Secondo le indicazioni fornite dall’Organizzazione Mondiale per la Sanità, il test più affidabile per rilevare l’infezione da SARS-CoV-2 è quello molecolare che viene eseguito su un campione delle vie respiratorie tramite un tampone naso-faringeo.
Anche il test rapido antigenico viene eseguito mediante un tampone naso-faringeo, o salivare, ma, la modalità per analizzarli è differente, pertanto i due test non sono equiparabili in termini di accuratezza ed affidabilità.
Come funziona il test rapido e quando è indicato? Ne parliamo con il dottor Luca Germagnoli, Responsabile del Laboratorio analisi cliniche di Humanitas.
Come funziona il test rapido e quando è indicato?
Il test rapido antigenico permette di rilevare in tempi molto brevi (meno di 90 minuti) alcune componenti proteiche del virus, definite antigeni, ma non il genoma virale o parti del virus, individuabili invece attraverso il test molecolare (con tempi di analisi più lunghi che vanno da 8 ore per la misurazione, a 24 ore per la refertazione). Per questo, la capacità del test rapido di rilevare la presenza di componenti virali di SARS-CoV – 2 (sensibilità) è minore rispetto a quella del test molecolare.
Inoltre, il test rapido permette di rilevare solo quantità ridotte di componenti virali, fornendo in alcune situazioni dei falsi negativi che non consentono di escludere con certezza la presenza del virus nel campione prelevato mediante tampone.
In altri casi, più rari, il test rapido ha fornito anche falsi positivi, rendendo necessario, per alcune categorie di pazienti, confermare l’esito con un test molecolare.
Al momento, le varianti virali che circolano in Italia (inclusa Omicron) non dovrebbero influire sulla capacità diagnostica dei test antigenici, che individuano solo la proteina del Nucleocapside (N), interessata marginalmente dalle mutazioni. Tuttavia, alcune mutazioni di questa proteina potrebbero in un futuro influenzare l’esito dei test antigenici, e per questo dovranno sempre essere monitorate.
Come viene eseguito il test rapido?
Il test rapido antigenico viene effettuato con un tampone naso-faringeo che inserito in ciascuna narice del paziente, preleva un campione di mucosa dal rinofaringe (la parte superiore del tratto respiratorio).
Così come il test molecolare, anche il test rapido è veloce e indolore, nonostante il paziente possa avvertire una sensazione di fastidio al contatto del bastoncino con la mucosa del naso e del cavo orale.
Test rapido positivo: cosa fare?
Il test rapido positivo indica la presenza di componenti virali di SARS-CoV-2 (proteina del Nucleocapside, N) nel campione biologico analizzato. In accordo al Decreto-legge 30 dicembre 2021, n. 229 – “Misure urgenti per il contenimento della diffusione dell’epidemia da COVID-19 e disposizioni in materia di sorveglianza sanitaria “– e alla Circolare 30 dicembre 2021, la positività al tampone antigenico rapido è da considerarsi equivalente alla positività al test molecolare in RT-PCR.
Cosa fare se il test rapido è negativo?
Il test rapido negativo suggerisce l’assenza di infezione in atto e di componenti virali di SARS-CoV-2 (proteina del Nucleocapside, N) nel campione biologico analizzato.
In accordo al Decreto-legge 30 dicembre 2021, n. 229 – “Misure urgenti per il contenimento della diffusione dell’epidemia da COVID-19 e disposizioni in materia di sorveglianza sanitaria “– e alla Circolare 30 dicembre 2021, nei contesti comunitari non-ospedalieri la negatività al tampone antigenico rapido è da considerarsi equivalente alla negatività al test molecolare in RT-PCR.
Tuttavia, in ambito ospedaliero, la possibilità di un “falso negativo” (vedi “Come funziona il test rapido?”) richiede, per alcune tipologie di pazienti e condizioni cliniche, la conferma del risultato con un test molecolare in RT-PCR.
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