La presenza di calcoli renali (o calcolosi) rappresentano una delle patologie più comuni che colpiscono le vie urinarie. Si calcola che questa condizione colpisca circa il 10% della popolazione maschile e il 5% di quella femminile, con un’incidenza di circa 100 mila nuovi casi all’anno (in Italia). Come riconoscerli e prevenirli?
Ne abbiamo parlato con gli specialisti di Humanitas Medical Care.
Cosa sono i calcoli renali?
I calcoli renali sono piccoli sassolini che si depositano lungo il tratto delle vie urinarie e possono essere costituiti da varie componenti chimiche, singole o in combinazione.
La maggior parte (circa il 90% dei casi) è costituita da ossalato di calcio, ed è radiopaca (ovvero non si lascia attraversare da Raggi X), meno frequenti ma sempre radiopachi sono quelli di fosfato di calcio. Più frequenti ma radiotrasparenti (ovvero invisibili nelle radiografie standard ma non all’ecografia), sono quelli di acido urico, che presentano la caratteristica di sciogliersi completamente solo alcalinizzando le urine con una terapia medica senza dover ricorrere alla chirurgia.
Quelli di cistina, molto rari, si manifestano generalmente fin dall’infanzia nei pazienti portatori di una condizione patologica ereditaria definita cistinuria (causano spesso calcolosi complesse, voluminose, molto dure e difficili da trattare).
Infine, esistono anche i calcoli generati dalle infezioni delle vie urinarie (fosfati tripli), provocati da batteri che producono una matrice proteica che facilita la precipitazione dei sali disciolti nelle urine.
Da cosa sono causati i calcoli renali?
Come dicevamo, i calcoli renali sono causati principalmente dall’aumento della concentrazione di calcio nelle urine, una condizione che non è necessariamente
provocata da patologie scatenanti, ma anche da fattori esterni, come la familiarità o un’alimentazione ricca di calcio o povera di liquidi.
Una causa meno frequente è invece l’iperparatitoidismo (una produzione eccessiva di paratormone da parte delle ghiandole paratiroidi) dove il tasso di calcio nel sangue è così alto da arrivare nel rene causando una sovra-saturazione persistente con conseguente formazione cronica di calcoli anche di enormi dimensioni.
Come si manifestano i calcoli renali?
Generalmente, i calcoli sono asintomatici fino a quando non si muovono attraverso l’uretere, il condotto che collega il rene alla vescica, causano l’insorgenza della colica.
I sintomi principali, in questo caso, comprendono: dolore acuto, che si irradia verso il basso (fino all’inguine), al fianco e alla schiena (nella parte sotto le costole); bisogno frequente di urinare; presenza di sangue nelle urine.
Altri segnali che potrebbero indicare la presenza di calcoli sono:
- Nausea e vomito
- Sudorazione
- Pallore
- Tachicardia
- Febbre e brividi (in questi casi è necessario recarsi al pronto soccorso perché potrebbero indicare la presenza di un’infezione).
Come prevenire i calcoli renali?
Per prevenire i calcoli renali è possibile adottare una serie di cambiamenti nel proprio stile di vita e nell’alimentazione, evitando un’alimentazione iperproteica e ricca di sale, prestando attenzione al calcio, in quanto l’assunzione non previene la formazione di calcoli, ma ne aumenta il rischio. Inoltre, è necessario bere almeno 1,5-2 litri di acqua al giorno.
Come vengono diagnosticati i calcoli?
Le metodiche per diagnosticare la calcolosi prevedono un’ecografia dell’apparato renale e una TAC (nei casi dubbi o in cui bisogna decidere la strategia chirurgica più adatta).
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