Come è noto, si intende per disfunzione erettile (DE) l’impossibilità di raggiungere o mantenere un’erezione sufficiente per l’attività penetrativa. La DE è un problema molto comune a uomini di tutte le età: ma a volte, dopo aver fatto indagini approfondite, non si evidenzia alcuna patologia organica specifica. In questo caso, le cause possono essere psicologicamente complesse e non riguardare soltanto l’uomo.
Ce ne parla la dott.ssa Roberta Ribali, medico psichiatra, psicoterapeuta e sessuologo, presso l’ambulatorio Humanitas Medical Care De Angeli a Milano.
Cosa può produrre la disfunzione erettile in uomini senza patologie organiche rilevanti?
Il problema psicologico può essere complesso: la disfunzione erettile è alimentata da un’ansia da prestazione che spesso è così forte da resistere a qualunque farmaco specifico che l’andrologo può consigliare.
Questa problematica può riguardare la storia personale dell’uomo: in pratica, un uomo invece di pensare all’incontro erotico puo essere concentrato unicamente sulla sua erezione e sul proprio pene.
Da sempre l’uomo tende infatti ad identificare la propria virilità con l’erezione, considerandola come sostanziale misura del suo essere maschio, a scapito dell’interesse sessuale per l’incontro erotico, che andrebbe mantenuto durante il rapporto con la partner. In questo frangente, l’erezione tende così a scomparire perché non è più sostenuta da un desiderio, ma si trasforma, nel vissuto maschile, in una prestazione.
Un altro aspetto riguarda il comportamento della partner: anche la donna, infatti, può avere dei pregiudizi, per cui può erroneamente interpretare la DE e l’assenza della penetrazione come una mancanza di desiderio e interesse da parte del partner. Questi preconcetti la portano ad adottare dei comportamenti e dei giudizi che allontanano a loro volta l’eros dall’incontro di coppia.
Spesso, nelle conversazioni tra donne, vengono trattati gli stessi argomenti riguardanti la qualità dell’erezione maschile che troviamo nell’immaginario dell’uomo, cadendo nell’equivoco che per avere un rapporto ottimale, il partner deve avere una erezione perfetta e duratura, senza tenere conto dell’attività erotica nel suo insieme,che porta effettivamente a soddisfazione con le sue possibili variazioni e fantasie.
Una donna può arrivare ad una piena soddisfazione erotica anche senza la centralità dell’erezione maschile. Tutte le volte che la partner sottolinea questa importanza dell’erezione, facendola pesare al partner, compie un’operazione di castrazione psicologica dell’uomo. A volte lo paragona addirittura a partner precedenti che, a suo dire, avevano erezioni evidenti e potenti; a volte lo incolpa di non farla arrivare all’orgasmo, come se l’orgasmo femminile fosse sempre dovuto ad un rapporto di penetrazione (mentre è dimostrato che circa l’80 per cento delle donne non arriva all’orgasmo con il solo rapporto vaginale). L’uomo si sente così colpevolizzato, sminuito nella sua virilità, a volte offeso, e innesca una dinamica di ansia senza via d’uscita.
È necessario, quindi, che anche la partner si metta in discussione e, aiutata eventualmente dallo psicosessuologo, riveda a sua volta i propri pregiudizi, aiutando così il partner ad uscire da una situazione di grave frustrazione.
In che modo può intervenire lo psicosessuologo?
In questi casi, lo psicosessuologo può richiedere un colloquio con la partner: spesso queste donne hanno avuto un’educazione sessuale limitata, piuttosto rigida, poco aperta e disponibile al gioco erotico, inibite nell’esplorare le diverse possibilità che la relazione con il partner potrebbe permettere (in questi colloqui riservati spesso è utile ripercorrere la storia della donna, della sua educazione sessuale e delle sue esperienze sessuali precedenti).
Tutte le donne possono mettersi in discussione, a qualunque età: dalle ragazzine, inesperte e senza un’educazione sessuale adeguata, alle donne adulte o alle donne già in menopausa, tranquille sulla mancanza di rischio di gravidanze (ottimale l’eventuale Terapia Ormonale Sostitutiva).
L’incontro con lo psicosessuologo può rappresentare sempre un momento positivo per esplorare il proprio eros con il partner.
Questa nuova prospettiva della partner può essere risolutiva nell’aiutare la coppia a superare le proprie ansie e i propri blocchi per creare una nuova vita erotica ricca, divertente, appagante per entrambi. E per rassicurare il partner uomo, dandogli una visione diversa della propria virilità.
La donna non dovrebbe avere nessun timore di affrontare tranquillamente il dialogo con lo psicosessuologo. Lo può fare sia riservatamente, in modo che si senta libera di poter parlare con fiducia, sia con il partner, anche in un eventuale incontro a tre.
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