L’uroginecologia è una branca della ginecologia che si occupa della diagnosi e del trattamento delle disfunzioni del pavimento pelvico, come il prolasso, l’incontinenza urinaria e i disturbi minzionali, condizioni che colpiscono quasi il 50% delle femmine sopra i 50 anni (percentuale destinata ad aumentare a causa dell’innalzamento dell’età media della popolazione) ma che possono interessare anche donne più giovani.
Tutte queste problematiche impattano notevolmente sulla qualità di vita delle persone che tendono spesso a vergognarsene e pertanto a nasconderle.
Il compito del medico è, prima di tutto, quello di educare le pazienti a non arrendersi, accettando tali disturbi come segno inevitabile dell’invecchiamento, in quanto sono disponibili trattamenti medici e chirurgici per curare l’incontinenza urinaria e il prolasso genitale.
Ne parliamo con la dottoressa Manuela Grampa, ginecologa e ostetrica presso l’ambulatorio Humanitas Medical Care di Varese.
Che cos’è il pavimento pelvico?
Il pavimento pelvico è un sistema muscolo-fasciale che chiude la parte inferiore della cavità addominale. È la struttura nella quale si incontrano il sistema genitale, quello urinario e l’ultimo tratto dell’apparato digerente.
Il pavimento pelvico ha diverse funzioni considerate fondamentali, come per esempio minzione, defecazione, attività sessuale, parto.
Le cause delle complicanze al pavimento pelvico
Il fattore di rischio più rilevante è legato alla storia ostetrica della paziente: numero di parti, peso dei neonati alla nascita, modalità del parto.
Altrettanto importante è il ruolo di altri fattori quali: la predisposizione al rilassamento dei tessuti, l’obesità e l’esposizione a frequenti sforzi fisici.
Quando può essere utile una visita uroginecologica?
Una visita uroginecologica può essere utile in caso di:
- Prolasso genitale e uro-genitale
- Rilassamento della muscolatura pelvica dopo il parto
- Incontinenza urinaria e disturbi della minzione
- Esiti di patologie neurologiche coinvolgenti l’apparato urinario
- Cistiti recidivanti
- Vulvo-vaginiti croniche
- Dolore pelvico cronico
- Dolore durante i rapporti sessuali
- Patologie uro-ginecologiche legate all’avanzare dell’età.
Come avviene una visita uroginecologica?
La visita uroginecologica viene eseguita da uno specialista in ginecologia e urologia femminile che dopo aver raccolto la storia clinica e personale della paziente, esegue un inquadramento clinico.
A supporto della visita, possono essere eseguiti anche alcuni esami di accertamento, come un’ecografia pelvica trans-vaginale e trans-perineale.
Dopo la visita, il medico prescrive un’urinocoltura per escludere infezioni urinarie e, a seconda dei sintomi riferiti dalla paziente, un’ecografia dell’apparato urinario o un esame citologico urinario.
Il test diagnostico principale dell’uroginecologia è l’esame urodinamico, che permette di studiare accuratamente la fase di riempimento e di svuotamento della vescica, consentendo di formulare una corretta diagnosi dei disturbi e di formulare una proposta terapeutica personalizzata.
Che differenza c’è rispetto a una visita ginecologica tradizionale?
La visita uroginecologica è una visita ginecologica mirata innanzitutto allo studio della corretta posizione di vescica, pareti vaginali, utero e retto, rispetto al piano dei genitali esterni, in modo tale da escludere la presenza di prolasso.
La paziente viene visitata in posizione normale, supina, sia a riposo sia mentre spinge o tossisce (spesso la paziente viene invitata a spingere o a tossire per evidenziare eventuali perdite involontarie di urina). A supporto della visita viene eseguita un’ecografia per la valutazione del residuo urinario post-minzionale.
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