Dolore, mancanza di forza e problemi di movimento. La rizoartrosi è un tipo di artrosi che colpisce principalmente la base del pollice, e che può essere molto invalidante, arrivando perfino a limitare la presa degli oggetti (i movimenti del pollice diminuiscono nel tempo, provocando una progressiva rigidità del dito). Si tratta di una condizione che colpisce soprattutto le donne e i cui sintomi possono manifestarsi già dai 40 anni.
Ne abbiamo parlato con il dottor Giorgio Pivato, chirurgo della mano, presso l’ambulatorio Humanitas Medical Care Milano Murat, e Responsabile della Chirurgia della Mano e Microchirurgia Ricostruttiva in Humanitas.
Cos’è la rizoartrosi?
La rizoartrosi è una osteoartrosi degenerativa che colpisce l’articolazione alla base del dito (tra il primo metacarpo e l’osso del polso, il trapezio), provocando un forte dolore e limitandone l’utilizzo.
Quali sono le cause della rizoartrosi?
Questa malattia degenerativa è causata dall’invecchiamento e dall’usura della cartilagine tra il primo metacarpo e il trapezio. La cartilagine tra le ossa si consuma provocando una frizione tra le superfici articolari provocando dolore anche a riposo per le conseguenze dirette dovute all’attrito tra la base del metacarpo ed il trapezio.
Quali sono i sintomi della rizoartrosi?
I sintomi principali sono:
– Deformità del pollice
– Dolore alla base del dito
– Problemi di movimento
– Diminuzione della forza di presa tar il primo e il secondo dito
Come può essere trattata la rizoartrosi?
Innanzitutto, è utile imparare quei gesti che permettono di risparmiare l’articolazione, facendo diminuire la percezione del dolore e limitando l’usura dell’articolazione trapezio-metacarpale; sono quelle azioni che vanno sotto il nome di “economia articolare” come ad esempio aprire un barattolo con l’apriscatole, utilizzare penne più grosse, usare un mouse verticale che mantenga il pollice in una posizione più fisiologica.
Utile inoltre utilizzare un tutore di riposo notturno ed uno funzionale diurno confezionati appositamente sulla mano del/della paziente (nessuna mano è uguale ad un’altra e nessun quadro clinico è uguale ad un altro). Tale presidio può alleviare i dolori, sia notturni che diurni ed allungare la “vita” dell’articolazione.
Quando è necessaria la chirurgia?
Se il dolore diventa insopportabile, la qualità di vità troppo compromessa e la funzionalità quotidiana eccessivamente limitata, è indicato l’intervento chirurgico (artroplastica in sospensione), che viene eseguito in day-hospital con un’anestesia solo del braccio.
L’intervento dura circa 30 minuti e prevede una piccola incisione alla base del pollice, l’asportazione dell’osso trapezio al fine di ricreare uno spazio sufficiente ad evitare il conflitto tra le superfici articolari.
Il pollice rimane immobilizzato per tre settimane, dopodiché è possibile cominciare il protocollo riabilitativo che, attraverso semplici esercizi da eseguire da soli durante la giornata, rappresenta parte integrante del trattamento e consente di utilizzare da subito la mano per le normali attività quotidiane e di riprendere l’attività lavorativa dopo poche settimane.
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