Secondo i dati riportati dal Ministero della Salute, in Italia sono circa 3 milioni le persone affette da asma bronchiale, di cui circa il 10% presenta una forma di asma grave. Una malattia complessa da gestire, non solo per il paziente ma anche per il medico e il Sistema Sanitario.
Ne abbiamo parlato con il dottor Sebastian Ferri, pneumologo presso gli ambulatori Humanitas Medical Care De Angeli a Milano e Assago.
Quando l’asma si definisce “grave”?
L’asma è definita grave quando non è sufficientemente controllata dalla terapia medica inalatoria ad alti livelli, e il paziente che ne soffre – con crisi asmatiche molto gravi – è costretto a frequenti visite, ricoveri al pronto soccorso o cicli di terapia steroidea sistemica.
Inoltre, la vita delle persone con asma grave può essere completamente sconvolta, con l’incapacità di mantenere una vita sociale, lavorativa e familiare normale e notevole impatto sulla qualità di vita.
Da cosa è causato l’asma grave?
Le cause riconducibili a questo tipo di asma sono molteplici e possono essere influenzati da fattori ambientali, come polline, fumo, cambiamenti climatici; da una reazione del sistema immunitario a virus, batteri, o allergeni, che può causare l’infiammazione delle vie respiratorie, rendendo difficile la respirazione a causa di un loro restringimento; da fattori individuali, come sedentarietà, predisposizione genetica, età, obesità, o patologie concomitanti come sinusite, poliposi nasale, reflusso gastrico e obesità.
Quali sono i sintomi dell’asma grave?
I sintomi principali dell’asma grave sono:
· affanno
· tosse persistente
· costrizione toracica o senso di oppressione
· respiro sibilante
Spesso l’asma grave si accompagna a rinosinusite cronica con poliposi nasale che può rendere questa condizione più severa per associata ostruzione anche a livello nasale.
Perché l’asma grave è difficile da gestire?
Questione di tempo: molte persone affette da asma grave tendono a sottovalutare la propria patologia e a rivolgersi ad uno specialista allergologo o pneumologo solo quando, in fasi avanzate di malattia, l’infiammazione ha già determinato alterazioni strutturali e una importante compromissione della qualità della vita. Un rapido riconoscimento delle forme di asma moderata o grave permette un controllo precoce e prolungato dei sintomi e, conseguentemente, un rallentamento della progressione di malattia.
Questione di terapia non appropriata: spesso si interviene con cicli di corticosteroidi sistemici che, anche se possono dare un rapido e momentaneo beneficio, non solo non controllano i sintomi nel lungo termine, ma producono seri effetti collaterali, anche permanenti all’organismo. Le conseguenze possono essere quindi riacutizzazioni sempre più frequenti, un rimodellamento delle vie aeree che, a sua volta, comporta una riduzione permanente della funzione polmonare e nuovi attacchi sempre più frequenti e gravi. Se non si interviene su questo circolo vizioso, l’asma severo può degenerare in insufficienza respiratoria o crisi respiratorie gravi che possono mettere a rischio la vita stessa del paziente. La terapia per l’asma si fonda essenzialmente sulla terapia inalatoria e sul riconoscimento e il trattamento di tutti quei fattori che possono destabilizzare la patologia. Il trattamento è personalizzato, deve essere eseguito con regolarità e concordato con il medico curante.
L’importanza di una corretta diagnosi e terapia
I sintomi tipici dell’asma bronchiale possono essere presenti anche in altre patologie respiratorie (come la Bronco Pneumopatia Cronica Ostruttiva – BPCO o le bronchiectasie) o patologie a livello delle alte vie aeree (sindrome rino-broncihale o rinite allergica).
La diagnosi, oltre al quadro clinico, necessita anche di una conferma funzionale mediante test di broncodilatazione farmacologica o un test di provocazione bronchiale. L’importanza di una corretta diagnosi permette non solo di identificare correttamente la patologia, ma di poter poi avviare un trattamento adeguato, in grado di migliorare la qualità di vista di chi ne è affetto e di rallentare l’evoluzione verso forme più gravi di malattia.
Oltre alla diagnosi di asma è fondamentale anche identificare la tipologia (fenotipo) di asma e quelle che sono le patologie concomitanti che possono destabilizzarla.
I progressi scientifici sull’asma hanno, infatti, definito come in più della metà dei casi, alla base delle forme più severe di malattia, vi sia un’infiammazione di tipo 2, dovuta alla reazione del sistema immunitario a determinati fattori scatenanti, per esempio allergeni, virus o batteri.
Inoltre, la stessa infiammazione di tipo 2, è causa sottostante di altre patologie spesso coesistenti nei pazienti con asma grave, come dermatite atopica, poliposi nasale, rinite allergica ed esofagite eosinofila.
Riconoscere il fenotipo e le malattie concomitanti è fondamentale per una terapia mirata e personalizzata. L’infiammazione di tipo 2 infatti è spesso refrattaria alla terapia con corticosteroidi inalatori, potrebbe rispondere ai corticosteroidi orali, ma i loro effetti collaterali gravi necessitano l’esplorazione di alternative terapeutiche, come i farmaci biologici.
Come si può sensibilizzare maggiormente i pazienti?
Una corretta campagna di informazione sul territorio attraverso il ruolo del medico di base e di medici specialisti (allergologo, pneumologo e otorinolaringoiatra) è fondamentale per una corretta sensibilizzazione sull’argomento che, purtroppo, è ancora sottovalutato.
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