Cos’è e come si cura la steatosi?

La steatosi, spesso definita come “fegato grasso”, è una condizione medica caratterizzata da un eccesso di trigliceridi nelle cellule epatiche. 

Questa condizione viene diagnosticata quando l’accumulo di grasso supera il 5% del peso del fegato. A risentirne sono soprattutto gli adulti tra i 40 e 60 anni di età, ma l’incidenza sta aumentando anche tra bambini e giovani.

Ce ne parla il dott. Massimo Primignani, gastroenterologo presso Humanitas San Pio X e gli ambulatori Humanitas Medical Care Murat, De Angeli e Domodossola, a Milano.

Quali sono le cause della steatosi?

I principali fattori di rischio della steatosi includono:

  • Diete ad alto contenuto di grassi, spesso correlate a sovrappeso o obesità
  • Consumo eccessivo di alcol
  • Livelli elevati di trigliceridi e colesterolo nel sangue
  • Diabete di tipo 2
  • Determinate condizioni mediche come anemia e squilibri ormonali
  • Uso di alcuni farmaci
  • Deficit di carnitina e carenza di vitamina B12
  • Digiuni prolungati e perdita di peso rapida
  • Eccessiva attività fisica.

Quali sono i sintomi della steatosi?

La steatosi può essere associata a dolenzia nella parte superiore destra dell’addome, un sintomo peraltro del tutto non specifico, ma più spesso è una condizione priva di sintomi, il che la rende difficilmente riconoscibile da chi ne è affetto. Nonostante l’accumulo di grasso nelle cellule epatiche possa non alterare le funzioni del fegato e quindi non causare sintomi per anni, la steatosi può innescare un processo infiammatorio, con conseguenti fenomeni di fibrosi epatica.  La fibrosi epatica può progressivamente compromettere le funzioni del fegato, portando a situazioni gravi come la cirrosi epatica, una condizione che determina un progressivo deterioramento delle funzioni del fegato e la comparsa di ipertensione portale, a cui sono associate le principali complicanze della malattia.

In fase avanzata, i segni della cirrosi possono includere:

  • ascite (gonfiore dell’addome dovuto ad accumulo di liquido)
  • ematemesi o melena, cioè emorragia gastroenterica che si manifesta con vomito di sangue e/o evacuazione di feci liquide e nere
  • anemia, con conseguente affaticamento e debolezza
  • edema agli arti inferiori (gonfiore) dovuto a ritenzione idrica
  • emorragie cutanee, causate dalla fragilità capillare
  • stanchezza generalizzata
  • ittero, cioè pigmentazione giallastra della cute e delle sclere.

Come prevenire la steatosi?

La prevenzione passa attraverso la promozione di una dieta a basso contenuto di grassi e ad un ridotto consumo di alcol, una maggiore assunzione di frutta, verdura e pesce, l’adozione di uno stile di vita salutare e un’attività fisica moderata e regolare.

La steatosi nei bambini e nei giovani è un riscontro in preoccupante espansione, associato soprattutto ad una dieta squilibrata, con eccesso di grassi e zuccheri, ed alla conseguente obesità. Come per l’adulto, una dieta equilibrata, ipocalorica ove indicato, meglio se supportata da un regolare controllo dei risultati ottenuti da parte di specialisti di nutrizione, è il cardine della terapia.

Come viene diagnosticata la steatosi?

Gli esami di riferimento includono:

  • Esami del sangue, per monitorare le transaminasi, ovvero gli enzimi GOT (o ALT) e GPT (o AST) ed altri indicatori di interessamento epatico quali la gamma-gt.
  • Ecografia addominale, che può rilevare il cosiddetto “fegato brillante”, così chiamato per l’anomala luminosità in corrispondenza dell’organo nelle immagini rilevate dall’ecografo.

Altre indagini, come Tac (tomografia assiale) o Risonanza Magnetica (RM), possono essere necessarie per escludere altre condizioni gravi.

Come viene trattata la steatosi?

Il trattamento primario comporta modifiche dello stile di vita, tra cui:

  • Riduzione di grassi, alcol e zuccheri nella dieta
  • Minore consumo di carne rossa e latticini
  • Aumento dell’attività fisica
  • Perdita di peso nelle persone con obesità o sovrappeso
  • Maggiore assunzione di frutta, verdura e cereali integrali.

Sebbene non esista un trattamento farmacologico specifico per il fegato grasso, le terapie per il diabete possono talvolta migliorare anche la steatosi

Per il trattamento della steatosi dovuta ad eccessiva assunzione di vino o altri alcolici, l’astensione da alcol è la condizione necessaria e spesso sufficiente per la regressione della steatosi e delle alterazioni degli esami epatici eventualmente associate.

Al contrario, non esistono trattamenti farmacologici attualmente in grado di risolvere completamente la steatosi epatica di tipo non alcolico, cioè dovuta a cause principalmente di ordine metabolico, anche se sono in corso sperimentazioni cliniche che autorizzano un cauto ottimismo per il futuro. Poiché l’obesità è la causa principale della steatosi, certamente una dieta bilanciata ed ipocalorica, possibilmente seguita da specialista di nutrizione, che ne valuti l’adesione e la risposta, oltre che dallo specialista di epatologia, è un cardine della terapia. A questa si deve affiancare uno stile di vita sano, con attività fisica moderata ma costante.

Alcuni farmaci, quali pioglitazone e metformina, utilizzati nella cura del diabete di tipo 2 possono trovare applicazione, così come farmaci in grado di ridurre la sensazione di fame ed il desiderio di cibo, quali la liraglutide, o di ridurre l’assorbimento dei grassi assunti con la dieta, nei soggetti obesi o in sovrappeso, quali orlistat.

Gastroenterologia e Endoscopia digestiva
Dr. Massimo Primignani
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