Distacco della retina: i sintomi e l’intervento  

La retina è lo strato più interno della parete posteriore dell’occhio ed è composta da una stratificazione di cellule nervose deputate alla ricezione e trasmissione dello stimolo luminoso-visivo. Al di sotto della retina troviamo, nell’ordine, l’epitelio pigmentato retinico (EPR) con funzioni principalmente trofiche sulla retina, la coroide, un tessuto spugnoso ricco di vasi sanguigni che forniscono alla retina ossigeno e sostanze nutritive, e infine, più all’esterno, la sclera, la parte di colore bianco-perlaceo, visibile anche dall’esterno, e composta prevalentemente da tessuto connettivo, che conferisce solidità e resistenza meccanica al globo oculare. All’interno della cavità oculare posteriore, denominata cavità vitrea, c’è il corpo vitreo, un tessuto trasparente, gelatinoso, ricco d’acqua e altre componenti, che aderisce alla retina e possiede importanti proprietà ottiche, meccaniche e metaboliche.

Il distacco della retina dagli strati sottostanti può portare, se non trattato tempestivamente e adeguatamente, alla perdita permanente della vista. Più a lungo la retina resta staccata, maggiore è il rischio di perdere la vista nell’occhio coinvolto. Pertanto, la diagnosi precoce del distacco retinico e l’indirizzamento in tempi brevi del paziente alle cure del chirurgo vitreoretinico sono di estrema importanza per il mantenimento della funzione visiva.

Ce ne parla il dottor Andrea Gabai, medico oculista e chirurgo vitreoretinico presso Humanitas San Pio X e l’ambulatorio Humanitas Medical Care Murat a Milano.

Quali sono i sintomi del distacco della retina?

Il distacco della retina è generalmente indolore, ma presenta sintomi precoci che frequentemente includono:

  • improvvisa comparsa di minuscoli granelli mobili nel campo visivo
  • lampi di luce (fotopsia)
  • visione offuscata
  • visione laterale (periferica) ridotta
  • ombra simile ad una tenda nel campo visivo (scotoma) .

Quali sono le cause del distacco della retina?

Il distacco della retina può essere classificato in: regmatogeno, trazionale ed essudativo. Tutti i tipi sono caratterizzati dall’accumulo di liquido sottoretinico.

  1. Distacco regmatogeno: è causato da un règma (dal greco ῥῆγμα «rottura»), cioè una rottura o un foro nella retina che  permette il passaggio di liquido vitreo al di sotto della retina, causandone il distacco. È più comune negli anziani e nei miopi, poiché in questo gruppo di pazienti il vitreo è tendenzialmente meno omogeneo e compatto, quindi con una tendenza più spiccata a “scollarsi” dalla superficie retinica, andando quindi a generare trazioni e conseguenti lacerazioni della retina.
  2. Distacco trazionale: si verifica quando la retina viene distaccata a cause della trazione da parte di membrane fibrovascolari di origine cicatriziale-infiammatorie sulla superficie della retina, anche in assenza di fori o rotture. Tra i più colpiti da questo tipo di distacco troviamo i pazienti con diabete o altre patologie, specialmente  infiammatorie, mal controllate, che comportano, per l’appunto, la formazione di membrane fibrovascolari nel corpo vitreo e sulla retina.
  3. Distacco essudativo: è caratterizzato dall’accumulo di liquidi nello spazio sottoretinico senza buchi o lacerazioni nella retina. È tipico delle persone con malattie vascolari (ipertensione, trombosi venose retiniche), infiammatorie (vasculiti, papilliti) o neoplastiche (tumori primitivi o metastatici dell’occhio) coinvolgenti la retina, l’EPR e la coroide.

Distacco della retina: come funziona l’intervento

Il distacco della retina è prevalentemente di tipo regmatogeno e richiede un intervento chirurgico, che può essere eseguito in anestesia locale o generale. Le principali tecniche chirurgiche per il trattamento del distacco retinico includono:

  • Chirurgia dall’esterno: l’occhio viene “compresso” dall’esterno attraverso il fissaggio di banderelle o segmenti sagomati di materiale biocompatibile sulla sua superficie esterna (sclerale). Questi dispositivi, noti come cerchiaggio o piombaggio (in base alle loro conformazione e modalità d’azione), sono utilizzati dal chirurgo vitreoretinico per avvicinare le pareti dell’occhio, ridurre le trazioni del corpo vitreo sulla retina ed evacuare il liquido accumulato sotto la retina tramite una microperforazione della parete oculare (puntura evacuativa). Alla fine dell’intervento, le rotture e i fori retinici vengono riparati con bruciature “mirate”, eseguite con laser (fotocoagulazione) e/o applicazione di freddo (criopessia) per consolidare la riparazione del distacco.
  • Chirurgia dall’interno: questo approccio prevede la rimozione del vitreo (vitrectomia) attraverso l’introduzione di strumenti che lo tagliano e lo aspirano. La retina viene liberata da eventuali aderenze e membrane che ne impedirebbero il riaccollamento, utilizzando forbici e pinze dedicate. Il liquido sottoretinico viene drenato aspirandolo attraverso i fori e le rotture retiniche, che vengono successivamente riparati con laser e/o applicazione di freddo. Infine, nella camera vitrea viene inserita una bolla di materiale tamponante biocompatibile, come gas (aria, o altre miscele di gas specifici e aria) o fluidi oleosi a base di silicone (olio di silicone), per stabilizzare e mantenere il riattaccamento della retina fino alla cicatrizzazione. I tamponanti gassosi vengono gradualmente smaltiti e riassorbiti senza necessità di un secondo intervento, mentre quelli a base di olio di silicone richiedono un intervento successivo per la rimozione, solitamente a distanza di alcuni mesi dal loro “impianto”.

​​Dopo l’intervento il paziente può rimanere ricoverato o essere dimesso in base alle indicazioni cliniche. Dovrà seguire la terapia prescritta, solitamente composta da colliri antibiotici e antinfiammatori. Il paziente viene informato sulle precauzioni da adottare anche a domicilio per facilitare la guarigione e sarà monitorato durante il decorso post-operatorio con visite ed esami necessari, secondo le indicazioni del chirurgo.

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