Le contratture e gli strappi muscolari sono tra gli infortuni più comuni di chi pratica sport. Possono provocare dolore ed impedire all’atleta di tornare ad allenarsi o a gareggiare. Tuttavia, un’attenta diagnosi, seguita da una fisioterapia appropriata, può ottimizzare il tempo di recupero. In che modo?
Ne abbiamo parlato con la dott.ssa Federica Casati, fisioterapista presso l’ambulatorio Humanitas Medical Care di Monza.
Che cos’è una contrattura muscolare?
Una contrattura muscolare è una contrazione involontaria di uno o più muscoli, che invece di rilassarsi rimangono tesi, generando dolore. Tuttavia, è tra le lesioni meno gravi perché non causa la rottura delle fibre che compongono il muscolo.
Le contratture muscolari sono un atto difensivo del corpo umano, che si scatena quando un muscolo viene sollecitato oltre le sue possibilità, oppure per proteggere un’articolazione dolente e infiammata limitandone il movimento. Una contrattura si può formare per svariati motivi, tra cui: movimenti improvvisi e bruschi, uno sforzo eccessivo durante l’allenamento oppure la mancanza di un’adeguata fase di riscaldamento e stretching. Le cause più comuni includono anche problemi posturali, posizioni scorrette mantenute a lungo tempo, interventi chirurgici, ma anche stress emotivo o uno stile di vita troppo sedentario.
Come trattare una contrattura muscolare?
Una contrattura muscolare lieve solitamente guarisce da sola in massimo una settimana di riposo dall’attività fisica, ma per accelerare il recupero o per contratture muscolari meno lievi sono molto utili massaggi decontratturanti e/o tecarterapia.
Diverso è il discorso quando si tratta di contratture muscolari croniche dovute a problemi posturali. In questi casi, per una risoluzione definitiva, è necessario effettuare una visita posturale per individuare la causa precisa e quindi programmare il trattamento più indicato con il fisioterapista.
Quando è possibile tornare ad allenarsi?
Per guarire da una contrattura normalmente sono sufficienti 3-7 giorni di stop, che potrebbero diventare molti di più se non si rispettano i giusti tempi di recupero. Inutile e controproducente continuare a svolgere le attività sportive che evocano fastidio o dolore alla zona interessata.
Cos’è uno strappo muscolare?
Lo strappo muscolare è una lesione di uno o più fasci di fibre muscolari causata da uno stiramento improvviso.
Lo strappo è generalmente provocato da un’eccessiva sollecitazione della muscolatura in seguito a una brusca contrazione, un movimento scorretto o uno scatto improvviso che va ad oltrepassare il limite fisiologico di tensione che il muscolo è in grado di sopportare.
Gli strappi muscolari possono essere classificati in tre categorie, distinte in base alla gravità:
● Strappo muscolare di 1°: sensazione di tensione muscolare, crampi o una sensazione di leggero dolore quando i muscoli sono allungati o contratti, ma non vi è alcuna perdita di forza o movimento.
● Strappo muscolare di 2°: il dolore è immediato, ed è accompagnato da gonfiore, riduzione della forza e limitazione del movimento.
● Strappo muscolare di 3°: lesione molto grave che impedisce all’atleta di camminare a causa del dolore e del gonfiore. Il muscolo è completamente strappato e si osserva un grosso nodulo di tessuto muscolare.
Come può essere trattato uno strappo muscolare?
Il processo di cura dello strappo muscolare cambia a seconda della sua gravità, stabilita sia in base a una valutazione fisica del paziente eseguita in regime ambulatoriale o in pronto soccorso tramite palpazione sia attraverso esami strumentali.
Le tecniche di diagnosi più utilizzate in caso di strappo muscolare sono:
● Ecografia
● Risonanza magnetica
Nel caso in cui lo strappo sia di lieve entità, ovvero di primo grado, si raccomanda essenzialmente di osservare riposo assoluto per circa un paio di settimane interrompendo non solo l’attività sportiva ma qualsiasi movimento che vada a coinvolgere il muscolo lesionato e di applicare un impacco freddo per 15-20 minuti nella zona interessata utilizzando ad esempio una borsa del ghiaccio.
Di norma, per assicurare che il muscolo non venga ulteriormente sollecitato in questa prima fase di recupero si procede con un bendaggio o una fasciatura compressiva. Infine, molto utile è il sollevamento del muscolo strappato per facilitare il ritorno venoso ed evitare quindi l’accumulo di sangue nella parte colpita. Se necessario inoltre, il medico può suggerire di ricorrere a un blando trattamento farmacologico per andare a ridurre il dolore e controllare l’infiammazione.
Se invece la situazione si presenta più grave, il periodo di riposo è maggiore e può arrivare fino ad un mese o di più, ma in entrambi i casi (sia in caso di strappo lieve che più grave) è molto utile che il paziente, dopo il periodo di riposo, venga indirizzato verso trattamenti fisioterapici come esercizi di stretching passivo inizialmente ed esercizi di carico progressivo per la completa ripresa di attività successivamente.
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