clinica dell’epatite. Le epatiti virali B e C richiedono una terapia antivirale con farmaci antivirali diretti, mentre le epatiti A ed E, generalmente regrediscono spontaneamente nel giro di un paio di mesi, senza causare danni al fegato. In alcuni casi, per esempio nei soggetti immuno-compromessi, l’epatite E può richiedere una terapia antivirale.
Nel caso delle epatiti autoimmuni, invece, può essere necessario un trattamento con cortisone eventualmente associato a immunosoppressori.
Nel caso, raro, di epatite fulminante può essere necessario ricorrere al trapianto di fegato.
Quali vaccini sono disponibili in Italia?
Per l’epatite A è disponibile un vaccino somministrato in due dosi, a distanza di sei mesi l’una dell’altra: per l’epatite virale B, dal 1991, in Italia, il vaccino è tra quelli obbligatori, ed è offerto gratuitamente dal Sistema Sanitario Nazionale.
È possibile prevenire l’epatite virale?
Sì, è consigliabile avere rapporti sessuali protetti, assicurarsi che gli strumenti con cui vengono eseguiti tatuaggi e piercing siano perfettamente sterilizzati, e sottoporsi alle vaccinazioni preventive nei luoghi considerati a rischio.
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