Elettromiografia: che cos’è e a cosa serve

Formicolii e intorpidimento mani, piedi o gambe; perdita di forza o di sensibilità tattile; fascicolazioni, guizzi muscolari e movimenti involontari di piccoli muscoli; dolore agli arti ma anche disturbi della zona uro-genitale.

Sono alcuni dei sintomi più diffusi che lamentano i pazienti che si sottopongono all’elettromiografia (EMG) e l’elettroneurografia (ENG).

Ne abbiamo parlato con la dottoressa Flavia Tripaldi, neurologa in Humanitas Medical Care Lainate (ma anche nelle sedi di Arese, Varese e Milano Domodossola).

Quando scegliere l’elettromiografia

Molti pazienti che lamentano questi sintomi si rivolgono al neurologo, spesso indirizzati dal medico di base – sia attraverso il Sistema Sanitario Nazionale che in forma privata – per avere una diagnosi precisa sui loro disturbi.

“Si tratta di un esame strumentale  fondamentale per la valutazione del sistema nervoso periferico e la diagnosi delle patologie neuro-muscolari – ha spiegato la dottoressa -; fornisce utili informazioni per la diagnosi delle neuropatie, radicolopatie cervicali, radicolopatie lombosacrali, lesioni traumatiche dei tronchi nervosi, sindromi compressive  come il tunnel carpale, miopatie, malattie della giunzione neuromuscolare (come la miastenia) , malattie neuro degenerative (come la SLA), e patologie del piano perineale (disfunzioni uro – genitali)”.

Grazie all’esperienza dello specialista, che sa ben interpretare e leggere l’EMG, è un esame che dura qualche decina di minuti: “la durata può variare in base alla patologia del paziente e alla sua tolleranza all’esame”, ma tendenzialmente non dura più di una ventina di minuti, ha spiegato la dottoressa Tripaldi.

L’ EMG viene effettuata sia in età adulta che in età evolutiva (inclusa l’ infanzia). Al termine dell’esame è prevista la consegna del referto.

Come si svolge l’EMG

L’esame si articola in due momenti: prima l’elettroneurografia e a seguire l’elettromiografia.

L’elettroneurografia è un test non invasivo che si esegue con l’applicazione di elettrodi.

“Mediante stimoli elettrici somministrati lungo il decorso dei nervi e la registrazione delle risposte evocate con gli elettrodi posti sulla cute del paziente, valutiamo la corretta funzionalità delle fibre nervose motorie e sensitive”, ha chiarito Tripaldi.

Nella seconda fase, con l’elettromiografia, attraverso l’utilizzo di elettrodi ad ago monouso, “ possiamo registrare l’attività elettrica generata nel muscolo sia in condizioni di riposo che durante la contrazione volontaria.

Controindicazioni

L’elettromiografia non è un esame pericoloso e non prevede nessuna preparazione in particolare: chi porta un pacemaker o chi assume terapie con antiaggreganti ed anticoagulanti deve avvisare il medico in anticipo. 

È consigliato non applicare creme o olii sul corpo nel giorno dell’esame perché impediscono il corretto passaggio delle correnti elettriche e rendono difficile l’applicazione degli elettrodi.

La ripresa delle attività abituali può essere immediata. L’ esame non ha effetti collaterali (neppure in gravidanza) ad eccezione di una possibile transitoria comparsa di lividi e dolenzia muscolare a seguito dell’elettromiografia.

Neurofisiopatologia ed Epilettologia Diagnostica per l'adulto e il bambino
Dott.ssa Flavia Tripaldi
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