La sincope è la temporanea perdita di coscienza con conseguente caduta, a causa di un insufficiente afflusso di sangue al cervello. Il recupero è veloce (generalmente non supera il minuto) e spontaneo.
Il dottor Raffaello Furlan, Responsabile dell’Unità Operativa Clinica Medica di Humanitas, ci parla di questo sintomo, che può essere la manifestazione di problemi molto diversi fra loro e di differente gravità, e ci indica come sia possibile evitarlo.
Quali persone possono essere colpite da sincope?
Nella maggior parte dei casi la sincope è benigna; in questo caso viene definita “vasovagale” o “neuromediata” ed è conosciuta nel linguaggio comune come svenimento. Essa interessa soprattutto i giovani di età compresa tra i 12 e i 20 anni (in questo caso è sempre conseguente a un evento scatenante – “trigger” – e si parla di “primo picco di prevalenza”) e gli anziani (che rappresentano il “secondo picco di prevalenza”, in cui si scatena in assenza di trigger o non si è riusciti a individuarlo).
Come insorge la sincope benigna?
“In generale, le sincopi benigne esprimono una transitoria anomalia quantitativa del normale controllo nervoso del cuore e del circolo: il cuore, solitamente a causa di un’emozione particolarmente intensa, viene a essere temporaneamente esposto a un eccesso di attività nervosa; si innesca allora un riflesso nervoso “protettivo” che interrompe bruscamente l’attività nervosa diretta al cuore e produce un rallentamento del battito cardiaco e l’ipotensione, entrambe condizioni che favoriscono l’insorgenza della sincope”, spiega il dotor Furlan.
Perché la sincope è differente negli anziani?
“Nelle persone anziane la sincope vasovagale è molto differente da quella che colpisce i giovani. Essa, pur rimanendo benigna in termini prognostici, è in genere caratterizzata da fenomeni di vaso-inibizione che la rendono più complicata da trattare sotto il profilo dell’efficacia delle terapie (per esempio, non si dispone di farmaci a specifica azione pressoria)”, afferma il medico.
E aggiunge: “Nelle persone anziane spesso la sincope viene favorita dall’assunzione di farmaci anti-ipertensivi. Solo riducendo questa terapia si riesce a mitigare l’ipotensione ortostatica e, quindi, il rischio di incorrere in una sincope quando l’individuo si pone in posizione eretta”.
È possibile prevenire la sincope?
Sia nelle forme di sincope giovanili sia in quelle dell’anziano, si possono effettuare delle manovre, cosiddette di “contropressione isometrica”, in grado di attenuare o in alcuni casi risolvere i sintomi pre-sincopali. È necessario che tali manovre, al momento della loro prescrizione, vengano spiegate al paziente e testate mediante registrazione pressoria.
“Queste manovre – conclude il dottor Furlan – si basano sulla contrazione dei muscoli delle gambe o degli arti superiori al comparire dei sintomi. L’attivazione conseguente di riflessi nervosi pressori può portare a un transitorio incremento della pressione sanguigna che, in genere, permette al soggetto di superare la crisi senza perdere conoscenza”.
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