Si è conclusa, nei giorni scorsi, la terza revisione delle linee guida della Task Force della World Federation of Societies of Biological Psychiatry (WFSBP) per il trattamento farmacologico dei disturbi d’ansia, ossessivo-compulsivo e post-traumatico da stress. Tra i 33 esperti internazionali, in rappresentanza di 22 Paesi, anche il prof. Giampaolo Robert Perna, docente presso Humanitas University, responsabile del Centro per i Disturbi d’Ansia di Humanitas SanpioX e Direttore scientifico di Humanitas Psico Medical Care, nonché membro dell’Anxiety and Depression Association of America (ADAA) e dell’American Psychiatric Association (APA) che ci racconta com’è andata.
Qual è l’obiettivo di questa iniziativa e che beneficio porta ai pazienti?
La rigorosa metodologia che abbiamo applicato nel revisionare 1007 studi clinici controllati randomizzati, ha permesso di stilare delle linee guida per il trattamento farmacologico (e non) di diversi disturbi d’ansia, ma non solo. Rappresentano una solida base di partenza per effettuare scelte terapeutiche sempre più basate su evidenze scientifiche.
Le linee guida basate sull’evidenza non possono dimenticarsi dell’esperienza clinica, che è sicuramente più ricca e raffinata, ma sono il solido terreno che consente a ciascun medico di evitare le trappole dei cosiddetti “Bias Confirmatori”, cioè i pregiudizi di conferma che tendono a rendere ciechi quando un paziente non risposte ai modelli che abbiamo creato con la nostra esperienza. Pregiudizi, che sono uno dei peggiori nemici del processo decisionale clinico e, in definitiva, di una vera medicina orientata al paziente. Se la medicina personalizzata sarà il futuro della psichiatria, le linee guida basate sull’evidenza dovrebbero essere considerate le solide radici su cui la medicina personalizzata dovrebbe crescere guidata da ciò che la scienza dimostra.
Cosa si intende per medicina personalizzata? E come si declina nel campo della psichiatria?
La medicina personalizzata ci permette di uscire dalla trappola della diagnosi, come unico parametro di giudizio e di scelta del trattamento, e di rimettere al centro la persona con la sua complessità, senza perdere tuttavia la guida necessaria della scienza e delle dimostrazioni che la stessa porta con sé. Ogni persona, quando incontra il disturbo mentale, lo fa portando con sé la sua genetica, le sue esperienze traumatiche o meno, la sua condizione fisica, la sua personalità, le sue condizioni socio-economiche e spirituali. Per questo, è fondamentale creare un progetto sartoriale ad hoc che garantisca il miglior risultato clinico possibile con i minori effetti collaterali significativi per la “quella” persona. La medicina personalizzata permette di uscire dalla presunzione (dello psichiatra/psicoterapeuta personalizzato) che basti l’esperienza per progettare un intervento personalizzato e ci porta nel mondo delle valutazioni e del metodo scientifico che ci aiuta a distinguere tra le nostre idee cliniche, quelle che sono opinioni personali non messe al vaglio della critica e quelle che invece nascono da un ragionamento clinico che riconosce nelle evidenze scientifiche una guida imprescindibile. Il cammino della medicina personalizzata nel campo della salute mentale è appena iniziato ma promette molto benessere per chi soffre.
Quali sono quindi i risvolti sul trattamento dei disturbi d’ansia?
I disturbi d’ansia, i più diffusi disturbi mentali, vengono spesso presi sottogamba e non di rado i clinici si accontentano di migliorare le condizioni cliniche del paziente facendolo semplicemente stare meglio. In realtà i disturbi d’ansia e i disturbi ossessivo compulsivo e post-traumatico da stress che trovano nell’ansia una componente centrale, proprio perché colpiscono persone consapevoli e ragionevoli, provocano un livello di sofferenza molto alto sia per la persona colpita che per la sua famiglia e richiedono un intervento risolutivo che riporti il benessere e equilibrio.
Avere delle linee guida chiare e oneste, che non cercano di accontentare tutti i clinici e le loro visioni, ma si prefiggono di applicare una metodologia rigorosa per identificare terapie farmacologiche, psicoterapeutiche e interventi di neuromodulazione che abbiano evidenze di efficacia, offre al clinico, non una verità assoluta da applicare in maniera cieca, ma una solida base di partenza per confrontare quello che l’esperienza e il ragionamento hanno suggerito con quello che solidamente la scienza ha dimostrato essere efficace. Applicare le terapie che studi rigorosi hanno dimostrato essere valide al di là della suggestione, non solo garantisce un risultato migliore ma dimostra un genuino e etico rispetto della persona ansiosa che soffre.
Le linee guida nella maggior parte dei casi ci dicono che alcune terapie hanno una garanzia di efficacia solida e altre no, senza peraltro escludere il loro potenziale valore nell’aiutare chi soffre. E quando parliamo di disturbi ansiosi e di salute mentale in generale, dare la precedenza alle terapie scientificamente solide è un atto etico indispensabile per un sanitario che si rispetti, su cui costruire la terapia personalizzata che tenga conto della persona nel suo complesso.
Può dare un consiglio a chi soffre di questi problemi?
Cari Ansiosi, dopo oltre 30 anni di esperienza nell’incontrarvi, curarvi e ascoltarvi mi sento di consigliarvi di rivolgervi sempre a chi ha dimostrato una attenzione e rispetto per il metodo scientifico, sia praticando la ricerca che riferendosi a linee guida internazionali. Quando vi offrono un intervento terapeutico chiedete sempre se è stato dimostrato essere efficace con studi scientifici e, perché no, di darvene la prova. La salute mentale è vostra e avete diritto di chiedere. Infine, cari ansiosi potete tornare a star bene al 100% per cui non accontentatevi di star meglio ma pretendete di star bene, perché potete tornare a star bene.
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