L’infertilità riconosce per il 30-40% una causa maschile, per il 30-40% una patologia femminile, per il 20% un problema di entrambi e per il restante 10-20% una causa sconosciuta.
L’infertilità maschile è la riduzione della capacità fecondante dell’individuo di sesso maschile, anche in giovane età, che si manifesta in una situazione patologica frequentemente associata a una condizione di dispermia, in cui il liquido seminale maschile non ha le caratteristiche adeguate a fecondare l’ovulo femminile (concentrazione, motilità e caratteristiche morfologiche).
L’infertilità legata alla dispermia può essere permanente, quando è causata da problemi fisici incurabili, o temporanea, quando è causata da problemi che se vengono affrontati correttamente possono risolvere o almeno ridurre il problema.
Esistono una serie di esami diagnostici utili per individuare e correggere eventuali patologie che possono compromettere la fertilità.
Ne abbiamo parlato con la dott.ssa Valeria Caruso, biologa presso il centro Humanitas Medical Care di Varese.
Quali sono gli esami da fare?
Il primo esame di base utile per valutare lo stato della fertilità maschile è sicuramente lo spermiogramma o analisi del liquido seminale che consiste in una valutazione approfondita dei parametri seminali.
Con questo test si esaminano aspetti sia macroscopici (aspetto, volume, viscosità, pH) che microscopici (numero, motilità, morfologia) dell’eiaculato; nel liquido seminale le anomalie che più frequentemente si possono evidenziare sono: un basso numero di spermatozoi o Oligospermia; l’assenza totale di spermatozoi o azoospermia; la ridotta mobilità o astenospermia; alterazioni della forma degli spermatozoi o teratospermia.
Sullo stesso campione di liquido si può anche eseguire la spermiocoltura, che serve, invece, per accertare l’eventuale presenza di infezioni responsabili, per esempio, di prostatite o uretrite che possono essere tra le cause di infertilità.
Il test di capacitazione è un esame in cui il liquido seminale viene trattato per valutare il potenziale fertilizzante maschile; con questo esame il liquido seminale viene trattato con la stessa metodica utilizzata nei centri di Procreazione Medicalmente Assistita (PMA) ed è di aiuto nella scelta del tipo di tecnica da utilizzare in un ciclo di PMA.
In un percorso di PMA o se si rilevano condizioni particolari, sono suggeriti test più specifici e approfonditi per il liquido seminale.
L’affidabilità di questi esami dipende da una sua corretta esecuzione da parte di personale esperto, che deve aderire rigorosamente alle linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (2010), standard internazionale che impone metodologie e terminologie uguali in tutto il mondo.
Le analisi effettuate secondo questi parametri, sono uno strumento diagnostico sicuro per i medici che le dovranno valutare e consentono un corretto inquadramento della situazione andrologica.
Quali sono le patologie che possono compromettere la fertilità?
La dispermia può essere causata da molti fattori, alcuni dei quali tra di loro legati e interdipendenti. Negli ultimi decenni la qualità del liquido seminale maschile è peggiorata a causa dell’inquinamento, dell’alimentazione, delle malattie infettive a trasmissione sessuale e delle abitudini errate seguite nella vita quotidiana.
Tra le cause più probabili legate alla dispermia possiamo ricordare: assunzione di farmaci, abuso di alcol, caffeina, fumo, assunzione di droghe, infezioni all’apparato genitale (Papillomavirus, sifilide, gonorrea, clamidia), disfunzioni ormonali, malattie genetiche, malattie che non riguardano direttamente gli organi genitali, criptorchidismo (ossia la non corretta discesa dei testicoli nella loro posizione naturale), alterazioni della struttura testicolare, traumi, chirurgia, problemi ambientali (esposizione a radiazioni o sostanze inquinanti, eccessiva esposizione al calore dei testicoli), obesità, cattiva alimentazione e, per ultimo ma non certo per importanza, il varicocele (una dilatazione delle vene testicolari che provoca l’aumento della temperatura dei testicoli e interferisce con la produzione degli spermatozoi presente sino al 35% degli uomini infertili): questa patologia, in particolare, è la causa di circa il 20% delle infertilità di coppia.
Il varicocele si presenta principalmente in maniera asintomatica, il paziente può non rendersi conto di esserne affetto in quanto il dolore non è sempre palesato. Il primo sintomo che porta a rivolgersi all’urologo o all’andrologo è sicuramente un gonfiore importante o moderato a livello testicolare: il testicolo colpito ha normalmente dimensioni superiori all’altro. Nella maggior parte dei casi si manifesta durante lo sviluppo puberale con incidenza massima tra i 14 e i 16 anni; questo rende spesso difficile individuare i soggetti che ne soffrono, per motivazioni legate soprattutto alla particolare età e alla difficoltà a parlare di argomenti talvolta delicati e legati al senso di pudore o imbarazzo per i ragazzi.
Se non diagnosticato in età adolescenziale il varicocele può restare misconosciuto per molto tempo ed essere scoperto solo in età adulta nell’ambito di indagini per l’infertilità di coppia.
“Ottenuti dei dati dagli esami diagnostici del liquido seminale, parlando di terapie, l’obiettivo del trattamento da parte dei medici sarà quello di migliorare la qualità del seme del paziente. Il trattamento della causa dell’infertilità maschile può determinare un aumento di probabilità di concepimento naturale. Laddove ciò non avvenga o non sia possibile serve comunque a migliorare la probabilità di successo delle tecniche di fecondazione assistita o consentire di utilizzare tecniche meno complesse come ad esempio l’inseminazione intrauterina. Si stima che 1/3 degli uomini infertili, una volta sottoposto alle adeguate cure, riesce ad avere una paternità naturale. Sensibilizzare gli uomini sul tema della prevenzione della qualità del seme resta a mio avviso importantissimo. Spesso modificare alcune banali abitudini (bere meno caffè, non fare bagni caldi ogni giorno, evitare attività che surriscaldino i testicoli) può davvero essere incisivo, ma ancora oggi mi accorgo che sia molta la strada da percorrere per arrivare a sensibilizzare gli adolescenti riguardo a questo argomento”.
Sedi
-
12.000.000 Visite
-
1.000.000 pazienti
-
7.300 professionisti
-
190.000 ricoveri
-
12.000 medici