Gli ormoni corticosteroidei, o più semplicemente cortisonici, sono potenti agenti antinfiammatori ed immunosoppressori, ampiamente utilizzati in ambito medico per il trattamento di numerose patologie, sia acute che croniche. In particolare, sono utilizzati in reumatologia per trattare patologie infiammatorie croniche ed autoimmuni sistemiche e svolgono sia il ruolo di farmaci sintomatici, ovvero in grado di ridurre i segni dell’infiammazione (dolore, gonfiore, rigidità articolare, eritema) che di farmaci di fondo, capaci spegnere l’attività di malattia e prevenire la progressione. Tuttavia l’utilizzo di questa categoria di farmaci, soprattutto a dosi elevate e per periodi prolungati, si accompagna a potenziali effetti collaterali che devono essere tenuti in considerazione al momento dell’inizio della terapia.
Ce ne parla la dott.ssa Nicoletta Luciano, reumatologa presso l’ambulatorio Humanitas Medical Care Rozzano Fiordaliso.
Che cos’è il cortisolo?
Il cortisolo è un ormone che appartiene alla categoria dei corticosteroidi e viene prodotto in condizioni fisiologiche dalle ghiandole surrenali in concentrazioni maggiori nelle prime ore del mattino. Questo ormone è definito “endogeno” in quanto sintetizzato e rilasciato dal nostro stesso organismo che ne aumenta la produzione soprattutto in seguito ad alcuni stimoli, in particolare stress psichici e fisici (da cui il nome di “ormone dello stress”).
Come agisce il cortisolo?
Come dicevamo, il cortisolo aiuta a regolare la risposta del nostro corpo allo stress, ma non solo: interviene nel controllo di alcuni processi metabolici soprattutto degli zuccheri con influenza sui valori di glicemia nel sangue, permette di spegnere l’infiammazione, contribuisce a regolare la pressione arteriosa ed influisce sul cosiddetto ritmo sonno-veglia.
Che cosa sono i farmaci corticosteroidei?
I farmaci corticosteroidei sono preparati di sintesi analoghi al cortisolo che vengono somministrati al paziente e non prodotti dal suo organismo a scopo terapeutico. Essi svolgono stesse funzioni del cortisolo endogeno e sono disponibili in varie formulazioni che vengono scelte sulla base della patologia da trattare; ad esempio per forme di infiammazione localizzate essi possono essere utilizzati per via “topica” ovvero locale (pomate, spray nasali o aerosolterapia).
Tra le principali indicazioni reumatologiche per cui vengono prescritti i corticosteroidi troviamo le artriti infiammatorie e tutte le patologie autoimmuni sistemiche.
Quali sono i possibili effetti collaterali del cortisone?
I corticosteroidi possono determinare effetti collaterali, soprattutto quando impiegati per lungo tempo; tra questi effetti in particolare ricordiamo:
- aumento dei valori di glicemia talvolta con insorgenza di diabete mellito
- riduzione della massa ossea con sviluppo di osteoporosi ed aumento del rischio di frattura
- aumento della pressione arteriosa e della tono oculare
- cataratta
- insonnia ed irritabilità
- aumento dell’appetito e conseguente aumento del peso corporeo
- sintomi da infiammazione del tratto gastrointestinale
Inoltre, data la loro funzione di immunosoppressori, i corticosteroidi determinano un possibile incremento del rischio infettivo, soprattutto di infezioni virali o fungine.
Alla luce di tutti questi aspetti, l’utilizzo di questi farmaci deve tenere conto del profilo rischio/beneficio ed è necessario un regolare monitoraggio nel tempo.
Per prevenire inoltre lo sviluppo di complicanze è spesso importante associare ulteriori farmaci a scopo profilattico; è il caso ad esempio dei protettori gastrici per pazienti anziani o con storia di gastrite e/o esofagite oppure della supplementazione con vitamina D e calcio per evitare lo sviluppo di osteoporosi.
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